In quei giorni, il Signore disse ad Abram: «Vàttene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò. Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò, e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra». Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore.
Seconda Lettura
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo 2 Tm 1,8b-10
Figlio mio, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo. Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia. Questa ci è stata data in Cristo Gesù fin dall'eternità, ma è stata rivelata ora, con la manifestazione del salvatore nostro Cristo Gesù. Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l'incorruttibilità per mezzo del Vangelo.
VANGELO DEL GIORNO Dal Vangelo secondo Matteo Mt 17,1-9
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti».
PAROLE DEL SANTO PADRE “La trasfigurazione aiuta i discepoli, e anche noi, a capire che la passione di Cristo è un mistero di sofferenza, ma è soprattutto un dono di amore, di amore infinito da parte di Gesù. L’evento di Gesù che si trasfigura sul monte ci fa comprendere meglio anche la sua risurrezione. Per capire il mistero della croce è necessario sapere in anticipo che Colui che soffre e che è glorificato non è solamente un uomo, ma è il Figlio di Dio, che con il suo amore fedele fino alla morte ci ha salvati”. (Angelus 25 febbraio 2018) Attraverso l’evento meraviglioso della Trasfigurazione, i tre discepoli sono chiamati a riconoscere in Gesù il Figlio di Dio splendente di gloria. Essi avanzano così nella conoscenza del loro Maestro, rendendosi conto che l’aspetto umano non esprime tutta la sua realtà; ai loro occhi è rivelata la dimensione ultraterrena e divina di Gesù. E dall’alto risuona una voce che dice: «Questi è il Figlio mio, l’amato […]. Ascoltatelo» (v. 5). È il Padre celeste che conferma l’“investitura” – chiamiamola così – di Gesù già fatta nel giorno del battesimo al Giordano e invita i discepoli ad ascoltarlo e seguirlo. […] Anche a noi Gesù dice: «Alzatevi e non temete» (Mt 17,7). In questo mondo, segnato dall’egoismo e dall’avidità, la luce di Dio è offuscata dalle preoccupazioni del quotidiano. Diciamo spesso: non ho tempo per pregare, non sono capace di svolgere un servizio in parrocchia, di rispondere alle richieste degli altri... Ma non dobbiamo dimenticare che il Battesimo che abbiamo ricevuto ci ha fatto testimoni, non per nostra capacità, ma per il dono dello Spirito. (Angelus, 8 marzo 2020)
FAUSTI - “Ascoltate Lui!”, dice la voce dal cielo. Infatti “questi è il Figlio mio, l'amato, in cui mi compiacqui!”. Il Padre parla solo due volte dicendo e ribadendo la stessa cosa . Proclama Gesù come Figlio una prima volta dopo il Battesimo (3,17) e una seconda qui, dopo la predizione della sua morte e risurrezione (16,21) . La trasfigurazione è la conferma della via intrapresa nel battesimo, anticipo della gloria di Pasqua. Alla sua luce il “Servo” inizia il cammino verso Gerusalemme. Proprio in quanto Servo dei fratelli, il Figlio dell'uomo è il Figlio amato, la Parola stessa da ascoltare, l'irradiazione della Gloria del Padre, il Messia che ci salva. Il Padre conferma così quanto Gesù ha appena detto : riconosce Colui che accetta di essere riconosciuto da Pietro come il Cristo e il Figlio di Dio, (16,16) , Colui che afferma di essere il Servo sofferente, che Pietro non accetta (16,21-23), Colui che chiama al Suo stesso cammino (16,24) , e si dichiara il Giudice del mondo (16,27). Davanti a tre uomini, il Figlio dell'uomo è proclamato dal Padre come Suo Figlio. Il Padre ha una sola Parola , che lo rivela pienamente : il Figlio. A noi dice di ascoltarlo, perchè, ascoltando Lui, diventiamo come Lui, figli. La trasfigurazione è l'esperienza fondamentale della vita di Gesù : la scelta fatta nel Battesimo, che ora si concreta nella prospettiva della croce, è confermata come via alla libertà e alla Gloria di Dio. E' un'illuminazione interiore tanto forte che “trasforma” il Suo stesso Corpo in sole e luce. La luce è il simbolo più appropriato di Dio : principio di creazione e di conoscenza., fa essere ogni cosa quello che è e la fa vedere per quello che è. Ma è anche sorgente di gioia, segno dell'amore che rende luminosi. Il Figlio brilla della luce stessa di Dio , primizia della creazione nuova : come tutto è fatto attraverso Lui, in Lui e per Lui, così tutto partecipa della Sua medesima sorte nella luce. Noi pure siamo chiamati a vedere il Signore faccia a faccia (1Cor13,12) e riflettere a viso scoperto la Sua gloria, fino a essere trasformati in Lui (2Cor 3,18), configurati all'icona del Figlio, il primogenito tra molti fratelli. Siamo chiamati a rivestirci di luce ed a essere luce : ” Sorgi, sii luce, perchè viene la tua luce e la gloria del Signore brilla su di te” (Is 60,1). L'amore si realizza nello scambio di ciò che si ha e si è , così che l'amato diventa la forma di chi lo ama. L'incarnazione che porta alla croce (battesimo) rende Dio uguale a noi; la trasfigurazione, caparra della risurrezione, rende noi uguali a Lui. Non solo il nostro spirito, ma anche il nostro corpo è per il Signore, destinato alla risurrezione. E' importante anche per i discepoli averlo visto : quando sarà risorto, potranno capire che il Risorto è lo stesso Gesù che fu crocifisso. Pietro ha capito che è bello!
