Antifona Giunga fino a te la mia preghiera, tendi l’orecchio alla mia supplica, Signore. (Sal 87,3)
Gloria.
Colletta Dio onnipotente e misericordioso, allontana ogni ostacolo nel nostro cammino verso di te, perché, nella serenità del corpo e dello spirito, possiamo dedicarci liberamente al tuo servizio. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
O Dio, voce che ridesta il cuore, nella lunga attesa dell’incontro con Cristo tuo Figlio fa’ che non venga a mancare l’olio delle nostre lampade, perché, quando egli verrà, siamo pronti a corrergli incontro per entrare con lui alla festa nuziale. Egli è Dio, e vive e regna con te. Credo.
Prima Lettura La sapienza si lascia trovare da quelli che la cercano. Dal libro della Sapienza Sap 6,12-16
La sapienza è splendida e non sfiorisce, facilmente si lascia vedere da coloro che la amano e si lascia trovare da quelli che la cercano. Nel farsi conoscere previene coloro che la desiderano. Chi si alza di buon mattino per cercarla non si affaticherà, la troverà seduta alla sua porta. Riflettere su di lei, infatti,è intelligenza perfetta, chi veglia a causa sua sarà presto senza affanni; poiché lei stessa va in cerca di quelli che sono degni di lei, appare loro benevola per le strade e in ogni progetto va loro incontro. Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 62 (63) R. Ha sete di te, Signore, l'anima mia.O Dio, tu sei il mio Dio, dall’aurora io ti cerco, ha sete di te l’anima mia, desidera te la mia carne in terra arida, assetata, senz’acqua. R. Così nel santuario ti ho contemplato, guardando la tua potenza e la tua gloria. Poiché il tuo amore vale più della vita, le mie labbra canteranno la tua lode. R.
Così ti benedirò per tutta la vita: nel tuo nome alzerò le mie mani. Come saziato dai cibi migliori, con labbra gioiose ti loderà la mia bocca. R.
Quando nel mio letto di te mi ricordo e penso a te nelle veglie notturne, a te che sei stato il mio aiuto, esulto di gioia all’ombra delle tue ali. R.
Seconda Lettura Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti. Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési 1Ts 4,13-18 Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell’ignoranza a proposito di quelli che sono morti, perché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Se infatti crediamo che Gesù è morto e risorto, così anche Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti. Sulla parola del Signore infatti vi diciamo questo: noi, che viviamo e che saremo ancora in vita alla venuta del Signore, non avremo alcuna precedenza su quelli che sono morti. Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, che viviamo e che saremo ancora in vita, verremo rapiti insieme con loro nelle nubi, per andare incontro al Signore in alto, e così per sempre saremo con il Signore. Confortatevi dunque a vicenda con queste parole.
Vegliate e tenetevi pronti, perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo. (Mt 24,42a.44)
Alleluia.
Vangelo Ecco lo sposo! Andategli incontro! Dal Vangelo secondo Matteo Mt 25,1-13
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora». Parola del Signore.
ANGELUS , 8 novembre 2020 Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Il brano del Vangelo di questa domenica (Mt 25,1-13) ci invita a prolungare la riflessione sulla vita eterna, iniziata in occasione della Festa di Tutti i Santi e della Commemorazione dei fedeli defunti. Gesù narra la parabola delle dieci vergini invitate a una festa nuziale, simbolo del Regno dei cieli.
Ai tempi di Gesù c’era la consuetudine che le nozze si celebrassero di notte; pertanto il corteo degli invitati doveva procedere con le lampade accese. Alcune damigelle sono stolte: prendono le lampade ma non prendono con sé l’olio; quelle sagge, invece, assieme alle lampade prendono anche dell’olio. Lo sposo tarda, tarda a venire, e tutte si assopiscono. Quando una voce avverte che lo sposo sta per arrivare, le stolte, in quel momento, si accorgono di non avere olio per le loro lampade; lo chiedono alle sagge, ma queste rispondono che non possono darlo, perché non basterebbe per tutte. Mentre le stolte vanno a comprare l’olio, arriva lo sposo. Le ragazze sagge entrano con lui nella sala del banchetto, e la porta viene chiusa. Le altre arrivano troppo tardi e vengono respinte.
