venerdì 24 febbraio 2023

A - 1 DOMENICA di QUARESIMA


 

6 commenti:

  1. Antifona
    Mi invocherà e io gli darò risposta;
    nell’angoscia io sarò con lui, lo libererò e lo renderò glorioso.
    Lo sazierò di lunghi giorni e gli farò vedere la mia salvezza. (Sal 90, 15-16)
    .

    O Dio, che conosci la fragilità della natura umana
    ferita dal peccato,
    concedi al tuo popolo
    di intraprendere con la forza della tua parola
    il cammino quaresimale,
    per vincere le tentazioni del maligno
    e giungere alla Pasqua rigenerato nello Spirito.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.


    Dal libro della Gènesi 2,7-9; 3,1-7


    Il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.
    Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male.
    Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: "Non dovete mangiare di alcun albero del giardino"?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: "Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete"». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male».
    Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 50 (51)
    R. Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.

    Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
    nella tua grande misericordia
    cancella la mia iniquità.
    Lavami tutto dalla mia colpa,
    dal mio peccato rendimi puro. R.

    Sì, le mie iniquità io le riconosco,
    il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
    Contro di te, contro te solo ho peccato,
    quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto. R.

    Crea in me, o Dio, un cuore puro,
    rinnova in me uno spirito saldo.
    Non scacciarmi dalla tua presenza
    e non privarmi del tuo santo spirito. R.

    Rendimi la gioia della tua salvezza,
    sostienimi con uno spirito generoso.
    Signore, apri le mie labbra
    e la mia bocca proclami la tua lode. R.

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  2. Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
    Rm 5,12-19 Dove ha abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia.

    Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato.
    Fino alla Legge infatti c'era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la Legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire.
    Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti. E nel caso del dono non è come nel caso di quel solo che ha peccato: il giudizio infatti viene da uno solo, ed è per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute, ed è per la giustificazione. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.
    Come dunque per la caduta di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l'opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dà vita. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti.

    Parola di Dio.


    Acclamazione al Vangelo
    Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

    Non di solo pane vivrà l’uomo,
    ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. (Mt 4,4b)

    Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

    Vangelo
    Gesù digiuna per quaranta giorni nel deserto ed è tentato.
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 4,1-11

    In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: "Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio"».
    Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: "Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra"». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: "Non metterai alla prova il Signore Dio tuo"».
    Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: "Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto"».
    Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

    Parola del Signore.

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  3. FAUSTI – Gesù fu portato su nel deserto. Lo Spirito ricevuto nel battesimo Lo porta non in un luogo privilegiato, bensì nel deserto montagnoso che si trova sopra il Giordano.
    Nel deserto si trovò Adamo, dopo il peccato e Israele dopo l'uscita dall' Egitto .
    È il luogo invivibile, della prova e della caduta.
    Lì Dio ci rieduca all'ascolto, per ricondurci alla “ terra”. Il Figlio, dopo il battesimo, è portato nel deserto per incontrare i figli disobbedienti e ingiusti che in esso si sono perduti.
    Compiuta la scelta buona, c'è la difficoltà di portarla avanti. Le tentazioni non esistono finché si fa il male. Vengono quando ci si ribella a esso, e con violenza proporzionale all'impegno.
    Fu facile per il Signore liberare Israele dall'Egitto e dalle mani del faraone ; gli sarà più difficile liberarlo dall'Egitto e dal faraone che è in lui stesso.
    Non gli basteranno quarant'anni di paziente lavoro.
    “Avendo digiunato quaranta giorni e quaranta notti” E' un richiamo ai quaranta giorni di Mosè sul monte e di Elia in cammino verso l' Oreb (Es 34,8 – 1 Re 19,1-8). il numero allude anche agli anni di Israele nel deserto : è una vita!
    Considerare il cibo come vita è causa di bulimia nel caso di assunzione, di anoressia nel caso di rifiuto. Ma questo digiuno è delirio di onnipotenza, volontà di controllo sulla vita ; quello di Gesù invece è riconoscimento che la vita è un dono , e non viene dal cibo, ma dal Padre.
    Il punto d'attacco della tentazione è la fame, il bisogno.
    . Alla prospettiva ovvia e naturale dell'uomo, Gesù risponde con la prospettiva di Dio : “Sta scritto”.
    “Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni Parola che esce dalla bocca di Dio” Richiama la prima tentazione d'Israele nel deserto : il bisogno di pane, al quale Dio rispose con la manna.
    E' anche la prima tentazione dell'uomo che consiste nel porre la falsa alternativa tra pane e Parola, materia e Spirito, uomo e Dio.
    Questo capita quando si fa delle proprie fami l'assoluto.
    L'assoluto non è la vita materiale, ma il “modo” in cui la vivo.
    Se ascolto la Parola del Padre, vivo da figlio e da fratello.
    Questo assicura già ora il pane quotidiano a tutti e la vita eterna di cui è segno.
    “Sul pinnacolo” E' la tentazione centrale .
    Un messianismo che risponda alle attese religiose, garantendo il “possesso” di Dio con segni visibili .
    Gesù fu tentato come profeta, come sacerdote e come re, intendendo rispettivamente la salvezza in modo materialistico, la comunione con Dio in modo miracolistico, la libertà in modo padronale. Sono le tentazioni di sempre : scambiare salvezza con salute, Dio con le sue ( o meglio, nostre) prestazioni/sensazioni , l'altro con il nostro potere su di lui.
    Le tentazioni non sono solo un incidente iniziale, quasi un biglietto d'ingresso.
    Sono la lotta che Gesù continuerà tutta la vita , nella fatica di vivere il proprio limite, anche quello estremo, da Figlio e non da padrone.
    Gesù ha manifestato fiducia nel Padre e nella Sua Parola.
    Ora, il diavolo, facendosi sottile teologo, cita a proposito il Sl 91 : Gesù si fida davvero della Parola del Padre, e questa merita fiducia? Si butti dal pinnacolo!
    “E' scritto anche” non si può isolare un aspetto della Parola da un altro : è “un'eresia”, con cui scelgo ciò che Dio dovrebbe fare a mio vantaggio, dimenticando che la fede è altro : è innanzitutto ascoltare e amare Lui in sé, non per ciò che dà a me.
    I doni sono segno del Suo Amore. A chi li pretende non sono dati .
    Chi ama non li richiede e ne scopre in abbondanza.
    Gesù risponde richiamando l'episodio di Massa . la tentazione dell'acqua (Es 17,1-7).
    E' la caduta nella diffidenza : chi non ha fiducia, ha fame insaziabile di conferme.
    La vita religiosa è spesso pretesa e attesa di approvazione da parte di Dio.
    Gli diciamo sempre . “Ascoltaci, o Signore!” invece di chiedergli :”fa' che Ti ascoltiamo, Signore!”