-->Sul Volto del Figlio appare la bellezza originaria nella quale Dio ha creato il mondo. Qui è bello essere . Altrove è brutto e non possiamo stare , perchè non siamo ciò che siamo. La Trasfigurazione del Figlio rappresenta anche l'anticipo di ciò che saremo. Il seme della nostra gloria divina è gettato quando decidiamo veramente di “ascoltare” Lui e di fare la Sua Parola : questa è la “forma “ che trasforma la nostra vita a immagine della Sua, fino alla sua misura piena. La legge, data tramite Mosè, è la prima tenda di Dio tra gli uomini. La profezia, iniziata con Elia, è la seconda tenda di Dio tra gli uomini. La carne di Gesù è la tenda definitiva di Dio in mezzo a noi (Gv 1,14). In Lui vediamo la Sua Gloria, come di Unigenito dal Padre. Infatti : “chi ha visto me, ha visto il Padre”(Gv 14,9). Gesù nella Sua umanità , mostra la divinità : i discepoli vedono il Suo Corpo che riluce della Glori a del Figlio nel quale il Padre si compiace, raggio anticipato della Risurrezione. La Chiesa è rappresentata dai tre apostoli che , a viso scoperto, riflettono come in uno specchio la gloria del Signore, e vengono trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito del Signore (2 Cor.3.18).
BENEDETTO XVI - ANGELUS - 20 marzo 2011 …. L’odierna domenica, la seconda di Quaresima, è detta della TRASFIGURAZIONE, perché il Vangelo narra questo mistero della vita di Cristo. Egli, dopo aver preannunciato ai discepoli la sua PASSIONE, “prese con sé PIETRO, GIACOMO e GIOVANNI suo fratello e li condusse in disparte, su un alto MONTE. E fu TRASFIGURATO davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce” (Mt 17,1-2). Secondo i sensi, la luce del sole è la più intensa che si conosca in natura, ma, secondo lo spirito, i discepoli videro, per un tempo breve, uno splendore ancora più intenso, quello della gloria divina di Gesù, che illumina tutta la storia della salvezza. San Massimo il Confessore afferma che “le vesti divenute bianche portavano il simbolo delle parole della Sacra Scrittura, che diventavano chiare e trasparenti e luminose” (Ambiguum 10: PG 91, 1128 B). Dice il Vangelo che, accanto a Gesù TRASFIGURATO, “apparvero MOSÈ ed ELIA che conversavano con lui” (Mt 17,3); MOSÈ ed ELIA, figura della Legge e dei Profeti. Fu allora che PIETRO, estasiato, esclamò: “Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per MOSÈ e una per ELIA” (Mt 17,4). Ma sant’Agostino commenta dicendo che noi abbiamo una sola dimora: Cristo; Egli “è la Parola di Dio, Parola di Dio nella Legge, Parola di Dio nei Profeti” (Sermo De Verbis Ev. 78,3: PL 38, 491). Infatti, il Padre stesso proclama: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo” (Mt 17,5). La TRASFIGURAZIONE non è un cambiamento di Gesù, ma è la rivelazione della sua divinità, “l’intima compenetrazione del suo essere con Dio, che diventa pura luce. Nel suo essere uno con il Padre, Gesù stesso è Luce da Luce” (Gesù di Nazaret, Milano 2007, 357). PIETRO, GIACOMO e GIOVANNI, CONTEMPLando la divinità del Signore, vengono preparati ad affrontare lo scandalo della croce, come viene cantato in un antico inno: “Sul MONTE ti sei TRASFIGURATO e i tuoi discepoli, per quanto ne erano capaci, hanno CONTEMPLato la tua gloria, affinché, vedendoti crocifisso, comprendessero che la tua PASSIONE era volontaria e annunciassero al mondo che tu sei veramente lo splendore del Padre” (Κοντάκιον είς τήν Μεταμόρφωσιν, in: Μηναια, t. 6, Roma 1901, 341). Cari amici, partecipiamo anche noi di questa visione e di questo dono soprannaturale, dando spazio alla preghiera e all’ascolto della Parola di Dio. Inoltre, specie in questo tempo di Quaresima, esorto, come scrive il Servo di Dio Paolo VI, “a rispondere al precetto divino della penitenza con qualche atto volontario, al di fuori delle rinunce imposte dal peso della vita quotidiana” (Cost. ap. Pænitemini, 17 febbraio 1966, III, c: AAS 58 [1966], 182). Invochiamo la Vergine MARIA, affinché ci aiuti ad ascoltare e seguire sempre il Signore Gesù, fino alla PASSIONE e alla croce, per partecipare anche alla sua gloria.
