S. FAUSTI – Giuseppe entra nella genesi del Figlio di Dio attraverso l'atto di fede che accetta “l'aggiunta di Dio” , donata in Maria, l'umile figlia di Sion. Egli è figura di ogni uomo che, “ troppo grande per bastare a se stesso”(Pascal) , si tiene aperto al suo mistero, e il suo mistero è Dio stesso. Si può aspettare all'infinito il Messia ; ma inutilmente. Infatti è già venuto, e aspetta solo che ci sia uno disposto a riceverlo. Il dono già è fatto, per Israele e per i pagani : questa è l'ottica di Matteo. La questione è come accoglierlo. Il racconto è fatto per il lettore, perchè avvenga a lui ciò che è avvenuto a Giuseppe. L' ”angelo” per noi è il testo stesso, che ricordi la sua esperienza, perchè diventi anche la nostra. Giuseppe è il nome segreto di ogni uomo, finito, che desidera all'infinito, anzi l' “infinito” , aperto a ciò che lo trascende e solo può colmarlo. L'uomo è fatto per tale “aggiunta” divina : “Ci hai fatti per Te, Signore , ed è inquieto il nostro cuore fino a quando non riposa in Te”(S. Agostino) “Non temere di prendere con te Maria” , dice l'Angelo a Giuseppe. Da Lei infatti riceverà Gesù, Il Figlio generato dallo Spirito, il Dio con noi. La fede nella Parola stabilisce la parentela tra noi e Dio stesso. Per essa, come Giuseppe, accogliamo Colui che ha il potere di farci figli (Gv 1,12). Tutto è lasciato alla nostra responsabilità, alla nostra capacità di rispondere alla Parola di Dio : questa è il Suo “Angelo” che ci offre la possibilità di accoglierlo , di ascoltarlo e di rispondergli. Il brano precedente dice come Dio entra nella nostra storia , questo, invece, come noi entriamo nella Sua . Lui assume la nostra carne così com'è, noi assumiamo Lui così come si offre in Maria. Giuseppe è il discendente di Davide, cui Dio promise il Messia. Ma Colui che promette sempre si com-promette, e ciò che promette alla fine è Se stesso, compromesso in ogni Sua promessa. Il figlio di Davide sarà non solo il Messia promesso, ma lo stesso Signore che promette. Il Figlio non nasce da noi . Viene dallo Spirito perchè Dio è Spirito. Giuseppe pensa di farsi indietro per discrezione e indegnità. Ma è incoraggiato dall'Angelo a prendere la Madre e il Figlio. Deve dare il nome a Colui che non è suo : è Altro, è l'Altro stesso, che attende il suo “sì” per essere suo figlio, il Dio-con-lui , Colui che salva lui e ogni “generare” dalla solitudine del non essere. Giuseppe è presentato d'ora innanzi come colui che ascolta ed esegue la Parola. La Chiesa, come Giuseppe, “il sognatore” realizza il sogno di Dio : in silenzio adorante, attraverso la fede, accoglie il dono del Figlio.
S. FAUSTI – Giuseppe entra nella genesi del Figlio di Dio attraverso l'atto di fede che accetta “l'aggiunta di Dio” , donata in Maria, l'umile figlia di Sion. Egli è figura di ogni uomo che, “ troppo grande per bastare a se stesso”(Pascal) , si tiene aperto al suo mistero, e il suo mistero è Dio stesso.
RispondiEliminaSi può aspettare all'infinito il Messia ; ma inutilmente. Infatti è già venuto, e aspetta solo che ci sia uno disposto a riceverlo. Il dono già è fatto, per Israele e per i pagani : questa è l'ottica di Matteo.
La questione è come accoglierlo.
Il racconto è fatto per il lettore, perchè avvenga a lui ciò che è avvenuto a Giuseppe.
L' ”angelo” per noi è il testo stesso, che ricordi la sua esperienza, perchè diventi anche la nostra.
Giuseppe è il nome segreto di ogni uomo, finito, che desidera all'infinito, anzi l' “infinito” , aperto a ciò che lo trascende e solo può colmarlo. L'uomo è fatto per tale “aggiunta” divina : “Ci hai fatti per Te, Signore , ed è inquieto il nostro cuore fino a quando non riposa in Te”(S. Agostino)
“Non temere di prendere con te Maria” , dice l'Angelo a Giuseppe.
Da Lei infatti riceverà Gesù, Il Figlio generato dallo Spirito, il Dio con noi.
La fede nella Parola stabilisce la parentela tra noi e Dio stesso. Per essa, come Giuseppe, accogliamo Colui che ha il potere di farci figli (Gv 1,12).
Tutto è lasciato alla nostra responsabilità, alla nostra capacità di rispondere alla Parola di Dio : questa è il Suo “Angelo” che ci offre la possibilità di accoglierlo , di ascoltarlo e di rispondergli.
Il brano precedente dice come Dio entra nella nostra storia , questo, invece, come noi entriamo nella Sua . Lui assume la nostra carne così com'è, noi assumiamo Lui così come si offre in Maria.
Giuseppe è il discendente di Davide, cui Dio promise il Messia.
Ma Colui che promette sempre si com-promette, e ciò che promette alla fine è Se stesso, compromesso in ogni Sua promessa.
Il figlio di Davide sarà non solo il Messia promesso, ma lo stesso Signore che promette.
Il Figlio non nasce da noi . Viene dallo Spirito perchè Dio è Spirito.
Giuseppe pensa di farsi indietro per discrezione e indegnità.
Ma è incoraggiato dall'Angelo a prendere la Madre e il Figlio. Deve dare il nome a Colui che non è suo : è Altro, è l'Altro stesso, che attende il suo “sì” per essere suo figlio, il Dio-con-lui , Colui che salva lui e ogni “generare” dalla solitudine del non essere.
Giuseppe è presentato d'ora innanzi come colui che ascolta ed esegue la Parola.
La Chiesa, come Giuseppe, “il sognatore” realizza il sogno di Dio :
in silenzio adorante, attraverso la fede, accoglie il dono del Figlio.