Antifona Sii per me una roccia di rifugio, un luogo fortificato che mi salva. Tu sei mia rupe e mia fortezza: guidami per amore del tuo nome. (Cf. Sal 30,3-4)
O Dio, che hai promesso di abitare in coloro che ti amano con cuore retto e sincero, donaci la grazia di diventare tua degna dimora. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
O Dio, che hai rivelato la pienezza della legge nel comandamento dell’amore, dona al tuo popolo di conoscere le profondità della sapienza e della giustizia, per entrare nel tuo regno di riconciliazione e di pace. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura A nessuno ha comandato di essere empio. Dal libro del Siràcide Sir 15,16-21 (NV) [gr.15, 5-20]
Se vuoi osservare i suoi comandamenti, essi ti custodiranno; se hai fiducia in lui, anche tu vivrai.
Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua: là dove vuoi tendi la tua mano.
Davanti agli uomini stanno la vita e la morte, il bene e il male: a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.
Grande infatti è la sapienza del Signore; forte e potente, egli vede ogni cosa.
I suoi occhi sono su coloro che lo temono, egli conosce ogni opera degli uomini.
A nessuno ha comandato di essere empio e a nessuno ha dato il permesso di peccare.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 118 (119) R. Beato chi cammina nella legge del Signore. Beato chi è integro nella sua via e cammina nella legge del Signore. Beato chi custodisce i suoi insegnamenti e lo cerca con tutto il cuore. R.
Tu hai promulgato i tuoi precetti perché siano osservati interamente. Siano stabili le mie vie nel custodire i tuoi decreti. R.
Sii benevolo con il tuo servo e avrò vita, osserverò la tua parola. Aprimi gli occhi perché io consideri le meraviglie della tua legge. R.
Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti e la custodirò sino alla fine. Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge e la osservi con tutto il cuore. R.
Seconda Lettura Do ha stabilito una sapienza prima dei secoli per la nostra gloria Dalla Prima lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi 1 Cor 2,6-10
Fratelli, tra coloro che sono perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo, che vengono ridotti al nulla. Parliamo invece della sapienza di Dio, che è nel mistero, che è rimasta nascosta e che Dio ha stabilito prima dei secoli per la nostra gloria. Nessuno dei dominatori di questo mondo l’ha conosciuta; se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. Ma, come sta scritto: «Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano».
Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio.
Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno. (Cf. Mt 11,25)
Alleluia.
Vangelo Così fu detto agli antichi; ma io vi dico. Dal Vangelo secondo Matteo Mt 5, 17-37
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo! Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna. Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio. Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».
FAUSTI - Gesù è venuto a liberarci dalla schiavitù della legge, non abolendola - sarebbe stravolgere il bene in male e viceversa – bensì compiendola, e in modo superiore, divino. Gesù non è la fine, bensì il fine della legge e dei profeti : non l'abolizione, ma il compimento. Vive infatti la parola data a Mosè e richiamata dai profeti : è il Figlio che compie la volontà del Padre. “Io però vi dico” , dice Gesù dichiarando la giustizia “eccessiva” del Figlio che fa entrare nel Regno del Padre. Norma del Suo agire è diventare come il Padre. Sii ciò che sei : sei figlio, sii dunque figlio, uguale al Padre che ama tutti. Il discorso sulla montagna rilegge, sotto questa luce, le nostre relazioni con i fratelli. .