PAPA FRANCESCO - ANGELUS - II Dom QUAR. 16 marzo 2014 Oggi il Vangelo ci presenta l’evento della TRASFIGURAZIONE. E’ la seconda tappa del cammino quaresimale: la prima, le tentazioni nel deserto, domenica scorsa; la seconda: la TRASFIGURAZIONE. Gesù «prese con sé PIETRO, GIACOMO e GIOVANNI e li condusse in disparte, su un alto MONTE» (Mt 17,1). La MONTAGNA nella Bibbia rappresenta il luogo della vicinanza con Dio e dell’incontro intimo con Lui; il luogo della preghiera, dove stare alla presenza del Signore. Lassù sul MONTE, Gesù si mostra ai TRE DISCEPOLI TRASFIGURATO, luminoso, bellissimo; e poi appaiono MOSÈ ed ELIA, che conversano con Lui. Il suo volto è così splendente e le sue vesti così candide, che PIETRO ne rimane folgorato, tanto che vorrebbe rimanere lì, quasi fermare quel momento. Subito risuona dall’alto la voce del Padre che proclama Gesù suo Figlio prediletto, dicendo: «Ascoltatelo» (v. 5). Questa parola è importante! Il nostro Padre che ha detto a questi APOSTOLI, e dice anche a noi: “Ascoltate Gesù, perché è il mio Figlio prediletto”. Teniamo, questa settimana, questa parola nella testa e nel cuore: “Ascoltate Gesù!”. E questo non lo dice il Papa, lo dice Dio Padre, a tutti: a me, a voi, a tutti, tutti! E’ come un aiuto per andare avanti nella strada della Quaresima. “Ascoltate Gesù!”. Non dimenticare. È molto importante questo invito del Padre. Noi, discepoli di Gesù, siamo chiamati ad essere persone che ascoltano la sua voce e prendono sul serio le sue parole. Per ascoltare Gesù, bisogna essere vicino a Lui, seguirlo, come facevano le folle del Vangelo che lo rincorrevano per le strade della Palestina. Gesù non aveva una cattedra o un pulpito fissi, ma era un maestro itinerante, che proponeva i suoi insegnamenti, che erano gli insegnamenti che gli aveva dato il Padre, lungo le strade, percorrendo tragitti non sempre prevedibili e a volte poco agevoli. Seguire Gesù per ascoltarlo. Ma anche ascoltiamo Gesù nella sua Parola scritta, nel Vangelo. Vi faccio una domanda: voi leggete tutti i giorni un passo del Vangelo? Sì, no…sì, no… Metà e metà… Alcuni sì e alcuni no. Ma è importante! Voi leggete il Vangelo? E’ cosa buona; è una cosa buona avere un piccolo Vangelo, piccolo, e portarlo con noi, in tasca, nella borsa, e leggerne un piccolo passo in qualsiasi momento della giornata. In qualsiasi momento della giornata io prendo dalla tasca il Vangelo e leggo qualcosina, un piccolo passo. Lì è Gesù che ci parla, nel Vangelo! Pensate questo. Non è difficile, neppure necessario che siano i quattro: uno dei Vangeli, piccolino, con noi. Sempre il Vangelo con noi, perché è la Parola di Gesù per poterlo ascoltare. Da questo episodio della TRASFIGURAZIONE vorrei cogliere due elementi significativi, che sintetizzo in due parole: salita e discesa. Noi abbiamo bisogno di andare in disparte, di salire sulla MONTAGNA in uno spazio di silenzio, per trovare noi stessi e percepire meglio la voce del Signore. Questo facciamo nella preghiera. Ma non possiamo rimanere lì! L’incontro con Dio nella preghiera ci spinge nuovamente a “scendere dalla MONTAGNA” e ritornare in basso, nella pianura, dove incontriamo tanti fratelli appesantiti da fatiche, malattie, ingiustizie, ignoranze, povertà materiale e spirituale. A questi nostri fratelli che sono in difficoltà, siamo chiamati a portare i frutti dell’esperienza che abbiamo fatto con Dio, condividendo la grazia ricevuta. E questo è curioso. Quando noi sentiamo la Parola di Gesù, ascoltiamo la Parola di Gesù e l’abbiamo nel cuore, quella Parola cresce. E sapete come cresce? Dandola all’altro! La Parola di Cristo in noi cresce quando noi la proclamiamo, quando noi la diamo agli altri! E questa è la vita cristiana. E’ una missione per tutta la CHIESA, per tutti i battezzati, per tutti noi: ascoltare Gesù e offrirlo agli altri. Non dimenticare: questa settimana, ascoltate Gesù! E pensate a questa cosa del Vangelo: lo farete? Farete questo? Poi domenica prossima mi direte se avete fatto questo: avere un piccolo Vangelo in tasca o nella borsa per leggere un piccolo passo nella giornata.
