S. FAUSTI - “Voi, pur avendo visto, neppure vi pentiste per credergli”, dice Gesù ai capi del popolo che gli chiedono qual è il Suo potere. Non può rispondere nulla alla loro domanda, perchè non sono disposti a riconoscere il loro errore e tirarne le conseguenze. Chi non vuol cambiare , non può capire chi gli propone il contrario di quanto Lui fa. Gesù non è un dispettoso che si diverte a capovolgere le nostre idee ; le capovolge solo per raddrizzarle : “I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie” (Is 55,8). Chi non vuol convertirsi non è però abbandonato a se stesso . Il Signore gli parla in parabole , perché, vedendo di non vedere, si converta e sia guarito. Gesù si rivela con chiarezza a chi lo ama, anche se non Lo capisce, come Pietro ; a chi Lo capisce, ma non Lo ama , parla prima con il Suo silenzio, e poi con le parabole. Si tratta di un modo di parlare che insieme tace e dice : esprime qualcosa di comprensibile , che allude a qualcos'altro che, quando uno vuole, può capire. Questa parabola svela la situazione dell'ascoltatore che non vuol convertirsi : è come il fratello che dice sì, ma non fa. Quando è cosciente di questo, può diventare come l'altro , che dice no, ma poi cambia parere. La parabola è costruita sul confronto tra due fratelli. Il confronto diventa paradossale, addirittura scandaloso, nella conclusione dove si afferma che le persone palesemente ingiuste son da preferire a quelle ritenute giuste. Queste infatti non sentono alcun bisogno di conversione. I sacerdoti e i notabili del popolo sono come il fico, che ha tante foglie e nessun frutto , son come il tempio, che è spelonca di ladri e non casa di preghiera. Ma non si convertiranno mai, fino a quando si credono giusti. I peccatori al contrario, almeno quelli pubblicamente indicati come tali, hanno un vantaggio. Ovviamente non fanno la volontà di Dio, ma non possono fingersi giusti, se non altro perchè tutti ricordano loro ciò che sono. “Fare la volontà del Padre “ è il centro del Vangelo di Matteo : signidica riconoscersi figlio e vivere da fratello. Questo è possibile a chi si converte, ma si converte soltanto chi sente disagio del proprio male. Vero cieco è chi crede di vedere , vero peccatore chi si crede giusto (Lc 18,9-14). E il suo peccato non ottiene perdono perchè neanche lo vuole. Gesù è venuto per compiere un giudizio :perché chi è cieco veda e chi crede di vedere veda la propria cecità (Gv 9, 39).
S. FAUSTI - “Voi, pur avendo visto, neppure vi pentiste per credergli”, dice Gesù ai capi del popolo che gli chiedono qual è il Suo potere. Non può rispondere nulla alla loro domanda, perchè non sono disposti a riconoscere il loro errore e tirarne le conseguenze.
RispondiEliminaChi non vuol cambiare , non può capire chi gli propone il contrario di quanto Lui fa.
Gesù non è un dispettoso che si diverte a capovolgere le nostre idee ; le capovolge solo per raddrizzarle : “I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie” (Is 55,8).
Chi non vuol convertirsi non è però abbandonato a se stesso .
Il Signore gli parla in parabole , perché, vedendo di non vedere, si converta e sia guarito.
Gesù si rivela con chiarezza a chi lo ama, anche se non Lo capisce, come Pietro ; a chi Lo capisce, ma non Lo ama , parla prima con il Suo silenzio, e poi con le parabole.
Si tratta di un modo di parlare che insieme tace e dice : esprime qualcosa di comprensibile , che allude a qualcos'altro che, quando uno vuole, può capire.
Questa parabola svela la situazione dell'ascoltatore che non vuol convertirsi : è come il fratello che dice sì, ma non fa.
Quando è cosciente di questo, può diventare come l'altro , che dice no, ma poi cambia parere.
La parabola è costruita sul confronto tra due fratelli.
Il confronto diventa paradossale, addirittura scandaloso, nella conclusione dove si afferma che le persone palesemente ingiuste son da preferire a quelle ritenute giuste.
Queste infatti non sentono alcun bisogno di conversione.
I sacerdoti e i notabili del popolo sono come il fico, che ha tante foglie e nessun frutto , son come il tempio, che è spelonca di ladri e non casa di preghiera.
Ma non si convertiranno mai, fino a quando si credono giusti.
I peccatori al contrario, almeno quelli pubblicamente indicati come tali, hanno un vantaggio.
Ovviamente non fanno la volontà di Dio, ma non possono fingersi giusti, se non altro perchè tutti ricordano loro ciò che sono.
“Fare la volontà del Padre “ è il centro del Vangelo di Matteo : signidica riconoscersi figlio e vivere da fratello. Questo è possibile a chi si converte, ma si converte soltanto chi sente disagio del proprio male. Vero cieco è chi crede di vedere , vero peccatore chi si crede giusto (Lc 18,9-14).
E il suo peccato non ottiene perdono perchè neanche lo vuole.
Gesù è venuto per compiere un giudizio :perché chi è cieco veda e chi crede di vedere veda la propria cecità (Gv 9, 39).