S. FAUSTI - “Il tuo occhio è cattivo, perchè io sono buono?” chiede a quelli che vorrebbero essere primi , Colui che presta attenzione agli ultimi.I primi sono ultimi e gli ultimi primi anche nei beni spirituali. Chi lascia tutto per lavorare nella vigna, come Pietro e compagni, riceve una grande ricompensa, come appena detto (19,27-29).Questa parabola ci mostra che essa è un dono di grazia accordato a tutti, cominciando dagli ultimi arrivati. Il Signore, il solo buono, fa alla perfezione ciò che dice al giovane ricco : dà tutto ciò che è Suo ai poveri. La vigna è il popolo, chiamato a portare i frutti del Regno, che sono l'amore di Dio e del prossimo. Il Signore esce di continuo, a tutte le ore, per chiamarci e richiamarci.Tutta la nostra giornata - la storia di ogni singolo e di tutti - non è che una chiamata costante a fare frutto. Questa parabola distrugge alla radice la logica del possesso e della pretesa : nessuno può vantare titoli di credito per ciò che è puro dono di grazia. I primi chiamati, sia in Israele che nella Chiesa, sono come Giona : si incupiscono nel vedere che Dio è “ misericordioso, clemente , longanime e di grande amore” (Gn 4,2). Sono attaccati ai loro beni spirituali , come il giovane ricco a quelli materiali.. Sono simili a Paolo, che si gloriava della sua irreprensibilità nella giustizia della legge (Fil 3,3-6) ; sono come il fratello maggiore , che si adira nel vedere che il Padre è buono con il fratello minore (lc 15,28). Questa parabola è un Vangelo in nuce , simile a Luca 15,1ss. E' in contrasto con l'etica del capitalismo, materiale o spirituale che sia. Non è contro la legge o la giustizia – agli operai della prima ora è dato quanto è giusto - , accentua però la grazia. La legge e la giustizia di Dio sono quelle dell'amore e della liberalità ; la sua retribuzione eccede ogni merito : è un premio, dato per misericordia a tutti. I primi chiamati al lavoro nella vigna rischiano di rifiutare il Signore, perchè è magnanimo verso gli ultimi. Per tutti la salvezza è l'amore gratuito del Padre. Non si può rapirlo con astuzia o guadagnarlo con sudore : è grazia. La vita eterna che il giovane ricco vuole avere (19,16), si può ottenere non facendo qualcosa di più, ma lasciando tutto. Bisogna lasciare, oltre ai beni materiali, anche quelli spirituali. Il Regno è dei poveri in spirito (5,3), di chi è diventato come un bambino e lo accoglie come dono del Padre ai figli nel Figlio. Il privilegio dei piccoli e degli ultimi è che, non meritandolo, capiscono che è un dono. Gli altri – i ricchi in spirito – lo accoglieranno solo se, a fdifferenza del fratello maggiore, accetteranno il minore , solo se, a differenza di chi ha lavorato dall'alba, saranno contenti che i loro fratelli dell'ultima ora abbiano il loro stesso stipendio di figli. Il brano si divide in due parti : ci sono cinque diverse chiamate dall'alba fino a un'ora prima del tramonto (v.1-7) ; al calar del sole c'è la ricompensa, cominciando dagli ultimi che ricevono lo stesso compenso pattuito con i primi , che, ovviamente, si lamentano (v. 8-16). Il fulcro è il rimprovero a uno degli operai della prima ora , che non accetta che il Signore tratti come lui quelli dell'ultima ora. Gesù riporta sulla terra ciò che era al “principio” : il modo di agire del Padre, che è benevolo con tutti i Suoi figli, anche con chi non lo merita. La Chiesa, se cerca salvezza dalle proprie opere, sa che non ha più nulla a che fare con Cristo , è decaduta dalla grazia (Gal 5,4). I cristiani, consci di essere stati salvati per grazia (Ef 2,5), deponendo asprezza, sdegno, ira, clamore, maldicenza e ogni genere di malignità, siano benevoli gli uni con gli altri . Si fanno vicendevolmente grazia come Dio li ha graziati in Cristo (Ef 4,31).
PRIMA LETTURA I miei pensieri non sono i vostri pensieri. Dal libro del profeta Isaia (Is 55,6-9) Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino. L'empio abbandoni la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona. Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri. Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 144) R. Il Signore è vicino a chi lo invoca. Ti voglio benedire ogni giorno, lodare il tuo nome in eterno e per sempre. Grande è il Signore e degno di ogni lode; senza fine è la sua grandezza. R. Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all'ira e grande nell'amore. Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature. R. Giusto è il Signore in tutte le sue vie e buono in tutte le sue opere. Il Signore è vicino a chiunque lo invoca, a quanti lo invocano con sincerità. R.
SECONDA LETTURA Per me il vivere è Cristo. Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi (Fil 1,20c-27a) Fratelli, Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia. Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno. Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa scegliere. Sono stretto infatti fra queste due cose: ho il desiderio di lasciare questa vita per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; ma per voi è più necessario che io rimanga nel corpo. Comportatevi dunque in modo degno del vangelo di Cristo.
Parola di Dio.
CANTO AL VANGELO (cf. At 16,14) R. Alleluia, alleluia. Apri, Signore, il nostro cuore e accoglieremo le parole del Figlio tuo. R. Alleluia.
VANGELO Sei invidioso perché io sono buono? + Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 20,1-16) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: "Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: "Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò". Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: "Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?". Gli risposero: "Perché nessuno ci ha presi a giornata". Ed egli disse loro: "Andate anche voi nella vigna". Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: "Chiama i lavoratori e da' loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi". Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: "Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo". Ma il padrone, rispondendo a uno i loro, disse: "Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?". Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi". Parola del Signore.