-->E adesso rivolgiamoci alla nostra Madre MARIA, e affidiamoci alla sua guida per proseguire con fede e generosità questo itinerario della Quaresima, imparando un po’ di più a “salire” con la preghiera e ascoltare Gesù e a “scendere” con la carità fraterna, annunciando Gesù.
LETTURA DEL GIORNO
RispondiEliminaPrima Lettura
Dal libro della Gènesi
Gen 12,1-4a
In quei giorni, il Signore disse ad Abram: «Vàttene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò. Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò, e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra». Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore.
Seconda Lettura
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
2 Tm 1,8b-10
Figlio mio, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo. Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia. Questa ci è stata data in Cristo Gesù fin dall'eternità, ma è stata rivelata ora, con la manifestazione del salvatore nostro Cristo Gesù. Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l'incorruttibilità per mezzo del Vangelo.
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 17,1-9
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti».
PAROLE DEL SANTO PADRE
“La trasfigurazione aiuta i discepoli, e anche noi, a capire che la passione di Cristo è un mistero di sofferenza, ma è soprattutto un dono di amore, di amore infinito da parte di Gesù. L’evento di Gesù che si trasfigura sul monte ci fa comprendere meglio anche la sua risurrezione. Per capire il mistero della croce è necessario sapere in anticipo che Colui che soffre e che è glorificato non è solamente un uomo, ma è il Figlio di Dio, che con il suo amore fedele fino alla morte ci ha salvati”. (Angelus 25 febbraio 2018)
Attraverso l’evento meraviglioso della Trasfigurazione, i tre discepoli sono chiamati a riconoscere in Gesù il Figlio di Dio splendente di gloria. Essi avanzano così nella conoscenza del loro Maestro, rendendosi conto che l’aspetto umano non esprime tutta la sua realtà; ai loro occhi è rivelata la dimensione ultraterrena e divina di Gesù. E dall’alto risuona una voce che dice: «Questi è il Figlio mio, l’amato […]. Ascoltatelo» (v. 5). È il Padre celeste che conferma l’“investitura” – chiamiamola così – di Gesù già fatta nel giorno del battesimo al Giordano e invita i discepoli ad ascoltarlo e seguirlo. […] Anche a noi Gesù dice: «Alzatevi e non temete» (Mt 17,7). In questo mondo, segnato dall’egoismo e dall’avidità, la luce di Dio è offuscata dalle preoccupazioni del quotidiano. Diciamo spesso: non ho tempo per pregare, non sono capace di svolgere un servizio in parrocchia, di rispondere alle richieste degli altri... Ma non dobbiamo dimenticare che il Battesimo che abbiamo ricevuto ci ha fatto testimoni, non per nostra capacità, ma per il dono dello Spirito. (Angelus, 8 marzo 2020)
FAUSTI - “Ascoltate Lui!”, dice la voce dal cielo. Infatti “questi è il Figlio mio, l'amato, in cui mi compiacqui!”. Il Padre parla solo due volte dicendo e ribadendo la stessa cosa . Proclama Gesù come Figlio una prima volta dopo il Battesimo (3,17) e una seconda qui, dopo la predizione della sua morte e risurrezione (16,21) . La trasfigurazione è la conferma della via intrapresa nel battesimo, anticipo della gloria di Pasqua. Alla sua luce il “Servo” inizia il cammino verso Gerusalemme.