“Se la vostra giustizia non sarà eccessiva più degli scribi e dei farisei” Gli scribi insegnano la giustizia della legge , i farisei la fanno. Gesù dice che per entrare nel Regno non basta conoscere ed eseguire la legge. E' necessaria una giustizia che ecceda i limiti della legge . È quella del Padre, che ama, perdona e salva gratuitamente i Suoi figli. E' una giustizia “eccessiva”, perché l'amore che la muove non conosce misura. Il Regno dei cieli è quello di Dio Padre: vi entrano i figli, quelli che amano gli altri come fratelli, al di là di ogni bontà o qualità. Se la nostra salvezza consiste nell'essere perfetti come Dio , la Sua perfezione è quella del Padre che ama tutti. Gesù parla con autorità pari a Colui che diede le 10 Parole. “Io però vi dico” : non contraddice quanto è stato detto, ma lo chiarisce, lo modifica in ciò che suona concessione, e passa dalle semplici azioni ai desideri del cuore, da cui tutto promana. Ma ciò che dice non è un'imposizione legalistica, ancor più severa della precedente, che giudica non solo le azioni,ma addirittura le intenzioni. E' invece la “buona notizia” di ciò che Dio opera in noi mediante queste stesse Parole , che hanno l'autorità di compiere ciò per cui sono mandate. Vanno quindi intese non come “un codice” di leggi bellissime, ma disumane, divinamente impossibili, bensì come “rivelazione” e dono della vita stessa di Dio per noi. Alla luce del Regno del Padre, proclamato nelle beatitudini, si rivedono ora i rapporti com gli altri e con l'Altro. Le due tavole del Decalogo vanno rivisitate con il cuore nuovo del Figlio. “Voi” che avete la sapienza delle Beatitudini, siete sale della terra e luce del mondo proprio perchè vivete con gli altri da fratelli, che conoscono il Padre comune. Negando la fraternità, uccido la mia identità di figlio. Per questo l'ira dell'uomo non compie la giustizia di Dio. Il disprezzo è l'uccisione interiore , che permette quella esteriore. La stima che devo aggiudicare all'altro è la stessa di Dio, che non ha esitato a dare la Sua vita per lui. Gesù per 4 volte parla dell'altro come “fratello” . Negargli la fraternità è perdere la propria filialità. L'accordo fraterno è così importante che la riconciliazione ha la precedenza su ogni culto religioso. Prima di rivolgerti al Padre devi non solo perdonare il fratello contro il quale hai qualcosa, ma addirittura riconciliarti con il fratello che ha qualcosa contro di te , anche se tu non hai nulla contro di lui. Non puoi celebrare la paternità se prima non cerchi di ristabilire la fraternità. “Va' prima a riconciliarti con tuo fratello” Se non ti riconcili con il fratello che ha qualcosa contro di te, sei in colpa tu, anche se non hai nulla contro di lui. Non puoi dire che hai ragione o non ti importa. Il non essere d'accordo è già “il male” ; e se non t'importa di lui , hai già ucciso lui come fratello e te stesso come figlio.
PAPA FRANCESCO ANGELUS, 16 febbraio 2020 Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Il Vangelo di oggi ( Mt 5,17-37) è tratto dal “discorso della montagna” e affronta l’argomento dell’adempimento della Legge: come io devo compiere la Legge, come fare. Gesù vuole aiutare i suoi ascoltatori ad avere un approccio giusto alle prescrizioni dei Comandamenti dati a Mosè, esortando ad essere disponibili a Dio che ci educa alla vera libertà e responsabilità mediante la Legge. Si tratta di viverla come uno strumento di libertà. Non dimentichiamo questo: vivere la Legge come uno strumento di libertà, che mi aiuta ad essere più libero, che mi aiuta a non essere schiavo delle passioni e del peccato. Pensiamo alle guerre, pensiamo alle conseguenze delle guerre, pensiamo a quella bambina morta di freddo in Siria l’altro ieri. Tante calamità, tante. Questo è frutto delle passioni e la gente che fa la guerra non sa dominare le proprie passioni. Gli manca di adempiere la Legge. Quando si cede alle tentazioni e alle passioni, non si è signori e protagonisti della propria vita, ma si diventa incapaci di gestirla con volontà e responsabilità.
Il discorso di Gesù è strutturato in quattro antitesi, espresse con la formula «Avete inteso che fu detto … ma io vi dico». Queste antitesi fanno riferimento ad altrettante situazioni della vita quotidiana: l’omicidio, l’adulterio, il divorzio e i giuramenti. Gesù non abolisce le prescrizioni che riguardano queste problematiche, ma ne spiega il significato pieno e indica lo spirito con cui occorre osservarle. Egli incoraggia a passare da un’osservanza formale della Legge a un’osservanza sostanziale, accogliendo la Legge nel cuore, che è il centro delle intenzioni, delle decisioni, delle parole e dei gesti di ciascuno di noi. Dal cuore partono le azioni buone e quelle cattive.