S. FAUSTI - “Il tuo occhio è cattivo, perchè io sono buono?” chiede a quelli che vorrebbero essere primi , Colui che presta attenzione agli ultimi.I primi sono ultimi e gli ultimi primi anche nei beni spirituali. Chi lascia tutto per lavorare nella vigna, come Pietro e compagni, riceve una grande ricompensa, come appena detto (19,27-29).Questa parabola ci mostra che essa è un dono di grazia accordato a tutti, cominciando dagli ultimi arrivati. Il Signore, il solo buono, fa alla perfezione ciò che dice al giovane ricco : dà tutto ciò che è Suo ai poveri. La vigna è il popolo, chiamato a portare i frutti del Regno, che sono l'amore di Dio e del prossimo.
RispondiEliminaIl Signore esce di continuo, a tutte le ore, per chiamarci e richiamarci.Tutta la nostra giornata - la storia di ogni singolo e di tutti - non è che una chiamata costante a fare frutto.
Questa parabola distrugge alla radice la logica del possesso e della pretesa : nessuno può vantare titoli di credito per ciò che è puro dono di grazia.
I primi chiamati, sia in Israele che nella Chiesa, sono come Giona : si incupiscono nel vedere che Dio è “ misericordioso, clemente , longanime e di grande amore” (Gn 4,2).
Sono attaccati ai loro beni spirituali , come il giovane ricco a quelli materiali.. Sono simili a Paolo, che si gloriava della sua irreprensibilità nella giustizia della legge (Fil 3,3-6) ; sono come il fratello maggiore , che si adira nel vedere che il Padre è buono con il fratello minore (lc 15,28).
Questa parabola è un Vangelo in nuce , simile a Luca 15,1ss. E' in contrasto con l'etica del capitalismo, materiale o spirituale che sia.
Non è contro la legge o la giustizia – agli operai della prima ora è dato quanto è giusto - , accentua però la grazia. La legge e la giustizia di Dio sono quelle dell'amore e della liberalità ; la sua retribuzione eccede ogni merito : è un premio, dato per misericordia a tutti.
I primi chiamati al lavoro nella vigna rischiano di rifiutare il Signore, perchè è magnanimo verso gli ultimi. Per tutti la salvezza è l'amore gratuito del Padre.
Non si può rapirlo con astuzia o guadagnarlo con sudore : è grazia.
La vita eterna che il giovane ricco vuole avere (19,16), si può ottenere non facendo qualcosa di più, ma lasciando tutto. Bisogna lasciare, oltre ai beni materiali, anche quelli spirituali.
Il Regno è dei poveri in spirito (5,3), di chi è diventato come un bambino e lo accoglie come dono del Padre ai figli nel Figlio. Il privilegio dei piccoli e degli ultimi è che, non meritandolo, capiscono che è un dono.
Gli altri – i ricchi in spirito – lo accoglieranno solo se, a fdifferenza del fratello maggiore, accetteranno il minore , solo se, a differenza di chi ha lavorato dall'alba, saranno contenti che i loro fratelli dell'ultima ora abbiano il loro stesso stipendio di figli.
Il brano si divide in due parti : ci sono cinque diverse chiamate dall'alba fino a un'ora prima del tramonto (v.1-7) ; al calar del sole c'è la ricompensa, cominciando dagli ultimi che ricevono lo stesso compenso pattuito con i primi , che, ovviamente, si lamentano (v. 8-16).
Il fulcro è il rimprovero a uno degli operai della prima ora , che non accetta che il Signore tratti come lui quelli dell'ultima ora.
Gesù riporta sulla terra ciò che era al “principio” : il modo di agire del Padre, che è benevolo con tutti i Suoi figli, anche con chi non lo merita.
La Chiesa, se cerca salvezza dalle proprie opere, sa che non ha più nulla a che fare con Cristo , è decaduta dalla grazia (Gal 5,4).
I cristiani, consci di essere stati salvati per grazia (Ef 2,5), deponendo asprezza, sdegno, ira, clamore, maldicenza e ogni genere di malignità, siano benevoli gli uni con gli altri . Si fanno vicendevolmente grazia come Dio li ha graziati in Cristo (Ef 4,31).
PRIMA LETTURA
RispondiEliminaI miei pensieri non sono i vostri pensieri.
Dal libro del profeta Isaia (Is 55,6-9)
Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino. L'empio abbandoni la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona. Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 144)
R. Il Signore è vicino a chi lo invoca.
Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre.
Grande è il Signore e degno di ogni lode;
senza fine è la sua grandezza. R.
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all'ira e grande nell'amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature. R.
Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità. R.
SECONDA LETTURA
Per me il vivere è Cristo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi (Fil 1,20c-27a)
Fratelli, Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia. Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno. Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa scegliere. Sono stretto infatti fra queste due cose: ho il desiderio di lasciare questa vita per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; ma per voi è più necessario che io rimanga nel corpo. Comportatevi dunque in modo degno del vangelo di Cristo.
Parola di Dio.
CANTO AL VANGELO (cf. At 16,14)
R. Alleluia, alleluia.
Apri, Signore, il nostro cuore
e accoglieremo le parole del Figlio tuo.
R. Alleluia.
VANGELO
Sei invidioso perché io sono buono?
+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 20,1-16)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: "Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: "Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò". Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: "Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?". Gli risposero: "Perché nessuno ci ha presi a giornata". Ed egli disse loro: "Andate anche voi nella vigna". Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: "Chiama i lavoratori e da' loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi". Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: "Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo". Ma il padrone, rispondendo a uno i loro, disse: "Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?". Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi".
Parola del Signore.