È chiaro che con questa parabola, Gesù ci vuole dire che dobbiamo essere preparati all’incontro con Lui. Non solo all’incontro finale, ma anche ai piccoli e grandi incontri di ogni giorno in vista di quell’incontro, per il quale non basta la lampada della fede, occorre anche l’olio della carità e delle opere buone. La fede che ci unisce veramente a Gesù è quella, come dice l’apostolo Paolo, «che si rende operosa per mezzo della carità» (Gal 5,6). È ciò che viene rappresentato dall’atteggiamento delle ragazze sagge. Essere saggi e prudenti significa non aspettare l’ultimo momento per corrispondere alla grazia di Dio, ma farlo attivamente da subito, cominciare da adesso. “Io… sì, poi più avanti mi convertirò…” – “Convertiti oggi! Cambia vita oggi!” – “Sì, sì… domani”. E lo stesso dice domani, e così mai arriverà. Oggi! Se vogliamo essere pronti per l’ultimo incontro con il Signore, dobbiamo sin d’ora cooperare con Lui e compiere azioni buone ispirate al suo amore.
Noi sappiamo che capita, purtroppo, di dimenticare la meta della nostra vita, cioè l’appuntamento definitivo con Dio, smarrendo così il senso dell’attesa e assolutizzando il presente. Quando uno assolutizza il presente, guarda soltanto il presente, perde il senso dell’attesa, che è tanto bello, e tanto necessario, e anche ci butta fuori dalle contraddizioni del momento. Questo atteggiamento – quando si perde il senso dell’attesa – preclude ogni prospettiva sull’al di là: si fa tutto come se non si dovesse mai partire per l’altra vita. E allora ci si preoccupa soltanto di possedere, di emergere, di sistemarsi… E sempre di più. Se ci lasciamo guidare da ciò che ci appare più attraente, da quello che mi piace, dalla ricerca dei nostri interessi, la nostra vita diventa sterile; non accumuliamo alcuna riserva di olio per la nostra lampada, ed essa si spegnerà prima dell’incontro con il Signore. Dobbiamo vivere l’oggi, ma l’oggi che va verso il domani, verso quell’incontro, l’oggi carico di speranza. Se invece siamo vigilanti e facciamo il bene corrispondendo alla grazia di Dio, possiamo attendere con serenità l’arrivo dello sposo. Il Signore potrà venire anche mentre dormiamo: questo non ci preoccuperà, perché abbiamo la riserva di olio accumulata con le opere buone di ogni giorno, accumulata con quell’attesa del Signore, che Lui venga il più presto possibile e che venga a portarmi con Lui.
Invochiamo l’intercessione di Maria Santissima, perché ci aiuti a vivere, come ha fatto Lei, una fede operosa: essa è la lampada luminosa con cui possiamo attraversare la notte oltre la morte e giungere alla grande festa della vita.
FAUSTI - “Ecco lo sposo, uscite per l'incontro con lui!” E' il grido che si leva nel cuore della notte. Colui che la sposa e lo Spirito invocano : “Vieni!”, e che ha detto : “Verrò presto” (Ap 22,17-20), finalmente viene! E' la metafora più bella dell'esistenza umana , paragonata ad un uscire per andare incontro allo Sposo. Tutta la nostra vita è un'”uscita” , finalizzata a questo : usciamo dal grembo della madre alla luce del sole, usciamo ogni istante da ciò che siamo verso ciò che diventiamo, fino a quando usciamo dalla vita per incontrare la nostra vita, nascosta con Cristo in Dio (Col 3,3). Ignoriamo il giorno e l'ora dell'arrivo, ma sappiamo che ogni giorno e ogni ora sono un passo verso di Lui. A condizione però che ne ascoltiamo e ne seguiamo la Parola. Questo è l'olio che le vergini sagge portano con sé . È necessario per entrare alle nozze. Tutta la loro esistenza infatti è stata un vigile e operoso riconoscere le visite quotidiane dello sposo, fino a diventare piena di olio, colma di Spirito Santo. Le vergini stolte invece non hanno ascoltato e fatto la Sua Parola : non L'hanno atteso, riconosciuto e amato. La loro esistenza è un vaso vuoto, senza amore. Invece di andargli incontro, si sono allontanate da Lui e dalla Sua voce, fino a non conoscerlo. Per questo dirà loro : “Non vi conosco!” Ecco l'importanza del momento presente : è l'unico che ci è dato per vivere e acquisire l'olio necessario. La salvezza o perdizione eterna dipende esclusivamente da ciò che qui e ora liberamente facciamo. Il futuro è affidato alle nostre mani. La minacciosa descrizione