giovedì 8 giugno 2017

SS. TRINITA'


2 commenti:

  1. S. FAUSTI – La “vita eterna”, quella vita pienamente felice che l'uomo desidera come compimento della sua umanità, non è il risultato di uno sforzo sovrumano . È dono gratuito del Padre della vita che nel Figlio ci offre non solo di essere chiamati, ma di essere realmente Suoi figli (1Gv 3,1).
    chi crede nel Figlio e aderisce a Lui, è generato da Dio (1,13), nato dallo Spirito, partecipe della Vita divina , che è l'amore reciproco tra Padre e Figlio. Le Parole di Gesù a Nicodemo hanno l'intento di operare in noi quel passaggio al cuore nuovo, richiesto dalla legge e promesso dai profeti , che vediamo così ben descritto in Filippesi 3 , dove Paolo racconta la sua esperienza di uomo della legge che incontra il Signore. Al centro del brano sta la persona di Gesù , che Nicodemo, fariseo ben disposto, riconosce come Messia. Ma chi è il Messia che viene a rinnovare l'alleanza e il Tempio? Qual è il” flagello “con il quale trionfa sul male? Gesù è sì, il Messia, ma non corrisponde all'attesa di chi sogna un Messia potente che stermina i malvagi e premia i buoni...E' invece l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo (1,29), il Figlio dell'uomo innalzato , il Figlio di Dio crocifisso, che ci dona l'amore del Padre e ci rende figli, capaci di amare come siamo amati..
    Gesù è il Messia che , in quanto crocifisso, ci dà la vita, quella vita che la legge dice ma non dà e che i profeti solo promettono. La legge infatti prescrive ciò che bisogna fare ; la profezia a sua volta denuncia ciò che non facciamo e annuncia ciò che Dio farà per noi. Legge e profezia sono, rispettivamente, richiesta implicita e promessa esplicita dello Spirito del Figlio.
    Gesù non è venuto per abolire la Legge e i profeti, ma per portarli a compimento (Mt 5,7).
    Il comando che ci darà , sarà insieme nuovo e antico. La novità sta nel fatto che ciò che è antico come il desiderio dell'uomo, finalmente si realizza. Per questo ci lascerà il comando dell'amore reciproco , pieno compimento della Legge.
    “Dio infatti tanto amò il mondo”Dio da sempre ama il mondo, anche se il mondo Lo rifiuta. L'Amore del Padre è gratuito e e senza riserve : Il Figlio che lo conosce e ne vive , ce lo testimonia dalla croce. Questo versetto ci presenta il centro del Vangelo di Giovanni , che vuol portarci a confessare con meraviglia : “Noi abbiamo riconosciuto e creduto all'Amore che Dio ha per noi “Infatti ”Dio è Amore “ (1Gv 4,16).

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  2. --> Solo a questa luce possiamo comprendere correttamente tutta la rivelazione e correggere ogni sua interpretazione .
    Perché il Padre manda il Figlio? Non poteva venire a farsi carne Lui stesso? Ci ha dato il Figlio perché solo in Lui, che ama come è amato, vediamo la nostra identità di figli del Padre.
    Gesù , essendo Figlio, ha vissuto ciò che anche noi siamo chiamati a vivere :la “ filialità “ e la conseguente fraternità. Egli ci ama dello stesso Amore che il Padre ha per Lui e ci assicura che il Padre ci ama come Lui (17,23) con un Amore che è prima della fondazione del mondo (17,24).
    La salvezza è credere in Gesù crocifisso , il Figlio dell'uomo innalzato : Lui è la Parola, luce e vita di ogni uomo, diventata carne per narrarci l'Amore Assoluto del Padre. In Lui ci è data la nostra identità di figli e noi siamo ciò che siamo.
    Al di fuori di Lui, siamo ciò che non siamo, il nulla di noi stessi. Per questo accogliere Lui, il Figlio, è trovare se stessi ; rifiutare Lui è perdere se stessi.
    Il Figlio ha lo stesso giudizio del Padre . In Lui “innalzato” abbiamo la conoscenza vera di Lui e di noi stessi, che la bocca del serpente ci aveva sottratta.
    La salvezza o la perdizione non è predestinazione divina . Dio ha creato tutto per la vita e non c'è veleno di morte nelle sue creature , se non quello che ci siamo procurato noi , credendo alle nostre paure invece che a Lui. Ma se abbiamo abbandonato Lui, sorgente di acqua viva, (Ger2,13) , Egli non ci ha abbandonati , ci ha anzi manifestato nel modo più grande e indubitabile il Suo Amore , perdendo Se stesso per noi. Nell'abbandono del Figlio sulla croce, nessun abbandono è più abbandonato : in ogni perduto il Padre vede Suo Figlio che di ogni perdizione ha fatto dimora della Gloria.

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