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  4. Implicitamente pensiamo che Lui non ci voglia bene e non voglia il nostro bene. Cerchiamo in tutti i modi di ingraziarcelo, di piegarlo a noi, di comperarlo.
    Povero Dio, che è Amore! Questo è il peccato più grave contro di Lui, cosa dura ai Suoi orecchi.
    Dio non va tentato : non deve ascoltarci – da sempre ci ascolta ! - ma dev'essere ascoltato da noi.
    La Sua Parola ci è data perché noi , e non Lui, obbediamo a essa.
    “Tutti i regni del mondo”: Il Messia deve dominare da mare a mare (Sl 72,8) , a Lui è stato dato ogni potere , in cielo e sulla terra (28,16-20). Ma tutti i regni e i re di questo mondo sono il capovolgimento grottesco di Dio e del Suo Regno. Tolgono la libertà, invece di darla, cercano il dominio invece del servizio, gonfiano di vanagloria invece di riflettere la “gloria”.
    Il potere è concesso a chi adora satana, a chi lo ritiene come valore assoluto. Vorremmo che il Messia fosse il garante divino del potere dell'uomo sull'uomo.
    Ma Dio non conferma il nostro male. Preferisce liberarcene.
    Il potere è il vero idolo, l'alternativa unica a Dio , è il dio di questo mondo.
    Gesù sarà Re, ma sulla croce.
    Lì si rivelerà come libertà assoluta, mettendo la vita a servizio di tutti, senza dominare nessuno.
    Pietro sarà chiamato satana , perchè attende un Messia di questo tipo e non il Crocifisso.
    Quanti cristi satanici che rispondono ai nostri deliri di potenza!
    La Croce è la distanza infinita che Dio ha posto tra se stesso e ogni nostra immagine religiosa di Lui (Bonhoeffer).
    Il potere di satana sul mondo si farà sempre più forte.
    Cristo lo vincerà sulla Croce. La stessa Chiesa, Sua sposa, lo vincerà quando sarà disposta a condividere la sorte del suo con- sorte.