RispondiEliminaProprio in quanto Servo dei fratelli, il Figlio dell'uomo è il Figlio amato, la Parola stessa da ascoltare, l'irradiazione della Gloria del Padre, il Messia che ci salva.
Il Padre conferma così quanto Gesù ha appena detto : riconosce Colui che accetta di essere riconosciuto da Pietro come il Cristo e il Figlio di Dio, (16,16) , Colui che afferma di essere il Servo sofferente, che Pietro non accetta (16,21-23), Colui che chiama al Suo stesso cammino (16,24) , e si dichiara il Giudice del mondo (16,27).
Davanti a tre uomini, il Figlio dell'uomo è proclamato dal Padre come Suo Figlio.
Il Padre ha una sola Parola , che lo rivela pienamente : il Figlio.
A noi dice di ascoltarlo, perchè, ascoltando Lui, diventiamo come Lui, figli.
La trasfigurazione è l'esperienza fondamentale della vita di Gesù : la scelta fatta nel Battesimo, che ora si concreta nella prospettiva della croce, è confermata come via alla libertà e alla Gloria di Dio.
E' un'illuminazione interiore tanto forte che “trasforma” il Suo stesso Corpo in sole e luce.
La luce è il simbolo più appropriato di Dio : principio di creazione e di conoscenza., fa essere ogni cosa quello che è e la fa vedere per quello che è. Ma è anche sorgente di gioia, segno dell'amore che rende luminosi. Il Figlio brilla della luce stessa di Dio , primizia della creazione nuova : come tutto è fatto attraverso Lui, in Lui e per Lui, così tutto partecipa della Sua medesima sorte nella luce.
Noi pure siamo chiamati a vedere il Signore faccia a faccia (1Cor13,12) e riflettere a viso scoperto la Sua gloria, fino a essere trasformati in Lui (2Cor 3,18), configurati all'icona del Figlio, il primogenito tra molti fratelli. Siamo chiamati a rivestirci di luce ed a essere luce :
” Sorgi, sii luce, perchè viene la tua luce e la gloria del Signore brilla su di te” (Is 60,1).
L'amore si realizza nello scambio di ciò che si ha e si è , così che l'amato diventa la forma di chi lo ama. L'incarnazione che porta alla croce (battesimo) rende Dio uguale a noi; la trasfigurazione, caparra della risurrezione, rende noi uguali a Lui. Non solo il nostro spirito, ma anche il nostro corpo è per il Signore, destinato alla risurrezione.
E' importante anche per i discepoli averlo visto : quando sarà risorto, potranno capire che il Risorto è lo stesso Gesù che fu crocifisso. Pietro ha capito che è bello!
-->Sul Volto del Figlio appare la bellezza originaria nella quale Dio ha creato il mondo.
RispondiEliminaQui è bello essere . Altrove è brutto e non possiamo stare , perchè non siamo ciò che siamo.
La Trasfigurazione del Figlio rappresenta anche l'anticipo di ciò che saremo.
Il seme della nostra gloria divina è gettato quando decidiamo veramente di “ascoltare” Lui e di fare la Sua Parola : questa è la “forma “ che trasforma la nostra vita a immagine della Sua, fino alla sua misura piena.
La legge, data tramite Mosè, è la prima tenda di Dio tra gli uomini. La profezia, iniziata con Elia, è la seconda tenda di Dio tra gli uomini.
La carne di Gesù è la tenda definitiva di Dio in mezzo a noi (Gv 1,14). In Lui vediamo la Sua Gloria, come di Unigenito dal Padre. Infatti : “chi ha visto me, ha visto il Padre”(Gv 14,9).