del fallimento serve a risvegliarci dall'incoscienza e dall'ozio, per attivare la nostra libertà. Questo brano è rivolto alla comunità dei discepoli , perché non si aggiudichino automaticamente la salvezza per il semplice fatto di essere credenti. Non chi dice :”Signore, Signore!” entrerà nel regno dei cieli, ma solo chi fa la Volontà del Padre (7,21) , che consiste nel vivere da figli amando i fratelli. Il racconto è un'allegoria che ci fa leggere il senso profondo della nostra storia quotidiana in termini di salvezza o di perdizione. Ci vuol far identificare con le vergini stolte, perché diventiamo come quelle sagge. Il futuro è l'incontro con lo Sposo , ma questo si realizza per chi accumula ogni giorno quell'olio che rimane in eterno. Se uno non investe nell'amore, la sua vita è spenta! “Tra la vita e la morte, scelgo la chitarra “ diceva un poeta : scelgo di cantare al Signore , con la bocca, con il cuore, con le opere! Gesù è colui che mi ha amato e ha dato se stesso per me (Gal 2,20) . è lo Sposo (Ef 5,25-27). La Chiesa invoca : “Maranà tha . Vieni, o Signore” (1 Cor 16,22) , e ogni singolo discepolo dice con Paolo . “Vivo, però non più io, ma vive in me Cristo. La vita che ora vivo nella carne,la vivo nella fede del Figlio di Dio che mi ha amato e ha dato se stesso per me”. Rispondere all'amore con l'amore è la vita dell'uomo. Ed è la vita stessa di Dio, Padre e Figlio.
GESÙ parla per i battezzati, per coloro che hanno ricevuto la lampada della fede e l'hanno alimentata con le opere di carità, con la speranza e con il dono dello Spirito Santo. Essi annunciano la morte del Signore per la nostra salvezza, proclamano la sua risurrezione, attendono la sua venuta. Non conosciamo il giorno né l'ora, ma Lui ci ha ripetutamente ammonito ad attenderlo pronti ad incontrarlo, vestiti a festa, con il cuore nella gioia e nella speranza, che non delude, "Perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato" (Rm 5,5), nei Sacramenti della Chiesa, nell'Eucaristia e nell'ascolto della Parola "Le parole che vi ho detto sono Spirito e Vita" (Rm 5,5). Perché "è lo Spirito che dà la Vita" (Gv 6,63), nella carità e nelle opere che essa segna, affinché l'amore e la fraternità crescano sempre più nei cuori. L'unzione spirituale, il Dono dello Spirito, si alimenta dunque nella vita cristiana con la frequenza dei Sacramenti, con l'amore per Cristo, con la Parola e il Pane che ci vengono donati. Se non prestiamo attenzione al Dono, se lo lasciamo e non lo accogliamo come una perla preziosa, inevitabilmente impoveriamo la Sua presenza, e nessuno può darci del suo essere con Lui. Ascoltiamo il dialogo tra chi è saggio e riceve, e chi è stolto e perde e disperde la ricchezza del dono: "Dacci un po' del tuo olio": No, perché noi e voi non lo perdiamo, andate invece a comprarlo". E inevitabilmente arriva lo Sposo, ma le ultime vergini non sono presenti per aspettare e lo Sposo entra nelle nozze e la porta della festa è stata chiusa. "Vegliate, dunque!". Quindi è necessario riscoprire l'eredità ricevuta con il Battesimo: "E il fatto che siete figli è la prova che Dio ha mandato lo Spirito del Figlio che grida nei nostri cuori. Abba, Padre! Non sei più schiavo, ma figlio e, se sei figlio, sei anche erede per volontà di Dio" (Gal 4,6-7). Infatti, non siete più stranieri o ospiti, ma siete concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio (Ef 2,19). Amare il Datore e il suo Dono ci tiene svegli con il cuore pieno di gratitudine!
Antifona
RispondiEliminaGiunga fino a te la mia preghiera,
tendi l’orecchio alla mia supplica, Signore. (Sal 87,3)
Gloria.
Colletta
Dio onnipotente e misericordioso,
allontana ogni ostacolo nel nostro cammino verso di te,
perché, nella serenità del corpo e dello spirito,
possiamo dedicarci liberamente al tuo servizio.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
O Dio, voce che ridesta il cuore,
nella lunga attesa dell’incontro con Cristo tuo Figlio
fa’ che non venga a mancare l’olio delle nostre lampade,
perché, quando egli verrà,
siamo pronti a corrergli incontro
per entrare con lui alla festa nuziale.
Egli è Dio, e vive e regna con te.
Credo.
Prima Lettura
La sapienza si lascia trovare da quelli che la cercano.
