Raccogliamo subito l'invito della prima lettura del profeta Isaia ( IS 55,6-9) “ Cercate il Signore, mentre si fa trovare”.Cercate il Signore, il suo modo di ragionare , il suo essere. Perchè? Perchè : “ I miei pensieri non sono i vostri pensieri e le vostre vie non sono le mie vie”. Come dire . Cercate, dovete conoscermi di più, perchè i miei progetti su di voi non sono quelli che pensate ; perchè le strade sulle quali Io voglio condurvi, non sono i sentieri che voi umanamente percorrete.... Cercatemi di più! Nella seconda lettura prentava un esempio di quanto adesso dicevo. Paolo si è vista la vita rovesciata come un guanto , quell'incontro sulla via di Damasco gli ha cambiato l'esistenza. Paolo pensava di camminare per certe strade, pensava di perseguire certi progetti, ma gli viene cambiato tutto. A pochi anni da Damasco, Paolo dal carcere può scrivere ai suoi amici Filippesi come abbiamo udito :” Per me vivere è Cristo , morire un guadagno”. Ecco come incomincia a ragionare un uomo che ha cercato Dio ed è stato afferrato da Lui. . E' un modo di ragionare ormai completamente diverso. “ Per me ormai vivere è Cristo , morire un guadagno”. Diremmo subito : che fanatico ! No. E Paolo va oltre, spiega tutto questo e dice ai Filippesi . “ Io sono come preso da due desideri diversi , il primo è morire per potermi unire pienamente a Cristo , e il secondo , che è forte come il primo , è poter stare ancora con voi per predicare il Vangelo e sorreggere le nostre vite”.Paolo è lacerato fra questi due desideri . Che cosa farà? Paolo lascerà a Dio di far Lui la scelta, perchè comprende bene che i progetti di Dio, i pensieri di Dio sono ancora sempre diversi da quelli che lui può pensare o progettare. Il Vangelo letto fa emergere il modo di ragionare di Dio , i suoi progetti , il suo cuore, il suo modo di pensare . E lo fa emergere in modo scandaloso. La parabola udita era chiara nei suoi termini . Questo padrone che esce all'alba e poi alle nove, e poi a mezzogiorno, e poi alle tre, e poi alle cinque; se notate bene, sono le grandi ore della preghiera liturgica. In tutte queste ore chiama, assume del personale. Poi , quando giunge il momento della paga, tutti vengono compensati allo stesso modo, e così questo padrone spiazza tutti. Spiazza i primi che avevano incominciato a lavorare all'alba e aspettavano di ricevere di più , e spiazza gli ultimi che hanno incominciato a lavorare alle cinque del pomeriggio, per soltanto un'ora. Diciamo francamente : questa parabola spiazza anche continuamente noi. Cosa volete, noi ci portiamo in cuore, nella testa, nella pratica della vita , il criterio della giustizia, quella che a noi sembra scavalcabile con il criterio molto semplice . A ciascuno il suo. Già, ma in base a che cosa a ciascuno il suo?....Eh, cari amici, anche Dio dice a me e a voi “ a ciascuno il suo” in base a che cosa, però? In base a quello che faccio ? In base al mio merito? Ecco che qui abbiamo la morale del Vangelo di oggi e ancora una volta viene evidenziato che il modo di ragionare, di pensare di Dio è così diverso dal nostro.
A ciascuno il suo, dice Dio, ma non in base a ciò che tu fai per me, ma in base al bene che Io voglio a te. E voi capite che il discorso è capovolto. Non dare a qualcuno in base a quello che lui fa per me, ma dare semplicemente a questo qualcuno in base al bene che io voglio a lui. Punto e basta. E poiché il cuore di Dio è un cuore infinito e sconfinato, possiamo proprio ben dire che Lui dà l'infinito a tutti, senza distinzione alcuna, e se mai dicendo che gli ultimi saranno i primi e i primi saranno gli ultimi. Che bello entrare sempre più in questo modo di ragionare di Dio, dare al mio prossimo , a tutto il mio prossimo, non in base a quello che lui fa per me, ma in base all'amore che io porto a lui. A quell'amore che il nostro Cardinale ha chiamato nella lettera pastorale “ Ieri e oggi” l'amore di Agape, l'amore di benevolenza. Collocarci di fronte al prossimo con l'amore di benevolenza per cui smettiamo di vivere i rapporti umani in base a delle relazioni sempre interessate. Se tu non fai qualcosa per me, anche piccola, io non farò nulla per te. Ma vivere le relazioni umane in base all'amore di Agape, in base all'amore di benevolenza, in base a quell'amore, ripeto , che dà a tutti, non in base a quello che uno fa per me, ma in base all'amore che io porto per lui. Lo ripeto per la terza volta. Siamo , io perlomeno, ancora rachitico su questo discorso; sono ancora rattrappito, chiuso in me. Noi dobbiamo chiedere in questa Eucaristia che il nostro cuore si allarghi e che diventi un po' più simile a quello di Dio. Perchè Dio è così. “Io voglio dare a quest'ultimo quanto a te. Non posso fare delle mie cose quel che voglio? Oppure tu sei invidioso perchè io sono buono?”. Chiediamo in questa Messa il grande dono di un cuore più ampio, di un cuore più misericordioso, più capace di dilatarsi su queste misure. Viviamo anche troppo di piccole e grandi gratificazioni, e se non ci sono, nessuno ci smuove. Ecco , vi prego di unirvi a questa mia intenzione, mentre insieme continuiamo l'Eucaristia-
Raccogliamo subito l'invito della prima lettura del profeta Isaia ( IS 55,6-9) “ Cercate il Signore, mentre si fa trovare”.Cercate il Signore, il suo modo di ragionare , il suo essere. Perchè? Perchè : “ I miei pensieri non sono i vostri pensieri e le vostre vie non sono le mie vie”.
