Il Signore ha glorificato il padre al di sopra dei figli e ha stabilito il diritto della madre sulla prole.
Chi onora il padre espìa i peccati e li eviterà e la sua preghiera quotidiana sarà esaudita. Chi onora sua madre è come chi accumula tesori.
Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera.
Chi glorifica il padre vivrà a lungo, chi obbedisce al Signore darà consolazione alla madre.
Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia, non contristarlo durante la sua vita.
Sii indulgente, anche se perde il senno, e non disprezzarlo, mentre tu sei nel pieno vigore.
L’opera buona verso il padre non sarà dimenticata, otterrà il perdono dei peccati, rinnoverà la tua casa.
Seconda lettura
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési Col 3,12-21
Fratelli, scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro.
Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie!
La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori. E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.
Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come conviene nel Signore. Voi, mariti, amate le vostre mogli e non trattatele con durezza. Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino. Vangelo del Giorno
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 2,13-15.19-23
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino».
Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno». Parole del Santo Padre
Oggi il Vangelo ci presenta la santa Famiglia sulla via dolorosa dell’esilio, in cerca di rifugio in Egitto. Giuseppe, Maria e Gesù sperimentano la condizione drammatica dei profughi, segnata da paura, incertezza, disagi (cfr Mt 2,13-15.19-23). Perciò, mentre fissiamo lo sguardo sulla santa Famiglia di Nazareth, pensiamo al dramma di quei migranti e rifugiati che sono vittime del rifiuto e dello sfruttamento, che sono vittime della tratta delle persone e del lavoro schiavo. Ma pensiamo anche agli altri “esiliati”, quegli esiliati che possono esserci all’interno delle famiglie stesse. Gesù ha voluto appartenere ad una famiglia che ha sperimentato queste difficoltà, perché nessuno si senta escluso dalla vicinanza amorosa di Dio. (ANGELUS - 29 dicembre 2013)
S. FAUSTI – Giuseppe, come il suo omonimo venduto dai fratelli, è sognatore :nella profondità del suo cuore puro egli sente e vede Dio. E i sogni di Dio, alla fine si compiono sempre, anche se a noi sembrano impossibili. L'Angelo dice la Parola che lo risveglia alla vita. Giuseppe non risponde alla Parola con le parole, ma con se stesso. Egli esegue alla lettera, realizza la Parola, offrendole il suo corpo.Questo è l'amore nei fatti e nella verità, il culto gradito a Dio. Così compie puntualmente quanto “è scritto”. “ Il Nazoreo “, come sarà chiamato Gesù, è il compimento di quanto fu detto per mezzo dei profeti. Accolto da Giuseppe e dai magi, rifiutato dai sapienti e dai potenti, In questo brano si presenta la storia di Gesù come un viaggio. E' il viaggio del Figlio , che incontra i fratelli perduti, ripercorrendo la stessa via. Lui che scende e risale dall'Egitto, è il Figlio che realizza il nuovo esodo definitivo. Egli rivive la storia del Suo popolo : attraverso l'Egitto e l'esilio - con l'uccisione degli innocenti, anticipo della Sua - torna alla terra promessa. La shoà degli innocenti , preludio di quella del Giusto, è vista come il male supremo dell'esilio (Ger31,15). L'Egitto e l'esilio sono la duplice esperienza di schiavitù, causata l'una dal peccato altrui e l'altra da quello proprio : da ambedue libera Gesù, che è il “dunque” della promessa. Il “Nazoreo” è, allo stesso modo del popolo d'Israele, il Figlio liberato dalla mano d'Egitto e l'esule che ritorna alla terra. In Geremia l'esilio è il luogo della liberazione definitiva . Colui che ci ama di Amore Eterno dice di non piangere, perché ci riedificherà, ci perdonerà, farà con noi un'Alleanza eterna, e così tutti conosceremo il Signore. (Ger 31,3 s). Nell'uscita dall'esilio morirà il Giusto, e l'Onnipotente stringerà con noi un'Alleanza Nuova. L'esilio vero è la morte del Figlio : l'infedeltà Lo riduce a non essere più. Io-Sono , nel Suo Amore, Lo ricondurrà