«Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati».
Una voce grida: «Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata. Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno, perché la bocca del Signore ha parlato».
Una voce dice: «Grida», e io rispondo: «Che cosa dovrò gridare?». Ogni uomo è come l’erba e tutta la sua grazia è come un fiore del campo. Secca l’erba, il fiore appassisce quando soffia su di essi il vento del Signore. Veramente il popolo è come l’erba. Secca l’erba, appassisce il fiore, ma la parola del nostro Dio dura per sempre.
Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie a Sion! Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede. Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri».
VANGELO DEL GIORNO Dal Vangelo secondo Matteo Mt 18,12-14
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».
FAUSTI – Il pastore porta il gregge dove ci sono acqua e cibo, inoltre lo difende da fiere, briganti e intemperie. Tra gregge e pastore si stabilisce un rapporto di conoscenza e affetto reciproco . La vita dell'uno dipende dall'altro, e viceversa, soprattutto in zone desertiche. Il pastore è immagine di Dio in rapporto al popolo che egli ama. Pastore è chiamato anche il re che lo rappresenta. Il Salmo 23 è la presentazione del Signore come re e pastore. Motivo ispiratore di questa parabola è Ez 34, 11-12 , dove il Signore dice ciò che Lui fa, a differenza dei capi del popolo. Per sé il pastore non abbandona il gregge, se non quando è al sicuro e custodito. Questo Pastore invece ha come primo interesse la pecora smarrita, per la quale abbandona le altre sul monte. Solo quando si perde una cosa, si vede con chiarezza il suo valore, pari all'amore che si ha per essa. Come un membro dolorante richiama l'attenzione, così l'amore di Dio è concentrato sul peccatore perduto. Gli fa un male da morire, da morire in croce! I peccatori son realmente più amati da Dio, perché ne han più bisogno! Il Signore lascia tutto per cercare la pecora perduta, quella che per noi non conta! Pastori sono anche quelli, che, dopo di Lui, avranno cura del gregge. E' la gioia di chi ha scoperto il tesoro, trovato la perla preziosa! Il fatto di lasciare le altre per cercare la smarrita e di rallegrarsi per il suo ritrovamento più che per le altre indica quanto essa valga agli occhi del Pastore. Il fratello che noi disprezziamo sta a cuore al Padre ; è il centro dei Suoi pensieri e delle Sue cure. Dio è Amore, la cui Misericordia é proporzionale alla miseria dell'amato. Il Padre ama tutti i Suoi figli. Il perduto da ritrovare è il Suo stesso Figlio Unigenito, che si è perduto perchè in Lui ogni perduto potesse essere ritrovato. In ogni smarrito il Padre vede il Figlio crocifisso e noi vediamo il Signore. Per questo amiamo gli smarriti e i perduti, i peccatori e i nemici. C'è un divino in ogni creatura : l'amore del Padre per il Figlio. L'amore per l'ultimo riscatta tutto il creato nel Figlio e costituisce la gioia di Dio, finalmente tutto in tutti. Per questo il Figlio si è incarnato, ha lasciato la corte celeste, è sceso dal monte della Trinità ed è venuto sulla terra. In questo modo salva i peccatori, dei quali il primo sono io, dice Paolo. (….!!!) e lo stesso posso dire anch'io di me e di qualunque altro. Infatti mi ha amato e ha dato se stesso per me. La cura pastorale ha come obiettivo non i vicini, ma i lontani, soprattutto se i lontani son novantanove! Solo così la Chiesa è quella del Figlio, che ha lo stesso Amore del Padre. La Comunità, come al suo interno ha al centro il piccolo, così è tutta proiettata all'esterno verso il lontano. Per questo l'apostolo si farà un punto d'onore di annunciare il Vangelo dove non è ancora giunto il Nome di Cristo!Il Padre non vuole che si perda nessuno degli smarriti.E' la Sua volontà in cielo, che noi siamo chiamati a compiere qui, sulla terra. Il modello del nostro agire è Gesù, il Figlio che compie la Volontà del Padre, cercando il fratello smarrito. Noi lo destiniamo a perdersi se verso di lui nutriamo disprezzo e non stima. Anche il giusto del Salmo 119 alla fine si riconosce come una pecora smarrita che va errando, bisognosa di essere ricercata dal suo Signore.
Dal libro del profeta Isaìa
RispondiEliminaIs 40,1-11
«Consolate, consolate il mio popolo
– dice il vostro Dio.
Parlate al cuore di Gerusalemme
e gridatele che la sua tribolazione è compiuta,
la sua colpa è scontata,
perché ha ricevuto dalla mano del Signore
il doppio per tutti i suoi peccati».
Una voce grida:
«Nel deserto preparate la via al Signore,
spianate nella steppa la strada per il nostro Dio.
Ogni valle sia innalzata,
ogni monte e ogni colle siano abbassati;
il terreno accidentato si trasformi in piano
e quello scosceso in vallata.
