giovedì 22 giugno 2017

A - 12 DOM.T.O.


2 commenti:

  1. S. FAUSTI - “Non temete, dice Gesù agli Apostoli, dopo averli mandati come pecore in mezzo ai lupi. La paura è il motore primo dell'agire umano,dovrebbe invece essere solo il freno! Evitare i pericoli di vita è giusto, non diventi però la preoccupazione che distoglie da ogni occupazione. L'istinto di autoconservazione in sé è sano . Serve per evitare il male. Ma è principio insufficiente per vivere , se contemporaneamente non c'è la fiducia nel bene. Senza la fiducia l'uomo è bloccato e disperato , senza paura è sventato e temerario , solo gli incoscienti , oltre ai dittatori , non hanno paura; ma c'è da aver paura per loro e di loro!.
    Fiducia e paura sono due principi antagonisti, ambedue necessari. Il secondo sovrabbonda, il primo, invece, scarseggia.
    Il Signore è venuto a donarci una fiducia in Lui che ci libera dalla paura della morte, con la quale il nemico ci tiene in schiavitù per tutta la vita (Eb 2,15).
    La morte è un evento naturale . Non è un male, anche se, a causa del peccato, la viviamo male! E' giusto non cercarla, ma è demoniaco rifiutarla. Siamo mortali , ma il nostro limite non è la fine di noi stessi, come teme il nostro egoismo, bensì l'inizio dell'Altro e della nostra comunione con Lui.
    Principio e fine della nostra vita non è il nulla che temiamo, ma il Padre che ci ama e che amiamo. Il perfetto amore scaccia ogni timore (1Gv 4,18).
    Finché viviamo il nostro amore non è ancora perfetto.
    Per questo abbiamo anche paura, ma non ne siamo dominati.
    L'apostolo, pur sentendo timori e incertezze, (1Cor 2,3), non si lascia guidare da questi, ma dallo Spirito di Colui che ha dato la vita per tutti (2 Cor 5,14).
    La paura della morte non diventi una filosofia di vita. Nostra “filosofia” sia “l'amore della sapienza” del Padre. L'uomo è sempre conteso tra due amori : quello della sapienza della carne , che chiude nella paura della morte , e quello della sapienza dello Spirito, che apre alla fiducia e alla vita. Ogni volta deve decidere quale sposare. Il brano è scandito da tre imperativi . “Non temete”, seguiti da motivazioni.
    La paura fa fare ciò che si teme , solo la fiducia fa fare ciò che si desidera.
    Il giudizio di Dio lo compio io stesso qui in terra . Se, nella quotidianità delle azioni e nella straordinarietà delle persecuzioni, riconosco il Figlio come fratello, sono riconosciuto dal Padre. Lo riconosco come riconoscenza d'amore. Lui per primo mi ha amato e ha dato se stesso per me (Gal 5,20); e io, nel fratello più piccolo riconosco Lui (18,5) che, per riconoscere tutti, si è fatto ultimo e servo di tutti (Mc 9,35). Il mio futuro eterno davanti al Padre dipende dal mio riconoscere ora davanti agli uomini il Figlio, che, nella carne dell'ultimo, sarà presente fino alla fine del mondo per salvarci: Il “tremendo” giudizio di Dio , l'unica cosa che conta e resta della storia, è posto nelle mie mani, affidato alla mia responsabilità . Io sono il giudice suo , e quindi di me stesso!. Riconoscere non è solo un fatto di labbra . È appartenere a Lui con il cuore e con la vita.

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  2. XII Domenica delle ferie del Tempo Ordinario

    Libro di Geremia 20,10-13.
    Io sentivo le insinuazioni di molti: "Terrore all'intorno! Denunciatelo e lo denunceremo". Tutti i miei amici spiavano la mia caduta: "Forse si lascerà trarre in inganno, così noi prevarremo su di lui, ci prenderemo la nostra vendetta".
    Ma il Signore è al mio fianco come un prode valoroso, per questo i miei persecutori cadranno e non potranno prevalere; saranno molto confusi perché non riusciranno, la loro vergogna sarà eterna e incancellabile.
    Signore degli eserciti, che provi il giusto e scruti il cuore e la mente, possa io vedere la tua vendetta su di essi; poiché a te ho affidato la mia causa!
    Cantate inni al Signore, lodate il Signore, perché ha liberato la vita del povero dalle mani dei malfattori.

    Salmi 69(68),8.10.14.30-31.33-34.
    Per te io sopporto l'insulto
    e la vergogna mi copre la faccia;
    Poiché mi divora lo zelo per la tua casa,
    ricadono su di me gli oltraggi di chi ti insulta.

    Ma io innalzo a te la mia preghiera,
    Signore, nel tempo della benevolenza;
    per la grandezza della tua bontà, rispondimi,
    per la fedeltà della tua salvezza, o Dio.

    Io sono infelice e sofferente;
    la tua salvezza, Dio, mi ponga al sicuro.
    Loderò il nome di Dio con il canto,
    lo esalterò con azioni di grazie,

    Vedano gli umili e si rallegrino;
    si ravvivi il cuore di chi cerca Dio,
    poiché il Signore ascolta i poveri
    e non disprezza i suoi che sono prigionieri.


    Lettera di san Paolo apostolo ai Romani 5,12-15.
    Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato.
    Fino alla legge infatti c'era peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la legge,
    la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato con una trasgressione simile a quella di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire.
    Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo morirono tutti, molto di più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia di un solo uomo, Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti gli uomini.

    Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 10,26-33.
    Non li temete dunque, poiché non v'è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato.
    Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti.
    E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna.
    Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia.
    Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati;
    non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri!
    Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli;
    chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

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