.("GESU' di Nazaret " di Benedetto XVI )..Dio stabilisce una relazione tra sé e noi. Si rende invocabile. Egli entra in rapporto con noi e ci dà la possibilità di stare in rapporto con Lui. Ma ciò significa : Egli si consegna in qualche modo al nostro mondo umano. E' divenuto accessibile e perciò anche vulnerabile. Affronta il rischio della relazione, dell'essere con noi. Ciò che giunge a compimento nell'incarnazione ha avuto inizio con la consegna del nome. .Di fatto vedremo nella riflessione sulla preghiera sacerdotale di Gesù che Egli lì si presenta come il nuovo Mosè :” Ho fatto conoscere il tuo Nome agli uomini...” ( Gv 17,6) Ciò che ebbe inizio nel roveto ardente nel deserto del Sinai si compie presso il roveto ardente della croce. Dio ora è davvero divenuto accessibile nel Suo Figlio fatto uomo. Egli fa parte del nostro mondo, si è consegnato , per così dire, nelle nostre mani. Da qui comprendiamo che cosa significhi la richiesta della santificazione del nome di Dio. Ora del nome di Dio si può abusare e così macchiare Dio stesso. Possiamo impadronirci del nome di Dio per i nostri scopi e deturpare così l'immagine di Dio. Quanto più Egli si consegna nelle nostre mani, tanto più noi possiamo oscurare la sua luce; quanto più Egli è vicino, tanto più il nostro abuso può renderlo irriconoscibile. Martin Buber ha detto una volta che con tutto l'infame abuso fatto del nome di Dio potremmo perdere il coraggio di pronunciarlo. Ma tacerlo sarebbe ancor più un rifiuto del suo Amore che ci viene incontro. Buber dice che potremmo quindi solo con profondo rispetto raccogliere di nuovo i frammenti del nome imbrattato e cercare di purificarli. Ma da soli non ne siamo affatto capaci. Possiamo soltanto implorare Lui stesso che non lasci annientare la luce del suo nome in questo mondo. E questa supplica affinchè Egli stesso si prenda cura della santificazione del suo nome, protegga il meraviglioso mistero della sua accessibilità da parte nostra e, sempre di nuovo , esca nella sua vera identità dalla deformazione causata da noi – questa supplica, tuttavia, costituisce per noi anche un grande esame di coscienza : come tratto io il santo nome di Dio ? Sto con timore riverenziale davanti al mistero del roveto ardente , davanti all'incomprensibile modalità della sua vicinanza fino alla presenza nell'Eucaristia , nella quale Egli si consegna davvero totalmente nelle nostre mani? Mi preoccupo che la santa coabitazione di Dio con noi non trascini Lui nel sudiciume , ma elevi noi alla sua purezza e santità?
Benedetto XVI “ GESU' DI NAZARET” ( Liberaci dal male) ...Anche oggi ci sono, da un lato, le potenze del mercato, del traffico di armi, di droghe e di uomini – potenze che gravano sul mondo e trascinano l'umanità in vincoli ai quali non ci si può sottrarre. Anche oggi c'è, dall'altro lato, l'ideologia del successo, del benessere che ci dice : Dio è solo una finzione , ci fa solo perdere tempo e ci toglie la voglia di vivere. Non ti preoccupare di Lui! Cerca solo di carpire dalla vita quanto puoi! Anche a queste tentazioni sembra impossibile sottrarsi. Il PADRE NOSTRO nella sua interezza , e questa domanda in particolare, vogliono dirci : solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso ; allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione. Allora il “drago” ha vinto davvero. Finché egli non riesce a strapparti Dio, tu, nonostante tutte le sventure che ti minacciano, sei ancora rimasto intimamente sano. ...Le sventure possono essere necessarie alla nostra purificazione, ma il male distrugge. Questo dunque chiediamo nel più profondo : . che non ci venga strappata la fede che ci fa vedere Dio, che ci unisce a Cristo. Chiediamo che per i beni non perdiamo il Bene stesso , che anche nella perdita di beni non vada perso per noi il Bene, Dio; che non andiamo persi noi : liberaci dal male!
