mercoledì 13 settembre 2017

A - 24 DOM.T.O.


1 commento:

  1. S. FAUSTI - “Non bisognava che anche tu avessi compassione del tuo compagno come anch'io ho avuto compassione di te?” Il fondamento del mio rapporto con l'altro è l'imitazione del rapporto che l'Altro ha con me . Quanto il Signore ha fatto con me è principio di quanto io faccio con il fratello.
    Gesù dice di amarci a vicenda con lo stesso amore con cui Lui ci ha amati (Gv 13,34); e Paolo dice di graziarci l'un l'altro come il Padre ha graziato noi in Cristo (Ef 4,32)..
    La giustizia del Figlio, che introduce nel regno del Padre, non è quella che ristabilisce parità, secondo la ragola : chi sbaglia paga.
    E' una giustizia superiore, propria di chi ama, che è in debito verso tutti : all'avversario deve la riconciliazione, al piccolo l'accoglienza, allo smarrito, la ricerca, al colpevole la correzione, al debitore il condono.
    E' la disparità della giustizia divina, che è misericordia, dono, perdono.
    Alla giustizia della legge che uccide, succede quella dello Spirito che dà la vita.
    In quanto figlio, son chiamato ad avere verso i fratelli gli stessi sentimenti.
    Le colpe altrui nei miei confronti mi permettono di perdonare come sono perdonato : mi fanno figlio perfetto come il Padre.
    Il male che faccio è l'occasione che , facendomi sentire perdonato di più, mi farà amare di più il Signore , il male che subisco è, a sua volta, l'opportunità di perdonare e amare di più i fratelli, diventando sempre più simile al Signore.
    Il male mio diventa perdono di Dio , quello dell'altro, perdono mio, che mi fa come Dio!.
    Il perdono che ricevo e che accordo è il respiro stesso di Dio, lo Spirito Santo, che diventa mia vita.
    Il perdono è il cuore della vita cristiana . mi rende figlio del Padre e fratello dei miei simili, in comunione con Dio e con gli uomini.
    Il perdono non nega la realtà del male. Lo suppone; ma proprio in esso si celebra il trionfo dell'amore gratuito e incondizionato.
    Un amore che non perdona non è amore.
    Il brano si divide in due parti : il dialogo tra Pietro e Gesù sul perdono illimitato, e la parabola che ne mostra il motivo.Essa è costruita sul contrappunto tra la magnanimità del Signore che perdona il debito incalcolabile di un servo, e la spietatezza di questo che non perdona a un suo compagno un piccolo debito.
    Conclude la dichiarazione che chi non perdona non è perdonato.
    Il perdono che accordo scaturisce dal perdono che ho ricevuto.
    Questa parabola, propria di Matteo, posta a conclusione del discorso sulla comunità, è un'esortazione al perdono. Il male, invece di dividere e isolare uno dall'altro, unisce e rinsalda nel perdono reciproco.Il perdono è la vittoria costante dell'amore. E' utile tener presente che si può perdonare all'altro solo se si sa perdonare a se stessi. E si perdona a se stessi se si accetta di essere perdonati da Dio.
    Gesù è il Figlio che ama i fratelli come è amato dal Padre.
    La Chiesa riceve la vita dal perdono e la mantiene perdonando : l'amore ricevuto e accordato, come la fa nascere, così la fa vivere

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