Accogliendo la Legge di Dio nel cuore si capisce che, quando non si ama il prossimo, si uccide in qualche misura sé stessi e gli altri, perché l’odio, la rivalità e la divisione uccidono la carità fraterna che è alla base dei rapporti interpersonali. E questo vale per quello che ho detto delle guerre e anche per le chiacchiere, perché la lingua uccide. Accogliendo la Legge di Dio nel cuore si capisce che i desideri vanno guidati, perché non tutto ciò che si desidera si può avere, e non è bene cedere ai sentimenti egoistici e possessivi. Quando si accoglie la Legge di Dio nel cuore si capisce che bisogna abbandonare uno stile di vita fatto di promesse non mantenute, come anche passare dal divieto di giurare il falso alla decisione di non giurare affatto, assumendo l’atteggiamento di piena sincerità con tutti.
E Gesù è consapevole che non è facile vivere i Comandamenti in questo modo così totalizzante. Per questo ci offre il soccorso del suo amore: Egli è venuto nel mondo non solo per dare compimento alla Legge, ma anche per donarci la sua Grazia, così che possiamo fare la volontà di Dio, amando Lui e i fratelli. Tutto, tutto possiamo fare con la Grazia di Dio! Anzi, la santità non è altra cosa che custodire questa gratuità che ci ha dato Dio, questa Grazia. Si tratta di fidarsi e affidarsi a Lui, alla sua Grazia, a quella gratuità che ci ha dato e accogliere la mano che Egli ci tende costantemente, affinché i nostri sforzi e il nostro necessario impegno possano essere sostenuti dal suo aiuto, ricolmo di bontà e di misericordia.
Gesù oggi ci chiede di progredire sulla via dell’amore che Lui ci ha indicato e che parte dal cuore. Questa è la strada da seguire per vivere da cristiani. La Vergine Maria ci aiuti a seguire la via tracciata dal suo Figlio, per raggiungere la gioia vera e diffondere dappertutto la giustizia e la pace.
Antifona
RispondiEliminaSii per me una roccia di rifugio,
un luogo fortificato che mi salva.
Tu sei mia rupe e mia fortezza:
guidami per amore del tuo nome. (Cf. Sal 30,3-4)
O Dio, che hai promesso di abitare
in coloro che ti amano con cuore retto e sincero,
donaci la grazia di diventare tua degna dimora.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
O Dio, che hai rivelato la pienezza della legge
nel comandamento dell’amore,
dona al tuo popolo di conoscere le profondità
della sapienza e della giustizia,
per entrare nel tuo regno
di riconciliazione e di pace.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura
A nessuno ha comandato di essere empio.
Dal libro del Siràcide
Sir 15,16-21 (NV) [gr.15, 5-20]
Se vuoi osservare i suoi comandamenti, essi ti custodiranno;
se hai fiducia in lui, anche tu vivrai.
Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua:
là dove vuoi tendi la tua mano.
Davanti agli uomini stanno la vita e la morte, il bene e il male:
a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.
Grande infatti è la sapienza del Signore;
forte e potente, egli vede ogni cosa.
I suoi occhi sono su coloro che lo temono,
egli conosce ogni opera degli uomini.
A nessuno ha comandato di essere empio
e a nessuno ha dato il permesso di peccare.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 118 (119)
R. Beato chi cammina nella legge del Signore.
Beato chi è integro nella sua via
e cammina nella legge del Signore.
Beato chi custodisce i suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore. R.
Tu hai promulgato i tuoi precetti
perché siano osservati interamente.
Siano stabili le mie vie
nel custodire i tuoi decreti. R.
Sii benevolo con il tuo servo e avrò vita,
osserverò la tua parola.
Aprimi gli occhi perché io consideri
le meraviglie della tua legge. R.
Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti
e la custodirò sino alla fine.
Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge
e la osservi con tutto il cuore. R.
Seconda Lettura
Do ha stabilito una sapienza prima dei secoli per la nostra gloria
Dalla Prima lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi
1 Cor 2,6-10
Fratelli, tra coloro che sono perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo, che vengono ridotti al nulla. Parliamo invece della sapienza di Dio, che è nel mistero, che è rimasta nascosta e che Dio ha stabilito prima dei secoli per la nostra gloria.