Allora si rivelerà la gloria del Signore
e tutti gli uomini insieme la vedranno,
perché la bocca del Signore ha parlato».
Una voce dice: «Grida»,
e io rispondo: «Che cosa dovrò gridare?».
Ogni uomo è come l’erba
e tutta la sua grazia è come un fiore del campo.
Secca l’erba, il fiore appassisce
quando soffia su di essi il vento del Signore.
Veramente il popolo è come l’erba.
Secca l’erba, appassisce il fiore,
ma la parola del nostro Dio dura per sempre.
Sali su un alto monte,
tu che annunci liete notizie a Sion!
Alza la tua voce con forza,
tu che annunci liete notizie a Gerusalemme.
Alza la voce, non temere;
annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio!
Ecco, il Signore Dio viene con potenza,
il suo braccio esercita il dominio.
Ecco, egli ha con sé il premio
e la sua ricompensa lo precede.
Come un pastore egli fa pascolare il gregge
e con il suo braccio lo raduna;
porta gli agnellini sul petto
e conduce dolcemente le pecore madri».
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 18,12-14
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita?
In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite.
Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».
FAUSTI – Il pastore porta il gregge dove ci sono acqua e cibo, inoltre lo difende da fiere, briganti e intemperie. Tra gregge e pastore si stabilisce un rapporto di conoscenza e affetto reciproco . La vita dell'uno dipende dall'altro, e viceversa, soprattutto in zone desertiche. Il pastore è immagine di Dio in rapporto al popolo che egli ama. Pastore è chiamato anche il re che lo rappresenta.
RispondiEliminaIl Salmo 23 è la presentazione del Signore come re e pastore.
Motivo ispiratore di questa parabola è Ez 34, 11-12 , dove il Signore dice ciò che Lui fa, a differenza dei capi del popolo.
Per sé il pastore non abbandona il gregge, se non quando è al sicuro e custodito. Questo Pastore invece ha come primo interesse la pecora smarrita, per la quale abbandona le altre sul monte. Solo quando si perde una cosa, si vede con chiarezza il suo valore, pari all'amore che si ha per essa. Come un membro dolorante richiama l'attenzione, così l'amore di Dio è concentrato sul peccatore perduto. Gli fa un male da morire, da morire in croce! I peccatori son realmente più amati da Dio, perché ne han più bisogno! Il Signore lascia tutto per cercare la pecora perduta, quella che per noi non conta!
Pastori sono anche quelli, che, dopo di Lui, avranno cura del gregge.
E' la gioia di chi ha scoperto il tesoro, trovato la perla preziosa! Il fatto di lasciare le altre per cercare la smarrita e di rallegrarsi per il suo ritrovamento più che per le altre indica quanto essa valga agli occhi del Pastore. Il fratello che noi disprezziamo sta a cuore al Padre ; è il centro dei Suoi pensieri e delle Sue cure. Dio è Amore, la cui Misericordia é proporzionale alla miseria dell'amato. Il Padre ama tutti i Suoi figli. Il perduto da ritrovare è il Suo stesso Figlio Unigenito, che si è perduto perchè in Lui ogni perduto potesse essere ritrovato. In ogni smarrito il Padre vede il Figlio crocifisso e noi vediamo il Signore.
Per questo amiamo gli smarriti e i perduti, i peccatori e i nemici. C'è un divino in ogni creatura : l'amore del Padre per il Figlio. L'amore per l'ultimo riscatta tutto il creato nel Figlio e costituisce la gioia di Dio, finalmente tutto in tutti. Per questo il Figlio si è incarnato, ha lasciato la corte celeste, è sceso dal monte della Trinità ed è venuto sulla terra. In questo modo salva i peccatori, dei quali il primo sono io, dice Paolo. (….!!!) e lo stesso posso dire anch'io di me e di qualunque altro.
Infatti mi ha amato e ha dato se stesso per me.
La cura pastorale ha come obiettivo non i vicini, ma i lontani, soprattutto se i lontani son novantanove! Solo così la Chiesa è quella del Figlio, che ha lo stesso Amore del Padre.
La Comunità, come al suo interno ha al centro il piccolo, così è tutta proiettata all'esterno verso il lontano. Per questo l'apostolo si farà un punto d'onore di annunciare il Vangelo dove non è ancora giunto il Nome di Cristo!Il Padre non vuole che si perda nessuno degli smarriti.E' la Sua volontà in cielo, che noi siamo chiamati a compiere qui, sulla terra.
Il modello del nostro agire è Gesù, il Figlio che compie la Volontà del Padre, cercando il fratello smarrito. Noi lo destiniamo a perdersi se verso di lui nutriamo disprezzo e non stima.
Anche il giusto del Salmo 119 alla fine si riconosce come una pecora smarrita che va errando, bisognosa di essere ricercata dal suo Signore.