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  5. PAPA FRANCESCO – ANGELUS - 1 marzo 2020
    In questa prima domenica di QUARESIMA, il Vangelo ( Mt 4,1-11) racconta che GESÙ, dopo il BATTESIMO nel fiume del Giordano, «fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal DIAVOLO» (v. 1). Egli si prepara a cominciare la sua missione di annunciatore del REGNO dei CIELI e, come già Mosè ed Elia ( Es 24,18; 1 Re 19,8), nell’Antico Testamento, lo fa con un digiuno di quaranta giorni. Entra in “QUARESIMA”.
    Al termine di questo periodo di digiuno, irrompe il TENTATORE, il DIAVOLO, che cerca per tre volte di mettere in difficoltà GESÙ. La prima TENTAZIONE prende spunto dal fatto che GESÙ ha fame; il DIAVOLO gli suggerisce: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane» (v. 3). Una sfida. Ma la risposta di GESÙ è netta: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”» (4,4). Egli si richiama a Mosè, quando ricorda al popolo il lungo cammino compiuto nel deserto, in cui ha imparato che la sua vita dipende dalla Parola di Dio ( Dt 8,3).
    Poi il DIAVOLO fa un secondo tentativo, ( vv. 5-6) si fa più astuto, citando anch’egli la Sacra Scrittura. La strategia è chiara: se tu hai tanta fiducia nella potenza di Dio, allora sperimentala, infatti la Scrittura stessa afferma che sarai soccorso dagli angeli ( v. 6). Ma anche in questo caso GESÙ non si lascia confondere, perché chi crede sa che Dio non lo si mette alla prova, ma ci si affida alla sua bontà. Perciò alle parole della Bibbia, strumentalmente interpretate da SATANA, GESÙ risponde con un’altra citazione: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”» (v. 7).
    Infine, il terzo tentativo ( vv. 8-9) rivela il vero pensiero del DIAVOLO: poiché la venuta del REGNO dei CIELI segna l’inizio della sua sconfitta, il maligno vorrebbe distogliere GESÙ dal portare a compimento la sua missione, offrendogli una prospettiva di messianismo politico. Ma GESÙ respinge l’idolatria del potere e della gloria umana e, alla fine, scaccia il TENTATORE dicendogli: «Vattene, SATANA! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”» (v. 10). E a questo punto, presso GESÙ, fedele alla consegna del Padre, si avvicinarono degli angeli per servirlo (v. 11).
    Questo ci insegna una cosa: GESÙ non dialoga con il DIAVOLO. GESÙ risponde al DIAVOLO con la Parola di Dio, non con la sua parola. Nella TENTAZIONE tante volte noi incominciamo a dialogare con la TENTAZIONE, a dialogare con il DIAVOLO: “Sì, ma io posso fare questo…, poi mi confesso, poi questo, quell’altro…”. Mai dialogare con il DIAVOLO. GESÙ fa due cose con il DIAVOLO: lo scaccia via o, come in questo caso, risponde con la Parola di Dio. State attenti: mai dialogare con la TENTAZIONE, mai dialogare con il DIAVOLO.
    Anche oggi SATANA irrompe nella vita delle persone per tentarle con le sue proposte allettanti; mescola la sua alle tante voci che cercano di addomesticare la coscienza. Da più parti arrivano messaggi che invitano a “lasciarsi TENTARE” per sperimentare l’ebbrezza della trasgressione. L’esperienza di GESÙ ci insegna che la TENTAZIONE è il tentativo di percorrere vie alternative a quelle di Dio: “Ma, fai questo, non c’è problema, poi Dio perdona! Ma un giorno di gioia prenditelo…” – “Ma è peccato!” – “No, non è niente”. Vie alternative, vie che ci danno la sensazione dell’autosufficienza, del godimento della vita fine a sé stesso. Ma tutto ciò è illusorio: ben presto ci si rende conto che più ci allontaniamo da Dio, più ci sentiamo indifesi e inermi di fronte ai grandi problemi dell’esistenza.
    La Vergine Maria, la Madre di Colui che ha schiacciato il capo al serpente, ci aiuti in questo tempo di QUARESIMA ad essere vigilanti di fronte alle TENTAZIONI, a non sottometterci ad alcun idolo di questo mondo, a seguire GESÙ nella lotta contro il male; e riusciremo anche noi vincitori come GESÙ.

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  6. BENEDETTO XVI( ANGELUS 13 MARZO 2011)
    In questo Tempo di QUARESIMA, nell’Anno della fede, rinnoviamo il nostro impegno nel cammino di CONVERSIONE, per superare la tendenza di chiuderci in noi stessi e per fare, invece, spazio a Dio, guardando con i suoi occhi la realtà quotidiana. L’alternativa tra la chiusura nel nostro egoismo e l’apertura all’amore di Dio e degli altri, potremmo dire che corrisponde all’alternativa delle TENTAZIONI di GESÙ: alternativa, cioè, tra potere umano e amore della CROCE, tra una redenzione vista nel solo benessere materiale e una redenzione come opera di Dio, cui diamo il primato nell’esistenza. Convertirsi significa non chiudersi nella ricerca del proprio successo, del proprio prestigio, della propria posizione, ma far sì che ogni giorno, nelle piccole cose, la verità, la fede in Dio e l’amore diventino la cosa più importante.

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