RispondiEliminaCome dire . Cercate, dovete conoscermi di più, perchè i miei progetti su di voi non sono quelli che pensate ; perchè le strade sulle quali Io voglio condurvi, non sono i sentieri che voi umanamente percorrete.... Cercatemi di più!
Nella seconda lettura prentava un esempio di quanto adesso dicevo. Paolo si è vista la vita rovesciata come un guanto , quell'incontro sulla via di Damasco gli ha cambiato l'esistenza. Paolo pensava di camminare per certe strade, pensava di perseguire certi progetti, ma gli viene cambiato tutto. A pochi anni da Damasco, Paolo dal carcere può scrivere ai suoi amici Filippesi come abbiamo udito :” Per me vivere è Cristo , morire un guadagno”. Ecco come incomincia a ragionare un uomo che ha cercato Dio ed è stato afferrato da Lui. . E' un modo di ragionare ormai completamente diverso. “ Per me ormai vivere è Cristo , morire un guadagno”. Diremmo subito : che fanatico ! No. E Paolo va oltre, spiega tutto questo e dice ai Filippesi . “ Io sono come preso da due desideri diversi , il primo è morire per potermi unire pienamente a Cristo , e il secondo , che è forte come il primo , è poter stare ancora con voi per predicare il Vangelo e sorreggere le nostre vite”.Paolo è lacerato fra questi due desideri . Che cosa farà? Paolo lascerà a Dio di far Lui la scelta, perchè comprende bene che i progetti di Dio, i pensieri di Dio sono ancora sempre diversi da quelli che lui può pensare o progettare.
Il Vangelo letto fa emergere il modo di ragionare di Dio , i suoi progetti , il suo cuore, il suo modo di pensare . E lo fa emergere in modo scandaloso.
La parabola udita era chiara nei suoi termini . Questo padrone che esce all'alba e poi alle nove, e poi a mezzogiorno, e poi alle tre, e poi alle cinque; se notate bene, sono le grandi ore della preghiera liturgica. In tutte queste ore chiama, assume del personale. Poi , quando giunge il momento della paga, tutti vengono compensati allo stesso modo, e così questo padrone spiazza tutti. Spiazza i primi che avevano incominciato a lavorare all'alba e aspettavano di ricevere di più , e spiazza gli ultimi che hanno incominciato a lavorare alle cinque del pomeriggio, per soltanto un'ora.
Diciamo francamente : questa parabola spiazza anche continuamente noi. Cosa volete, noi ci portiamo in cuore, nella testa, nella pratica della vita , il criterio della giustizia, quella che a noi sembra scavalcabile con il criterio molto semplice . A ciascuno il suo. Già, ma in base a che cosa a ciascuno il suo?....Eh, cari amici, anche Dio dice a me e a voi “ a ciascuno il suo” in base a che cosa, però? In base a quello che faccio ? In base al mio merito? Ecco che qui abbiamo la morale del Vangelo di oggi e ancora una volta viene evidenziato che il modo di ragionare, di pensare di Dio è così diverso dal nostro.
A ciascuno il suo, dice Dio, ma non in base a ciò che tu fai per me, ma in base al bene che Io voglio a te. E voi capite che il discorso è capovolto. Non dare a qualcuno in base a quello che lui fa per me, ma dare semplicemente a questo qualcuno in base al bene che io voglio a lui. Punto e basta.
RispondiEliminaE poiché il cuore di Dio è un cuore infinito e sconfinato, possiamo proprio ben dire che Lui dà l'infinito a tutti, senza distinzione alcuna, e se mai dicendo che gli ultimi saranno i primi e i primi saranno gli ultimi. Che bello entrare sempre più in questo modo di ragionare di Dio, dare al mio prossimo , a tutto il mio prossimo, non in base a quello che lui fa per me, ma in base all'amore che io porto a lui. A quell'amore che il nostro Cardinale ha chiamato nella lettera pastorale “ Ieri e oggi” l'amore di Agape, l'amore di benevolenza. Collocarci di fronte al prossimo con l'amore di benevolenza per cui smettiamo di vivere i rapporti umani in base a delle relazioni sempre interessate. Se tu non fai qualcosa per me, anche piccola, io non farò nulla per te. Ma vivere le relazioni umane in base all'amore di Agape, in base all'amore di benevolenza, in base a quell'amore, ripeto , che dà a tutti, non in base a quello che uno fa per me, ma in base all'amore che io porto per lui. Lo ripeto per la terza volta. Siamo , io perlomeno, ancora rachitico su questo discorso; sono ancora rattrappito, chiuso in me. Noi dobbiamo chiedere in questa Eucaristia che il nostro cuore si allarghi e che diventi un po' più simile a quello di Dio. Perchè Dio è così.
“Io voglio dare a quest'ultimo quanto a te. Non posso fare delle mie cose quel che voglio? Oppure tu sei invidioso perchè io sono buono?”.
Chiediamo in questa Messa il grande dono di un cuore più ampio, di un cuore più misericordioso, più capace di dilatarsi su queste misure. Viviamo anche troppo di piccole e grandi gratificazioni, e se non ci sono, nessuno ci smuove.
Ecco , vi prego di unirvi a questa mia intenzione, mentre insieme continuiamo l'Eucaristia-