all'esistenza ; ma non più con segni di potenza, come dalla schiavitù d'Egitto del Suo popolo , bensì con l'impotenza della Croce, prefigurata nella shoà dei bambini-servi. Il cammino del Figlio passa attraverso la solidarietà con i fratelli nella loro oppressione e nel loro peccato, fino alla maledizione del loro non-essere-più , facendosi Lui stesso abbandono, maledizione e peccato (Gal 3,13) , perché ogni abbandono non sia più abbandonato, neanche l'abbandono di Dio. La croce sarà la vicinanza di Dio a ogni abbandonato da Dio. Il quarto sogno poi porta Giuseppe al “ritiro” ultimo, dove il “Nazoreo” prende “casa” e “nome” nella “terra”! Le quattro tappe del suo ascoltare/ fare sono le stesse di ogni uomo : prendere in sposa Maria, la Madre del Figlio di Dio, e chiamarlo per nome (1,24) , compiere con loro sia l'entrata che l'uscita dall'Egitto e dall'esilio – prefigurazione del cammino dalla croce alla resurrezione – sino a “far casa” nella “terra di Nazaret” , e qui, infine, vivere con discernimento. Tutta la Bibbia, da Mosè a Giovanni Battista, ha profetato di Lui, il Figlio generato prima di ogni creatura, nel quale, attraverso il quale e per il quale tutto è stato fatto (Col 1,15-17). Matteo, partendo da Gesù e guardandolo, rilegge la storia passata , e vede come veramente Dio compie in Lui ogni Sua Parola , senza lasciarne andare a vuoto neppure una sola (1Sam 3,19). Ciò che conta è che il Nazoreo è “il dunque” della storia di Dio e dell'uomo. Questo Suo “ritiro” nell'umile quotidianità è il mistero stesso del Dio-con-noi , che rende divina ogni quotidianità : ogni riposo e fatica, ogni gioia e dolore, ogni amore e timore, ogni lavoro e frutto dell'uomo.
RispondiEliminaLettura del Giorno
Prima lettura
Dal libro del Siràcide
Sir 3,3-7.14-17a
Il Signore ha glorificato il padre al di sopra dei figli
e ha stabilito il diritto della madre sulla prole.
Chi onora il padre espìa i peccati e li eviterà
e la sua preghiera quotidiana sarà esaudita.
Chi onora sua madre è come chi accumula tesori.
Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli
e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera.
Chi glorifica il padre vivrà a lungo,
chi obbedisce al Signore darà consolazione alla madre.
Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia,
non contristarlo durante la sua vita.
Sii indulgente, anche se perde il senno,
e non disprezzarlo, mentre tu sei nel pieno vigore.
L’opera buona verso il padre non sarà dimenticata,
otterrà il perdono dei peccati, rinnoverà la tua casa.
Seconda lettura
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Col 3,12-21
Fratelli, scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro.
Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie!
La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori. E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.
Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come conviene nel Signore. Voi, mariti, amate le vostre mogli e non trattatele con durezza. Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino.
Vangelo del Giorno
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 2,13-15.19-23
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino».
Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».
Parole del Santo Padre
Oggi il Vangelo ci presenta la santa Famiglia sulla via dolorosa dell’esilio, in cerca di rifugio in Egitto. Giuseppe, Maria e Gesù sperimentano la condizione drammatica dei profughi, segnata da paura, incertezza, disagi (cfr Mt 2,13-15.19-23). Perciò, mentre fissiamo lo sguardo sulla santa Famiglia di Nazareth, pensiamo al dramma di quei migranti e rifugiati che sono vittime del rifiuto e dello sfruttamento, che sono vittime della tratta delle persone e del lavoro schiavo. Ma pensiamo anche agli altri “esiliati”, quegli esiliati che possono esserci all’interno delle famiglie stesse. Gesù ha voluto appartenere ad una famiglia che ha sperimentato queste difficoltà, perché nessuno si senta escluso dalla vicinanza amorosa di Dio. (ANGELUS - 29 dicembre 2013)
S. FAUSTI – Giuseppe, come il suo omonimo venduto dai fratelli, è sognatore :nella profondità del suo cuore puro egli sente e vede Dio.