Gesù nella Sua umanità , mostra la divinità : i discepoli vedono il Suo Corpo che riluce della Glori a del Figlio nel quale il Padre si compiace, raggio anticipato della Risurrezione.
La Chiesa è rappresentata dai tre apostoli che , a viso scoperto, riflettono come in uno specchio la gloria del Signore, e vengono trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito del Signore (2 Cor.3.18).
BENEDETTO XVI - ANGELUS - 20 marzo 2011
RispondiElimina…. L’odierna domenica, la seconda di Quaresima, è detta della TRASFIGURAZIONE, perché il Vangelo narra questo mistero della vita di Cristo. Egli, dopo aver preannunciato ai discepoli la sua PASSIONE, “prese con sé PIETRO, GIACOMO e GIOVANNI suo fratello e li condusse in disparte, su un alto MONTE. E fu TRASFIGURATO davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce” (Mt 17,1-2). Secondo i sensi, la luce del sole è la più intensa che si conosca in natura, ma, secondo lo spirito, i discepoli videro, per un tempo breve, uno splendore ancora più intenso, quello della gloria divina di Gesù, che illumina tutta la storia della salvezza. San Massimo il Confessore afferma che “le vesti divenute bianche portavano il simbolo delle parole della Sacra Scrittura, che diventavano chiare e trasparenti e luminose” (Ambiguum 10: PG 91, 1128 B).
Dice il Vangelo che, accanto a Gesù TRASFIGURATO, “apparvero MOSÈ ed ELIA che conversavano con lui” (Mt 17,3); MOSÈ ed ELIA, figura della Legge e dei Profeti. Fu allora che PIETRO, estasiato, esclamò: “Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per MOSÈ e una per ELIA” (Mt 17,4). Ma sant’Agostino commenta dicendo che noi abbiamo una sola dimora: Cristo; Egli “è la Parola di Dio, Parola di Dio nella Legge, Parola di Dio nei Profeti” (Sermo De Verbis Ev. 78,3: PL 38, 491). Infatti, il Padre stesso proclama: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo” (Mt 17,5). La TRASFIGURAZIONE non è un cambiamento di Gesù, ma è la rivelazione della sua divinità, “l’intima compenetrazione del suo essere con Dio, che diventa pura luce. Nel suo essere uno con il Padre, Gesù stesso è Luce da Luce” (Gesù di Nazaret, Milano 2007, 357). PIETRO, GIACOMO e GIOVANNI, CONTEMPLando la divinità del Signore, vengono preparati ad affrontare lo scandalo della croce, come viene cantato in un antico inno: “Sul MONTE ti sei TRASFIGURATO e i tuoi discepoli, per quanto ne erano capaci, hanno CONTEMPLato la tua gloria, affinché, vedendoti crocifisso, comprendessero che la tua PASSIONE era volontaria e annunciassero al mondo che tu sei veramente lo splendore del Padre” (Κοντάκιον είς τήν Μεταμόρφωσιν, in: Μηναια, t. 6, Roma 1901, 341).
Cari amici, partecipiamo anche noi di questa visione e di questo dono soprannaturale, dando spazio alla preghiera e all’ascolto della Parola di Dio. Inoltre, specie in questo tempo di Quaresima, esorto, come scrive il Servo di Dio Paolo VI, “a rispondere al precetto divino della penitenza con qualche atto volontario, al di fuori delle rinunce imposte dal peso della vita quotidiana” (Cost. ap. Pænitemini, 17 febbraio 1966, III, c: AAS 58 [1966], 182). Invochiamo la Vergine MARIA, affinché ci aiuti ad ascoltare e seguire sempre il Signore Gesù, fino alla PASSIONE e alla croce, per partecipare anche alla sua gloria.
