sabato 31 dicembre 2016

A - MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO


2 commenti:

  1. S. FAUSTI – Come i primi discepoli da pescatori diverranno pescatori di uomini, così è da scorgere in questi pastori coloro che poi saranno i pastori della chiesa di Dio. Sono i primi che hanno creduto alla Parola, hanno trovato il Bambino, Lo riconoscono come Salvatore e Lo annunciano..
    I pastori,che vanno senza indugio,sono modelli di fede.
    Essa porta speditamente alla scoperta di ciò che è avvenuto.Il fatto, anche se rivelato dall'Annuncio, senza fede resta nascosto.
    Solo questa lo fa scoprire.
    I pastori vedono la realtà di ciò che il Signore ha fatto loro conoscere.
    Ed è tanto importante che non possono trattenersi dal renderlo noto agli altri.
    I pastori hanno ricevuto l'annuncio, hanno ceduto e hanno visto; ora annunciano a loro volta.
    Ciò che gli angeli hanno fatto in cielo, i pastori continuano a farlo sulla terra: diventano angeli, mediatori della Parola, per portare altri a vedere ciò che Dio ha promesso.
    Si profila la dinamica missionaria della Chiesa : l'annuncio porta all'ascolto , l'ascolto alla visione.
    La prima reazione al loro annuncio è meraviglia.E' il primo gradino di un cuore che si apre ad accogliere qualcosa di nuovo, per lui inctedibile.
    Maria viene presentata come il credente che, pur conoscendo bene i fatti, non può mai prescindere dalla Parola ascoltata. Essa contiene sempre i misteri più profondi da vedere.
    Per questo conserva queste Parole, le serba con sé come tesoro intimo del suo cuore – dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore – e le confronta, le medita e le incontra.
    Tutto il vangelo presenterà queste Parole da ascoltare, accogliere, conservare, incontrare, misurare, comprendere, combinare fra loro, in una crescita continua, che fa germinare la pienezza del dono,i misteri stessi del Regno di Dio (8,10).
    La nostra visione viene dall'ascolto di queste Parole,e sarà sempre frammentaria,
    “come in uno specchio, in maniera confusa”.
    Solo alla fine sarà ricomposto nel nostro cuore quel volto che vedremo “faccia a faccia”(1Cor 13,12).

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  2. SGIOV. PAOLO II REDEMPTORIS MATER 1. La Madre del Redentore ha un preciso posto nel piano della salvezza, perché, «quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli. E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, che grida: Abbà, Padre» (Gal4,4). Con queste parole dell'apostolo Paolo, che il Concilio Vaticano II riprende all'inizio della trattazione sulla Beata Vergine Maria, desidero anch'io avviare la mia riflessione sul significato che ha Maria nel mistero di Cristo e sulla sua presenza attiva ed esemplare nella vita della Chiesa. Sono parole, infatti, che celebrano congiuntamente l'amore del Padre, la missione del Figlio, il dono dello Spirito, la donna da cui nacque il Redentore, la nostra filiazione divina, nel mistero della «pienezza del tempo». Questa pienezza definisce il momento fissato da tutta l'eternità, in cui il Padre mandò suo Figlio, «perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna» (Gv3,16). Essa denota il momento beato, in cui «il Verbo, che era presso Dio, ...si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv1,1), facendosi nostro fratello. Essa segna il momento, in cui lo Spirito Santo, che già aveva infuso la pienezza di grazia in Maria di Nazareth, plasmò nel suo grembo verginale la natura umana di Cristo. Essa indica il momento in cui, per l'ingresso dell'eterno nel tempo, il tempo stesso viene redento e, riempiendosi del mistero di Cristo, diviene definitivamente «tempo di salvezza». Essa, infine, designa l'inizio arcano del cammino della Chiesa. Nella liturgia, infatti, la Chiesa saluta Maria quale suo esordio, perché nell'evento della concezione immacolata vede proiettarsi, anticipata nel suo membro più nobile, la grazia salvatrice della Pasqua, e soprattutto perché nell'evento dell'incarnazione incontra indissolubilmente congiunti Cristo e Maria: colui che è suo Signore e suo capo e colei che, pronunciando il primo fiat della Nuova Alleanza, prefigura la sua condizione di sposa e di madre.

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