RispondiEliminaE i sogni di Dio, alla fine si compiono sempre, anche se a noi sembrano impossibili.
L'Angelo dice la Parola che lo risveglia alla vita.
Giuseppe non risponde alla Parola con le parole, ma con se stesso. Egli esegue alla lettera, realizza la Parola, offrendole il suo corpo.Questo è l'amore nei fatti e nella verità, il culto gradito a Dio.
Così compie puntualmente quanto “è scritto”.
“ Il Nazoreo “, come sarà chiamato Gesù, è il compimento di quanto fu detto per mezzo dei profeti. Accolto da Giuseppe e dai magi, rifiutato dai sapienti e dai potenti,
In questo brano si presenta la storia di Gesù come un viaggio.
E' il viaggio del Figlio , che incontra i fratelli perduti, ripercorrendo la stessa via. Lui che scende e risale dall'Egitto, è il Figlio che realizza il nuovo esodo definitivo. Egli rivive la storia del Suo popolo : attraverso l'Egitto e l'esilio - con l'uccisione degli innocenti, anticipo della Sua - torna alla terra promessa.
La shoà degli innocenti , preludio di quella del Giusto, è vista come il male supremo dell'esilio (Ger31,15). L'Egitto e l'esilio sono la duplice esperienza di schiavitù, causata l'una dal peccato altrui e l'altra da quello proprio : da ambedue libera Gesù, che è il “dunque” della promessa.
Il “Nazoreo” è, allo stesso modo del popolo d'Israele, il Figlio liberato dalla mano d'Egitto e l'esule che ritorna alla terra.
In Geremia l'esilio è il luogo della liberazione definitiva . Colui che ci ama di Amore Eterno dice di non piangere, perché ci riedificherà, ci perdonerà, farà con noi un'Alleanza eterna, e così tutti conosceremo il Signore. (Ger 31,3 s).
Nell'uscita dall'esilio morirà il Giusto, e l'Onnipotente stringerà con noi un'Alleanza Nuova.
L'esilio vero è la morte del Figlio : l'infedeltà Lo riduce a non essere più.
Io-Sono , nel Suo Amore, Lo ricondurrà all'esistenza ; ma non più con segni di potenza, come dalla schiavitù d'Egitto del Suo popolo , bensì con l'impotenza della Croce, prefigurata nella shoà dei bambini-servi.
Il cammino del Figlio passa attraverso la solidarietà con i fratelli nella loro oppressione e nel loro peccato, fino alla maledizione del loro non-essere-più , facendosi Lui stesso abbandono, maledizione e peccato (Gal 3,13) , perché ogni abbandono non sia più abbandonato, neanche l'abbandono di Dio. La croce sarà la vicinanza di Dio a ogni abbandonato da Dio.
Il quarto sogno poi porta Giuseppe al “ritiro” ultimo, dove il “Nazoreo” prende “casa” e “nome” nella “terra”! Le quattro tappe del suo ascoltare/ fare sono le stesse di ogni uomo : prendere in sposa Maria, la Madre del Figlio di Dio, e chiamarlo per nome (1,24) , compiere con loro sia l'entrata che l'uscita dall'Egitto e dall'esilio – prefigurazione del cammino dalla croce alla resurrezione – sino a “far casa” nella “terra di Nazaret” , e qui, infine, vivere con discernimento.
Tutta la Bibbia, da Mosè a Giovanni Battista, ha profetato di Lui, il Figlio generato prima di ogni creatura, nel quale, attraverso il quale e per il quale tutto è stato fatto (Col 1,15-17).
Matteo, partendo da Gesù e guardandolo, rilegge la storia passata , e vede come veramente Dio compie in Lui ogni Sua Parola , senza lasciarne andare a vuoto neppure una sola (1Sam 3,19).
Ciò che conta è che il Nazoreo è “il dunque” della storia di Dio e dell'uomo.
Questo Suo “ritiro” nell'umile quotidianità è il mistero stesso del Dio-con-noi , che rende divina ogni quotidianità : ogni riposo e fatica, ogni gioia e dolore, ogni amore e timore, ogni lavoro e frutto dell'uomo.