.("GESU' di Nazaret " di Benedetto XVI )..Dio stabilisce una relazione tra sé e noi. Si rende invocabile. Egli entra in rapporto con noi e ci dà la possibilità di stare in rapporto con Lui. Ma ciò significa : Egli si consegna in qualche modo al nostro mondo umano. E' divenuto accessibile e perciò anche vulnerabile. Affronta il rischio della relazione, dell'essere con noi.
RispondiEliminaCiò che giunge a compimento nell'incarnazione ha avuto inizio con la consegna del nome. .Di fatto vedremo nella riflessione sulla preghiera sacerdotale di Gesù che Egli lì si presenta come il nuovo Mosè :” Ho fatto conoscere il tuo Nome agli uomini...” ( Gv 17,6) Ciò che ebbe inizio nel roveto ardente nel deserto del Sinai si compie presso il roveto ardente della croce. Dio ora è davvero divenuto accessibile nel Suo Figlio fatto uomo. Egli fa parte del nostro mondo, si è consegnato , per così dire, nelle nostre mani.
Da qui comprendiamo che cosa significhi la richiesta della santificazione del nome di Dio. Ora del nome di Dio si può abusare e così macchiare Dio stesso. Possiamo impadronirci del nome di Dio per i nostri scopi e deturpare così l'immagine di Dio. Quanto più Egli si consegna nelle nostre mani, tanto più noi possiamo oscurare la sua luce; quanto più Egli è vicino, tanto più il nostro abuso può renderlo irriconoscibile. Martin Buber ha detto una volta che con tutto l'infame abuso fatto del nome di Dio potremmo perdere il coraggio di pronunciarlo. Ma tacerlo sarebbe ancor più un rifiuto del suo Amore che ci viene incontro. Buber dice che potremmo quindi solo con profondo rispetto raccogliere di nuovo i frammenti del nome imbrattato e cercare di purificarli. Ma da soli non ne siamo affatto capaci. Possiamo soltanto implorare Lui stesso che non lasci annientare la luce del suo nome in questo mondo.
E questa supplica affinchè Egli stesso si prenda cura della santificazione del suo nome, protegga il meraviglioso mistero della sua accessibilità da parte nostra e, sempre di nuovo , esca nella sua vera identità dalla deformazione causata da noi – questa supplica, tuttavia, costituisce per noi anche un grande esame di coscienza : come tratto io il santo nome di Dio ? Sto con timore riverenziale davanti al mistero del roveto ardente , davanti all'incomprensibile modalità della sua vicinanza fino alla presenza nell'Eucaristia , nella quale Egli si consegna davvero totalmente nelle nostre mani? Mi preoccupo che la santa coabitazione di Dio con noi non trascini Lui nel sudiciume , ma elevi noi alla sua purezza e santità?
Benedetto XVI “ GESU' DI NAZARET” ( Liberaci dal male)
RispondiElimina...Anche oggi ci sono, da un lato, le potenze del mercato, del traffico di armi, di droghe e di uomini – potenze che gravano sul mondo e trascinano l'umanità in vincoli ai quali non ci si può sottrarre.
Anche oggi c'è, dall'altro lato, l'ideologia del successo, del benessere che ci dice : Dio è solo una finzione , ci fa solo perdere tempo e ci toglie la voglia di vivere. Non ti preoccupare di Lui! Cerca solo di carpire dalla vita quanto puoi! Anche a queste tentazioni sembra impossibile sottrarsi.
Il PADRE NOSTRO nella sua interezza , e questa domanda in particolare, vogliono dirci : solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso ; allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione. Allora il “drago” ha vinto davvero. Finché egli non riesce a strapparti Dio, tu, nonostante tutte le sventure che ti minacciano, sei ancora rimasto intimamente sano. ...Le sventure possono essere necessarie alla nostra purificazione, ma il male distrugge.
Questo dunque chiediamo nel più profondo : . che non ci venga strappata la fede che ci fa vedere Dio, che ci unisce a Cristo. Chiediamo che per i beni non perdiamo il Bene stesso , che anche nella perdita di beni non vada perso per noi il Bene, Dio; che non andiamo persi noi : liberaci dal male!