giovedì 22 dicembre 2016

A - S. NATALE


2 commenti:

  1. S. FAUSTI - “Si sono manifestati la bontà di Dio, Salvatore nostro, e il Suo Amore per gli uomini (Tt 3,4).In questa scena siamo chiamati a contemplare la filantropia di Dio.fatto per noi carne nel Suo Figlio. La scena di un Dio che si è fatto piccolo e indifeso, per essere accolto dalle nostre mani, è un preludio già della croce.
    La Sua nascita rivela un carattere “passionale; manifesta la Sua passione per l'uomo, la Sua simpatia estrema per Lui, che l'ha spinto a condividere la sua condizione.
    Il problema della fede cristiana è accogliere la carne di Dio che si è fatto solidale con la nostra debolezza :”ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio” (1 Gv 4,2).
    Essa ci rivela quel Dio che mai nessuno ha visto (Gv 1,18).
    La scena,compimento dell'Annunciazione, è costruita come un contrappunto tra la potenza umana che si autoesalta, si dilata e si consuma in un censimento mondiale, il primo della storia, e l'impotenza di Dio che si umilia, si restringe e si concentra in un Bambino.
    Se il Figlio di Dio fosse venuto con potenza, nel fulgore della sua Gloria, certamente non si sarebbe esposto al rifiuto. Tutti l'avremmo accolto e necessariamente.
    Ma non sarebbe stato Dio, bensì un idolo.
    Si ritiene che Dio, mistero 'tremendum et alliciens' sia “di grandezza enorme”, “splendore straordinario” e “terribile aspetto” (Dn 2,31). Queste, di per sé, sono le caratteristiche dell'idolo, comuni a tutte le religioni.
    Dio sta piuttosto dalla parte del sassolino che abbatte l'idolo(Dn 2,34).
    Il segno per riconoscerlo sarà diverso:
    la sua grandezza enorme sarà quella del piccolo , il suo splendore affascinante quello del bimbo fasciato, il suo aspetto tremendo quello di un corpo tremante nella mangiatoia.
    S. Ignazio pone il criterio discriminante della fede nei due vessilli : il vessillo del nostro re è “povertà, umiliazione e umiltà” (Magnificat)
    Quello della “ricchezza, vanagloria e superbia” è di satana.
    Questa prima presentazione che Luca fa di Gesù , e che ha colpito tanto S. Francesco, è normativa per la nostra fede : è la porta d'ingresso per entrare nella casa dove Lui abita e poterlo conoscere.
    Certamente un Dio piccolo si espone al rifiuto. E' la vulnerabilità dell'Amore , che non può non rispettare la libertà. Ma a quanti lo accolgono così com'è, dà il “potere di diventare figli di Dio”.
    Il fatto storico, unico, accaduto duemila anni fa, è prima narrato, poi annunciato come segno da leggere, che dà significato a tutta la storia e infine verificato dai pastori.
    Attraverso il racconto che per prima Maria ha fatto e che Luca, pastore diventato a sua volta annunciatore, ha trasmesso a noi, anche noi siamo chiamati a contemplare e toccare con Lei lo stesso Verbo della Vita.
    Così, come i primi pastori, diventiamo a nostra volta, annunciatori della Parola : “Fu partorito per voi oggi un Salvatore che è Cristo Signore”.
    Lo stesso annuncio, di bocca in bocca, attraverso i pastori diventati evangelisti, trasmette a noi il compimento della promessa di Dio.
    Nell'obbedienza di fede a questo annuncio , veniamo condotti anche noi alla salvezza.
    L'oggi della nascita del Salvatore si realizza ovunque è annunciato e creduto come presso i pastori che si mettono in cammino per andarlo a vedere.
    Dopo le parole dell'angelo si apre il cielo e gli uomini possono assistere alla liturgia celeste che si svolge sopra questo Bambino.
    A questa liturgia celeste , dischiusa dall'annuncio che ne dà l'interpretazione, corrisponde una liturgia terrestre , di povera gente, obbediente alla Parola , che corre a vedere un povero Bambino , del quale crede “ciò che il Signore ha notificato”.

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  2. In questi pastori, primi ascoltatori che a loro volta si fanno annunciatori, si profila la Chiesa.
    Essa nasce dall'annuncio, ne verifica l'oggi di salvezza e la ritrasmette agli altri con l'annuncio.
    E' una Chiesa di poveri e ultimi , come l'Annunciato stesso.
    In forza della fede, essa riconosce, annuncia, glorifica e loda Dio che si è rivelato nell'impotenza di Gesù.

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