Dal libro della Sapienza
Sap 6,12-16
La sapienza è splendida e non sfiorisce,
facilmente si lascia vedere da coloro che la amano
e si lascia trovare da quelli che la cercano.
Nel farsi conoscere previene coloro che la desiderano.
Chi si alza di buon mattino per cercarla non si affaticherà,
la troverà seduta alla sua porta.
Riflettere su di lei, infatti,è intelligenza perfetta,
chi veglia a causa sua sarà presto senza affanni;
poiché lei stessa va in cerca di quelli che sono degni di lei,
appare loro benevola per le strade
e in ogni progetto va loro incontro.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 62 (63)
R. Ha sete di te, Signore, l'anima mia.O Dio, tu sei il mio Dio,
dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz’acqua. R.
Così nel santuario ti ho contemplato,
guardando la tua potenza e la tua gloria.
Poiché il tuo amore vale più della vita,
le mie labbra canteranno la tua lode. R.
Così ti benedirò per tutta la vita:
nel tuo nome alzerò le mie mani.
Come saziato dai cibi migliori,
con labbra gioiose ti loderà la mia bocca. R.
Quando nel mio letto di te mi ricordo
e penso a te nelle veglie notturne,
a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all’ombra delle tue ali. R.
Seconda Lettura
Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
1Ts 4,13-18
Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell’ignoranza a proposito di quelli che sono morti, perché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Se infatti crediamo che Gesù è morto e risorto, così anche Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti.
Sulla parola del Signore infatti vi diciamo questo: noi, che viviamo e che saremo ancora in vita alla venuta del Signore, non avremo alcuna precedenza su quelli che sono morti. Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, che viviamo e che saremo ancora in vita, verremo rapiti insieme con loro nelle nubi, per andare incontro al Signore in alto, e così per sempre saremo con il Signore.
Confortatevi dunque a vicenda con queste parole.
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
RispondiEliminaAlleluia, alleluia.
Vegliate e tenetevi pronti,
perché, nell’ora che non immaginate,
viene il Figlio dell’uomo. (Mt 24,42a.44)
Alleluia.
Vangelo
Ecco lo sposo! Andategli incontro!
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 25,1-13
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”.
Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”.
Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa.
Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose:
“In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Parola del Signore.
RispondiEliminaPAPA FRANCESCO
ANGELUS , 8 novembre 2020
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Il brano del Vangelo di questa domenica (Mt 25,1-13) ci invita a prolungare la riflessione sulla vita eterna, iniziata in occasione della Festa di Tutti i Santi e della Commemorazione dei fedeli defunti. Gesù narra la parabola delle dieci vergini invitate a una festa nuziale, simbolo del Regno dei cieli.
Ai tempi di Gesù c’era la consuetudine che le nozze si celebrassero di notte; pertanto il corteo degli invitati doveva procedere con le lampade accese. Alcune damigelle sono stolte: prendono le lampade ma non prendono con sé l’olio; quelle sagge, invece, assieme alle lampade prendono anche dell’olio. Lo sposo tarda, tarda a venire, e tutte si assopiscono. Quando una voce avverte che lo sposo sta per arrivare, le stolte, in quel momento, si accorgono di non avere olio per le loro lampade; lo chiedono alle sagge, ma queste rispondono che non possono darlo, perché non basterebbe per tutte. Mentre le stolte vanno a comprare l’olio, arriva lo sposo. Le ragazze sagge entrano con lui nella sala del banchetto, e la porta viene chiusa. Le altre arrivano troppo tardi e vengono respinte.
È chiaro che con questa parabola, Gesù ci vuole dire che dobbiamo essere preparati all’incontro con Lui. Non solo all’incontro finale, ma anche ai piccoli e grandi incontri di ogni giorno in vista di quell’incontro, per il quale non basta la lampada della fede, occorre anche l’olio della carità e delle opere buone. La fede che ci unisce veramente a Gesù è quella, come dice l’apostolo Paolo, «che si rende operosa per mezzo della carità» (Gal 5,6). È ciò che viene rappresentato dall’atteggiamento delle ragazze sagge. Essere saggi e prudenti significa non aspettare l’ultimo momento per corrispondere alla grazia di Dio, ma farlo attivamente da subito, cominciare da adesso. “Io… sì, poi più avanti mi convertirò…” – “Convertiti oggi! Cambia vita oggi!” – “Sì, sì… domani”. E lo stesso dice domani, e così mai arriverà. Oggi! Se vogliamo essere pronti per l’ultimo incontro con il Signore, dobbiamo sin d’ora cooperare con Lui e compiere azioni buone ispirate al suo amore.
