«A chi potreste paragonarmi, quasi che io gli sia pari?» dice il Santo. Levate in alto i vostri occhi e guardate: chi ha creato tali cose? Egli fa uscire in numero preciso il loro esercito e le chiama tutte per nome; per la sua onnipotenza e il vigore della sua forza non ne manca alcuna.
Perché dici, Giacobbe, e tu, Israele, ripeti: «La mia via è nascosta al Signore e il mio diritto è trascurato dal mio Dio»? Non lo sai forse? Non l'hai udito? Dio eterno è il Signore, che ha creato i confini della terra. Egli non si affatica né si stanca, la sua intelligenza è inscrutabile. Egli dà forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato. Anche i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono; ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi.
VANGELO DEL GIORNO Dal Vangelo secondo Matteo Mt 11,28-30
In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
PAROLE DEL SANTO PADRE Imparate da me”. Ai suoi discepoli Gesù prospetta un cammino di conoscenza e di imitazione. Gesù non è un maestro che con severità impone ad altri dei pesi che lui non porta: questa era l’accusa che faceva ai dottori della legge. Egli si rivolge agli umili, ai piccoli, ai poveri, ai bisognosi perché Lui stesso si è fatto piccolo e umile. Comprende i poveri e i sofferenti perché Lui stesso è povero e provato dai dolori. Per il discepolo, dunque, ricevere il giogo di Gesù significa ricevere la sua rivelazione e accoglierla: in Lui la misericordia di Dio si è fatta carico delle povertà degli uomini, donando così a tutti la possibilità della salvezza. (Udienza generale 14 settembre 2016)
FAUSTI - “Venita a me” E' l'invito a seguire Lui (4,19), a partecipare alle nozze (22,2-4), a entrare nel Regno preparato per noi fin dalla fondazione del mondo (25,34). Nella carne di Gesù noi accediamo allo Spirito e attingiamo grazia su grazia (Gv 1,17). In Lui il Verbo si è fatto carne, è venuto ad abitare tra noi e ci ha aperto l'ingresso all'unica Gloria del Padre e dell'Unigenito Figlio (Gv 1,14). La Sapienza invisibile, che si è manifestata con la Sua ombra nella Creazione e nella Storia, nella legge e nella promessa, ora toglie il velo . È accessibile a tutti, come Amore tra Padre e Figlio, offerto a noi nel Figlio. “ Voi tutti,affaticati e oppressi” grande è la fatica di chi osserva la Legge , più grande ancora l'oppressione di chi non la osserva! Non ha detto anche Gesù che la Legge è da insegnare e compiere, fin nel minimo dettaglio ? (5,17-20)? E' vero, ma non in forza della legge, ma dell'amore, che fa vivere ciò che la Legge dice, ma non dà. Ciò che prima era fatica e oppressione, ora è gioia, riposo e giustizia nuova, che ci fa “mangiare di sabato”, vivere la stessa vita di Dio. ”Vi darò riposo” Il riposo è Dio stesso, vera casa dell'uomo, al quale ognuno è invitato a tornare, dopo l'affanno delle sue fughe. L'uomo sta di casa nell'amore reciproco tra Figlio e Padre. - “Prendete il Mio giogo su di voi” Il giogo permette all'animale di usare la sua forza in modo utile.E' come la Legge per l'uomo: dura ma necessaria disciplina, canalizza le sue energie perché possa guadagnarsi il “pane di sudore” (Sl 127,2a) A questo Gesù contrappone il Suo giogo : la liberalità del Padre, che elargisce doni ai Suoi diletti nel sonno (Sl 127,2b) . E' un giogo dolce : l'amore con il quale Lui mi ha amato e ha dato Se stesso per me, diventa il mio stesso amore per Lui (Gal 2,20). “Imparate da me, che sono mite e umile di cuore” Gesù è la Sapienza che insegna l'amore agli inesperti, esperti solo di egoismo. Gesù è il Mite, Colui che eredita la terra (5,5) . La mitezza è la qualità del Signore, il cui potere è servire e perdonare.E' il piccolo, l'umile, il servo, l'ultimo. Ed è il più grande, perché chi è umile sarà innalzato. La pace sta nel trovare questa strada, la più antica : quella eterna del Figlio, la via della mitezza e dell'umiltà, che conduce al riposo del Padre, che è anche il nostro. La Legge dell'amore non è un fardello da portare, ma un paio di ali che portano. E' un peso che non pesa, un carico che scarica e rende leggeri. L'amore infatti è forza interiore divina: è lo stesso Spirito di Dio, che ci dice tutta la Verità e ci dà la forza per viverla. (Gv 16,12). Al giogo che né noi né i nostri padri han saputo portare, subentra la Grazia del Signore che salva. E' la legge di libertà (Gc 2,12), quella della Nuova Alleanza, che ci dà un cuore nuovo (Ez 36,26-28).
Dal libro del profeta Isaìa
RispondiEliminaIs 40,25-31
«A chi potreste paragonarmi,
quasi che io gli sia pari?» dice il Santo.
