S. FAUSTI - “Quanto faceste a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, lo faceste a me”, risponderà il Signore a chi chiederà, alla fine, quando mai l'ha visto. E il segno della Sua venuta è quello dei “ più piccoli di questi miei fratelli” con i quali Lui è sempre presente in mezzo a noi. Il giudizio che il Re farà di noi “allora” è lo stesso che noi facciamo ora al povero. In realtà siamo noi a giudicarlo, accogliendolo o respingendolo. Lui non farà altro che constatare ciò che noi facciamo . Alla fine leggerà ciò che noi liberamente abbiamo scritto.ce lo dice in anticipo, con una rappresentazione efficace, per aprirci gli occhi su ciò che stiam facendo ora. Il brano,splendido e unico, è una sintesi della teologia di Matteo, siamo giudicati in base a ciò che facciamo all'altro. Ogni altro è sempre l'Altro! Infatti il primo comandamento è uguale al secondo,(22,39) perchè il Signore stesso si è fatto nostro prossimo ed è sempre con noi (28,20) sotto il segno del Figlio dell'uomo : quello del Crocifisso, che ha il volto di tutti i poveri della terra. Il racconto pone al centro il Figlio dell'uomo, che si identifica con gli ultimi. Accoglierlo o meno significa accogliere o meno la salvezza. Il messaggio universale che se ne può ricavare è che ogni uomo è giudicato in base al suo amore per il piccolo e per il debole.Isolare il comando dell'amore verso l'ultimo dall'esperienza dell'amore di Dio che si è fatto ultimo, è farne un principio senza senso, un'ideologia incapace di generare un comportamento positivo. Il comando di amare il più piccolo è certamente il fondamento più ampio possibile di un agire che porti alla comunione tra gli uomini. Gesù pone effettivamente un criterio di azione che va al di là di ogni steccato religioso /ideologico. L'amore di Madre Teresa per i diseredati della terra è stato il linguaggio più universale e comprensibile che abbia parlato al mondo di oggi del mistero di Dio e dell'uomo. Nei più piccoli dei fratelli, il lettore cristiano vede il suo Re. In loro infatti continua la Passione del Signore per la salvezza del mondo. (Col,24). I poveri sono “i banchieri “ che fanno fruttare il nostro talento (v 27). L'amore che abbiamo verso l'altro è verso Dio . Mi realizzo come figlio vivendo da fratello. Tutta la legge infatti si riduce ad amare il Signore e il prossimo con lo stesso atto di amore, perchè Lui si è fatto mio prossimo e fratello nel Figlio. Chi non ama Dio e la Sua Parola, non ama i figli di Dio (1Gv 5,2).
S. FAUSTI - “Quanto faceste a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, lo faceste a me”, risponderà il Signore a chi chiederà, alla fine, quando mai l'ha visto. E il segno della Sua venuta è quello dei “ più piccoli di questi miei fratelli” con i quali Lui è sempre presente in mezzo a noi.
RispondiEliminaIl giudizio che il Re farà di noi “allora” è lo stesso che noi facciamo ora al povero. In realtà siamo noi a giudicarlo, accogliendolo o respingendolo.
Lui non farà altro che constatare ciò che noi facciamo . Alla fine leggerà ciò che noi liberamente abbiamo scritto.ce lo dice in anticipo, con una rappresentazione efficace, per aprirci gli occhi su ciò che stiam facendo ora.
Il brano,splendido e unico, è una sintesi della teologia di Matteo, siamo giudicati in base a ciò che facciamo all'altro. Ogni altro è sempre l'Altro! Infatti il primo comandamento è uguale al secondo,(22,39) perchè il Signore stesso si è fatto nostro prossimo ed è sempre con noi (28,20) sotto il segno del Figlio dell'uomo : quello del Crocifisso, che ha il volto di tutti i poveri della terra.
Il racconto pone al centro il Figlio dell'uomo, che si identifica con gli ultimi.
Accoglierlo o meno significa accogliere o meno la salvezza.
Il messaggio universale che se ne può ricavare è che ogni uomo è giudicato in base al suo amore per il piccolo e per il debole.Isolare il comando dell'amore verso l'ultimo dall'esperienza dell'amore di Dio che si è fatto ultimo, è farne un principio senza senso, un'ideologia incapace di generare un comportamento positivo.
Il comando di amare il più piccolo è certamente il fondamento più ampio possibile di un agire che porti alla comunione tra gli uomini. Gesù pone effettivamente un criterio di azione che va al di là di ogni steccato religioso /ideologico. L'amore di Madre Teresa per i diseredati della terra è stato il linguaggio più universale e comprensibile che abbia parlato al mondo di oggi del mistero di Dio e dell'uomo. Nei più piccoli dei fratelli, il lettore cristiano vede il suo Re.
In loro infatti continua la Passione del Signore per la salvezza del mondo. (Col,24).
I poveri sono “i banchieri “ che fanno fruttare il nostro talento (v 27).
L'amore che abbiamo verso l'altro è verso Dio . Mi realizzo come figlio vivendo da fratello.
Tutta la legge infatti si riduce ad amare il Signore e il prossimo con lo stesso atto di amore, perchè Lui si è fatto mio prossimo e fratello nel Figlio.
Chi non ama Dio e la Sua Parola, non ama i figli di Dio (1Gv 5,2).