Nessuno dei dominatori di questo mondo l’ha conosciuta; se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria.
Ma, come sta scritto:
«Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì,
né mai entrarono in cuore di uomo,
Dio le ha preparate per coloro che lo amano».
Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio.
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
RispondiEliminaAlleluia, alleluia.
Ti rendo lode, Padre,
Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato
i misteri del Regno. (Cf. Mt 11,25)
Alleluia.
Vangelo
Così fu detto agli antichi; ma io vi dico.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5, 17-37
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!
Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».
Parola del Signore.
FAUSTI - Gesù è venuto a liberarci dalla schiavitù della legge, non abolendola - sarebbe stravolgere il bene in male e viceversa – bensì compiendola, e in modo superiore, divino.
RispondiEliminaGesù non è la fine, bensì il fine della legge e dei profeti : non l'abolizione, ma il compimento.
Vive infatti la parola data a Mosè e richiamata dai profeti : è il Figlio che compie la volontà del Padre.
“Io però vi dico” , dice Gesù dichiarando la giustizia “eccessiva” del Figlio che fa entrare nel Regno del Padre. Norma del Suo agire è diventare come il Padre.
Sii ciò che sei : sei figlio, sii dunque figlio, uguale al Padre che ama tutti.
Il discorso sulla montagna rilegge, sotto questa luce, le nostre relazioni con i fratelli.
.“Se la vostra giustizia non sarà eccessiva più degli scribi e dei farisei” Gli scribi insegnano la giustizia della legge , i farisei la fanno.
Gesù dice che per entrare nel Regno non basta conoscere ed eseguire la legge.
E' necessaria una giustizia che ecceda i limiti della legge .
È quella del Padre, che ama, perdona e salva gratuitamente i Suoi figli.
E' una giustizia “eccessiva”, perché l'amore che la muove non conosce misura.
Il Regno dei cieli è quello di Dio Padre: vi entrano i figli, quelli che amano gli altri come fratelli, al di là di ogni bontà o qualità. Se la nostra salvezza consiste nell'essere perfetti come Dio , la Sua perfezione è quella del Padre che ama tutti.
Gesù parla con autorità pari a Colui che diede le 10 Parole.
“Io però vi dico” : non contraddice quanto è stato detto, ma lo chiarisce, lo modifica in ciò che suona
concessione, e passa dalle semplici azioni ai desideri del cuore, da cui tutto promana.
Ma ciò che dice non è un'imposizione legalistica, ancor più severa della precedente, che giudica non solo le azioni,ma addirittura le intenzioni.
E' invece la “buona notizia” di ciò che Dio opera in noi mediante queste stesse Parole , che hanno l'autorità di compiere ciò per cui sono mandate.
Vanno quindi intese non come “un codice” di leggi bellissime, ma disumane, divinamente impossibili, bensì come “rivelazione” e dono della vita stessa di Dio per noi.
Alla luce del Regno del Padre, proclamato nelle beatitudini, si rivedono ora i rapporti com gli altri e con l'Altro.
Le due tavole del Decalogo vanno rivisitate con il cuore nuovo del Figlio.
“Voi” che avete la sapienza delle Beatitudini, siete sale della terra e luce del mondo proprio perchè vivete con gli altri da fratelli, che conoscono il Padre comune.
Negando la fraternità, uccido la mia identità di figlio.
Per questo l'ira dell'uomo non compie la giustizia di Dio.
Il disprezzo è l'uccisione interiore , che permette quella esteriore.
La stima che devo aggiudicare all'altro è la stessa di Dio, che non ha esitato a dare la Sua vita per lui.
Gesù per 4 volte parla dell'altro come “fratello” . Negargli la fraternità è perdere la propria filialità.
L'accordo fraterno è così importante che la riconciliazione ha la precedenza su ogni culto religioso.
Prima di rivolgerti al Padre devi non solo perdonare il fratello contro il quale hai qualcosa, ma addirittura riconciliarti con il fratello che ha qualcosa contro di te , anche se tu non hai nulla contro di lui.
Non puoi celebrare la paternità se prima non cerchi di ristabilire la fraternità.
“Va' prima a riconciliarti con tuo fratello” Se non ti riconcili con il fratello che ha qualcosa contro di te, sei in colpa tu, anche se non hai nulla contro di lui.