Levate in alto i vostri occhi e guardate:
chi ha creato tali cose?
Egli fa uscire in numero preciso il loro esercito
e le chiama tutte per nome;
per la sua onnipotenza e il vigore della sua forza
non ne manca alcuna.
Perché dici, Giacobbe,
e tu, Israele, ripeti:
«La mia via è nascosta al Signore
e il mio diritto è trascurato dal mio Dio»?
Non lo sai forse?
Non l'hai udito?
Dio eterno è il Signore,
che ha creato i confini della terra.
Egli non si affatica né si stanca,
la sua intelligenza è inscrutabile.
Egli dà forza allo stanco
e moltiplica il vigore allo spossato.
Anche i giovani faticano e si stancano,
gli adulti inciampano e cadono;
ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza,
mettono ali come aquile,
corrono senza affannarsi,
camminano senza stancarsi.
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 11,28-30
In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
PAROLE DEL SANTO PADRE
Imparate da me”. Ai suoi discepoli Gesù prospetta un cammino di conoscenza e di imitazione. Gesù non è un maestro che con severità impone ad altri dei pesi che lui non porta: questa era l’accusa che faceva ai dottori della legge. Egli si rivolge agli umili, ai piccoli, ai poveri, ai bisognosi perché Lui stesso si è fatto piccolo e umile. Comprende i poveri e i sofferenti perché Lui stesso è povero e provato dai dolori. Per il discepolo, dunque, ricevere il giogo di Gesù significa ricevere la sua rivelazione e accoglierla: in Lui la misericordia di Dio si è fatta carico delle povertà degli uomini, donando così a tutti la possibilità della salvezza. (Udienza generale 14 settembre 2016)
FAUSTI - “Venita a me” E' l'invito a seguire Lui (4,19), a partecipare alle nozze (22,2-4), a entrare nel Regno
RispondiEliminapreparato per noi fin dalla fondazione del mondo (25,34).
Nella carne di Gesù noi accediamo allo Spirito e attingiamo grazia su grazia (Gv 1,17).
In Lui il Verbo si è fatto carne, è venuto ad abitare tra noi e ci ha aperto l'ingresso all'unica Gloria del Padre e dell'Unigenito Figlio (Gv 1,14).
La Sapienza invisibile, che si è manifestata con la Sua ombra nella Creazione e nella Storia, nella legge e nella promessa, ora toglie il velo .
È accessibile a tutti, come Amore tra Padre e Figlio, offerto a noi nel Figlio.
“ Voi tutti,affaticati e oppressi” grande è la fatica di chi osserva la Legge , più grande ancora l'oppressione di chi non la osserva!
Non ha detto anche Gesù che la Legge è da insegnare e compiere, fin nel minimo dettaglio ? (5,17-20)? E' vero, ma non in forza della legge, ma dell'amore, che fa vivere ciò che la Legge dice, ma non dà. Ciò che prima era fatica e oppressione, ora è gioia, riposo e giustizia nuova, che ci fa “mangiare di sabato”, vivere la stessa vita di Dio.
”Vi darò riposo” Il riposo è Dio stesso, vera casa dell'uomo, al quale ognuno è invitato a tornare, dopo l'affanno delle sue fughe.
L'uomo sta di casa nell'amore reciproco tra Figlio e Padre.
- “Prendete il Mio giogo su di voi” Il giogo permette all'animale di usare la sua forza in modo utile.E' come la Legge per l'uomo: dura ma necessaria disciplina, canalizza le sue energie perché possa guadagnarsi il “pane di sudore” (Sl 127,2a) A questo Gesù contrappone il Suo giogo : la liberalità del Padre, che elargisce doni ai Suoi diletti nel sonno (Sl 127,2b) .
E' un giogo dolce : l'amore con il quale Lui mi ha amato e ha dato Se stesso per me, diventa il mio stesso amore per Lui (Gal 2,20).
“Imparate da me, che sono mite e umile di cuore”
Gesù è la Sapienza che insegna l'amore agli inesperti, esperti solo di egoismo.
Gesù è il Mite, Colui che eredita la terra (5,5) .
La mitezza è la qualità del Signore, il cui potere è servire e perdonare.E' il piccolo, l'umile, il servo, l'ultimo. Ed è il più grande, perché chi è umile sarà innalzato.
La pace sta nel trovare questa strada, la più antica : quella eterna del Figlio, la via della mitezza e dell'umiltà, che conduce al riposo del Padre, che è anche il nostro.
La Legge dell'amore non è un fardello da portare, ma un paio di ali che portano. E' un peso che non pesa, un carico che scarica e rende leggeri.
L'amore infatti è forza interiore divina: è lo stesso Spirito di Dio, che ci dice tutta la Verità e ci dà la forza per viverla. (Gv 16,12).
Al giogo che né noi né i nostri padri han saputo portare, subentra la Grazia del Signore che salva.
E' la legge di libertà (Gc 2,12), quella della Nuova Alleanza, che ci dà un cuore nuovo (Ez 36,26-28).