martedì 30 settembre 2014

A - 27 DOM.T.O.


1 commento:

  1. La vita appartiene a Dio
    Cosa dice a noi questa parabola che abbiamo udito senza tradire il suo contesto storico. Gesù è ormai dentro a un conflitto aperto con il suo mondo religioso.
    Possiamo partire dall'inizio per capire questa parabola. “In principio Dio creò il cielo e la terra”.
    Non siamo un prodotto del destino e tanto
    meno siamo un prodotto del caos. Bene, su questa terra Dio pianta una vigna che è l'uomo, che è la donna. E poi questa vigna diventa il popolo di Israele, diventa la Chiesa, diventiamo noi. Noi siamo la vigna del Signore. La nostra vita è la vigna del Signore, come cercavamo di dire già domenica scorsa.Qui emergono due verità.
    La prima . Dio ha cura della vigna, ha cura della nostra vita.
    Circonda la vigna con una siepe. Scava una buca per il torchio.
    Costruisce una torre. Siepe che dice protezione. Oggi festeggiamo i nostri Angeli Custodi, una bella siepe protettiva. Scava una buca per il torchio, che dice tutte le nostre possibilità, doti personali, per spremere bene il succo della vita. Costruisce una torre, che può indicare la capacità nostra di vedere il bene e di accoglierlo. Insomma, non manca niente. Non ci manca niente.
    La seconda verità, il padrone non vende la vigna, la dà in affitto. Noi siamo in affitto dentro la nostra vita. Questo è un vero e proprio affidamento. Insomma, quest'uomo, che è poi Dio, dice: ti do, ti affido la vita, la vigna , la vita non è tua.
    Il padrone della vigna ad un certo punto manda i suoi servi a raccogliere i frutti, a raccogliere l'uva.
    Fuori metafora, cosa vuol dire questo per noi? Che il Signore ogni tanto ci manda qualcuno che o richiede il frutto della pazienza, della sopportazione, del portare il peso dell'altro, oppure, incontro una bellissima donna, ma sono già sposato, e questa persona senza saperlo mi chiede il frutto della fedeltà. Oppure qualcuno arriva e mi chiede il frutto della generosità e del sacrificio perchè ha bisogno di me. Il Signore mi manda i suoi servi nel modo più diverso per raccogliere i frutti.
    Adesso, cosa succede? Che dopo tutte queste richieste i servi vengono massacrati. I contadini che hanno in affitto la vigna, la vita , prendono i servi : uno lo bastonarono, l'altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. E via di questo passo. Il padrone della vigna manda altri servi e in continuazione tutti vengono eliminati, massacrati. Perchè tutto questo? Perchè i contadini, che siamo noi, non dico noi personalmente, dico l'uomo in quanto tale, dicono : la vigna è nostra, i frutti sono nostri.
    La vita è mia e ne faccio quello che voglio. Altro che affitto, altro che stare nella mia vita in affitto. Noi siamo proprietari della vigna, e pertanto possiamo tranquillamente calpestare tutti quelli vengono a disturbare il nostro quieto vivere. Li massacriamo, qualche volta. Non solo, se sono il padrone esclusivo della mia vita, posso anche disporre della vita degli altri.
    Guardate che prima di esserci la dittatura del proletariato o della razza ariana perfetta, c'è la dittatura egemonica del nostro io. E poi di lì nascono tutte le altre dittature, quelle che voi volete e che studiamo sui libri di storia. La vigna è mia, altro che in affitto...->

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