Non puoi dire che hai ragione o non ti importa.
Il non essere d'accordo è già “il male” ; e se non t'importa di lui , hai già ucciso lui come fratello e te stesso come figlio.
PAPA FRANCESCO
RispondiEliminaANGELUS, 16 febbraio 2020
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Il Vangelo di oggi ( Mt 5,17-37) è tratto dal “discorso della montagna” e affronta l’argomento dell’adempimento della Legge: come io devo compiere la Legge, come fare. Gesù vuole aiutare i suoi ascoltatori ad avere un approccio giusto alle prescrizioni dei Comandamenti dati a Mosè, esortando ad essere disponibili a Dio che ci educa alla vera libertà e responsabilità mediante la Legge. Si tratta di viverla come uno strumento di libertà. Non dimentichiamo questo: vivere la Legge come uno strumento di libertà, che mi aiuta ad essere più libero, che mi aiuta a non essere schiavo delle passioni e del peccato. Pensiamo alle guerre, pensiamo alle conseguenze delle guerre, pensiamo a quella bambina morta di freddo in Siria l’altro ieri. Tante calamità, tante. Questo è frutto delle passioni e la gente che fa la guerra non sa dominare le proprie passioni. Gli manca di adempiere la Legge. Quando si cede alle tentazioni e alle passioni, non si è signori e protagonisti della propria vita, ma si diventa incapaci di gestirla con volontà e responsabilità.
Il discorso di Gesù è strutturato in quattro antitesi, espresse con la formula «Avete inteso che fu detto … ma io vi dico». Queste antitesi fanno riferimento ad altrettante situazioni della vita quotidiana: l’omicidio, l’adulterio, il divorzio e i giuramenti. Gesù non abolisce le prescrizioni che riguardano queste problematiche, ma ne spiega il significato pieno e indica lo spirito con cui occorre osservarle. Egli incoraggia a passare da un’osservanza formale della Legge a un’osservanza sostanziale, accogliendo la Legge nel cuore, che è il centro delle intenzioni, delle decisioni, delle parole e dei gesti di ciascuno di noi. Dal cuore partono le azioni buone e quelle cattive.
Accogliendo la Legge di Dio nel cuore si capisce che, quando non si ama il prossimo, si uccide in qualche misura sé stessi e gli altri, perché l’odio, la rivalità e la divisione uccidono la carità fraterna che è alla base dei rapporti interpersonali. E questo vale per quello che ho detto delle guerre e anche per le chiacchiere, perché la lingua uccide. Accogliendo la Legge di Dio nel cuore si capisce che i desideri vanno guidati, perché non tutto ciò che si desidera si può avere, e non è bene cedere ai sentimenti egoistici e possessivi. Quando si accoglie la Legge di Dio nel cuore si capisce che bisogna abbandonare uno stile di vita fatto di promesse non mantenute, come anche passare dal divieto di giurare il falso alla decisione di non giurare affatto, assumendo l’atteggiamento di piena sincerità con tutti.
E Gesù è consapevole che non è facile vivere i Comandamenti in questo modo così totalizzante. Per questo ci offre il soccorso del suo amore: Egli è venuto nel mondo non solo per dare compimento alla Legge, ma anche per donarci la sua Grazia, così che possiamo fare la volontà di Dio, amando Lui e i fratelli. Tutto, tutto possiamo fare con la Grazia di Dio! Anzi, la santità non è altra cosa che custodire questa gratuità che ci ha dato Dio, questa Grazia. Si tratta di fidarsi e affidarsi a Lui, alla sua Grazia, a quella gratuità che ci ha dato e accogliere la mano che Egli ci tende costantemente, affinché i nostri sforzi e il nostro necessario impegno possano essere sostenuti dal suo aiuto, ricolmo di bontà e di misericordia.
Gesù oggi ci chiede di progredire sulla via dell’amore che Lui ci ha indicato e che parte dal cuore. Questa è la strada da seguire per vivere da cristiani. La Vergine Maria ci aiuti a seguire la via tracciata dal suo Figlio, per raggiungere la gioia vera e diffondere dappertutto la giustizia e la pace.