PAPA FRANCESCO - ANGELUS - II Dom QUAR. 16 marzo 2014
RispondiEliminaOggi il Vangelo ci presenta l’evento della TRASFIGURAZIONE. E’ la seconda tappa del cammino quaresimale: la prima, le tentazioni nel deserto, domenica scorsa; la seconda: la TRASFIGURAZIONE. Gesù «prese con sé PIETRO, GIACOMO e GIOVANNI e li condusse in disparte, su un alto MONTE» (Mt 17,1). La MONTAGNA nella Bibbia rappresenta il luogo della vicinanza con Dio e dell’incontro intimo con Lui; il luogo della preghiera, dove stare alla presenza del Signore. Lassù sul MONTE, Gesù si mostra ai TRE DISCEPOLI TRASFIGURATO, luminoso, bellissimo; e poi appaiono MOSÈ ed ELIA, che conversano con Lui. Il suo volto è così splendente e le sue vesti così candide, che PIETRO ne rimane folgorato, tanto che vorrebbe rimanere lì, quasi fermare quel momento. Subito risuona dall’alto la voce del Padre che proclama Gesù suo Figlio prediletto, dicendo: «Ascoltatelo» (v. 5). Questa parola è importante! Il nostro Padre che ha detto a questi APOSTOLI, e dice anche a noi: “Ascoltate Gesù, perché è il mio Figlio prediletto”. Teniamo, questa settimana, questa parola nella testa e nel cuore: “Ascoltate Gesù!”. E questo non lo dice il Papa, lo dice Dio Padre, a tutti: a me, a voi, a tutti, tutti! E’ come un aiuto per andare avanti nella strada della Quaresima. “Ascoltate Gesù!”. Non dimenticare.
È molto importante questo invito del Padre. Noi, discepoli di Gesù, siamo chiamati ad essere persone che ascoltano la sua voce e prendono sul serio le sue parole. Per ascoltare Gesù, bisogna essere vicino a Lui, seguirlo, come facevano le folle del Vangelo che lo rincorrevano per le strade della Palestina. Gesù non aveva una cattedra o un pulpito fissi, ma era un maestro itinerante, che proponeva i suoi insegnamenti, che erano gli insegnamenti che gli aveva dato il Padre, lungo le strade, percorrendo tragitti non sempre prevedibili e a volte poco agevoli. Seguire Gesù per ascoltarlo. Ma anche ascoltiamo Gesù nella sua Parola scritta, nel Vangelo. Vi faccio una domanda: voi leggete tutti i giorni un passo del Vangelo? Sì, no…sì, no… Metà e metà… Alcuni sì e alcuni no. Ma è importante! Voi leggete il Vangelo? E’ cosa buona; è una cosa buona avere un piccolo Vangelo, piccolo, e portarlo con noi, in tasca, nella borsa, e leggerne un piccolo passo in qualsiasi momento della giornata. In qualsiasi momento della giornata io prendo dalla tasca il Vangelo e leggo qualcosina, un piccolo passo. Lì è Gesù che ci parla, nel Vangelo! Pensate questo. Non è difficile, neppure necessario che siano i quattro: uno dei Vangeli, piccolino, con noi. Sempre il Vangelo con noi, perché è la Parola di Gesù per poterlo ascoltare.
Da questo episodio della TRASFIGURAZIONE vorrei cogliere due elementi significativi, che sintetizzo in due parole: salita e discesa. Noi abbiamo bisogno di andare in disparte, di salire sulla MONTAGNA in uno spazio di silenzio, per trovare noi stessi e percepire meglio la voce del Signore. Questo facciamo nella preghiera. Ma non possiamo rimanere lì! L’incontro con Dio nella preghiera ci spinge nuovamente a “scendere dalla MONTAGNA” e ritornare in basso, nella pianura, dove incontriamo tanti fratelli appesantiti da fatiche, malattie, ingiustizie, ignoranze, povertà materiale e spirituale. A questi nostri fratelli che sono in difficoltà, siamo chiamati a portare i frutti dell’esperienza che abbiamo fatto con Dio, condividendo la grazia ricevuta. E questo è curioso. Quando noi sentiamo la Parola di Gesù, ascoltiamo la Parola di Gesù e l’abbiamo nel cuore, quella Parola cresce. E sapete come cresce? Dandola all’altro! La Parola di Cristo in noi cresce quando noi la proclamiamo, quando noi la diamo agli altri! E questa è la vita cristiana. E’ una missione per tutta la CHIESA, per tutti i battezzati, per tutti noi: ascoltare Gesù e offrirlo agli altri. Non dimenticare: questa settimana, ascoltate Gesù! E pensate a questa cosa del Vangelo: lo farete? Farete questo? Poi domenica prossima mi direte se avete fatto questo: avere un piccolo Vangelo in tasca o nella borsa per leggere un piccolo passo nella giornata.
-->E adesso rivolgiamoci alla nostra Madre MARIA, e affidiamoci alla sua guida per proseguire con fede e generosità questo itinerario della Quaresima, imparando un po’ di più a “salire” con la preghiera e ascoltare Gesù e a “scendere” con la carità fraterna, annunciando Gesù.
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