Noi sappiamo che capita, purtroppo, di dimenticare la meta della nostra vita, cioè l’appuntamento definitivo con Dio, smarrendo così il senso dell’attesa e assolutizzando il presente. Quando uno assolutizza il presente, guarda soltanto il presente, perde il senso dell’attesa, che è tanto bello, e tanto necessario, e anche ci butta fuori dalle contraddizioni del momento. Questo atteggiamento – quando si perde il senso dell’attesa – preclude ogni prospettiva sull’al di là: si fa tutto come se non si dovesse mai partire per l’altra vita. E allora ci si preoccupa soltanto di possedere, di emergere, di sistemarsi… E sempre di più. Se ci lasciamo guidare da ciò che ci appare più attraente, da quello che mi piace, dalla ricerca dei nostri interessi, la nostra vita diventa sterile; non accumuliamo alcuna riserva di olio per la nostra lampada, ed essa si spegnerà prima dell’incontro con il Signore. Dobbiamo vivere l’oggi, ma l’oggi che va verso il domani, verso quell’incontro, l’oggi carico di speranza. Se invece siamo vigilanti e facciamo il bene corrispondendo alla grazia di Dio, possiamo attendere con serenità l’arrivo dello sposo. Il Signore potrà venire anche mentre dormiamo: questo non ci preoccuperà, perché abbiamo la riserva di olio accumulata con le opere buone di ogni giorno, accumulata con quell’attesa del Signore, che Lui venga il più presto possibile e che venga a portarmi con Lui.
Invochiamo l’intercessione di Maria Santissima, perché ci aiuti a vivere, come ha fatto Lei, una fede operosa: essa è la lampada luminosa con cui possiamo attraversare la notte oltre la morte e giungere alla grande festa della vita.
FAUSTI - “Ecco lo sposo, uscite per l'incontro con lui!” E' il grido che si leva nel cuore della notte. Colui che la sposa e lo Spirito invocano : “Vieni!”, e che ha detto : “Verrò presto”
RispondiElimina(Ap 22,17-20), finalmente viene!
E' la metafora più bella dell'esistenza umana , paragonata ad un uscire per andare incontro allo Sposo. Tutta la nostra vita è un'”uscita” , finalizzata a questo : usciamo dal grembo della madre alla luce del sole, usciamo ogni istante da ciò che siamo verso ciò che diventiamo, fino a quando usciamo dalla vita per incontrare la nostra vita, nascosta con Cristo in Dio (Col 3,3).
Ignoriamo il giorno e l'ora dell'arrivo, ma sappiamo che ogni giorno e ogni ora sono un passo verso di Lui. A condizione però che ne ascoltiamo e ne seguiamo la Parola.
Questo è l'olio che le vergini sagge portano con sé . È necessario per entrare alle nozze.
Tutta la loro esistenza infatti è stata un vigile e operoso riconoscere le visite quotidiane dello sposo, fino a diventare piena di olio, colma di Spirito Santo.
Le vergini stolte invece non hanno ascoltato e fatto la Sua Parola : non L'hanno atteso, riconosciuto e amato. La loro esistenza è un vaso vuoto, senza amore.
Invece di andargli incontro, si sono allontanate da Lui e dalla Sua voce, fino a non conoscerlo.
Per questo dirà loro : “Non vi conosco!”
Ecco l'importanza del momento presente : è l'unico che ci è dato per vivere e acquisire l'olio necessario. La salvezza o perdizione eterna dipende esclusivamente da ciò che qui e ora liberamente facciamo. Il futuro è affidato alle nostre mani.
La minacciosa descrizione del fallimento serve a risvegliarci dall'incoscienza e dall'ozio, per attivare la nostra libertà.
Questo brano è rivolto alla comunità dei discepoli , perché non si aggiudichino automaticamente la salvezza per il semplice fatto di essere credenti. Non chi dice :”Signore, Signore!” entrerà nel regno dei cieli, ma solo chi fa la Volontà del Padre (7,21) , che consiste nel vivere da figli amando i fratelli.
Il racconto è un'allegoria che ci fa leggere il senso profondo della nostra storia quotidiana in termini di salvezza o di perdizione. Ci vuol far identificare con le vergini stolte, perché diventiamo come quelle sagge.
Il futuro è l'incontro con lo Sposo , ma questo si realizza per chi accumula ogni giorno quell'olio che rimane in eterno.
Se uno non investe nell'amore, la sua vita è spenta!
“Tra la vita e la morte, scelgo la chitarra “ diceva un poeta : scelgo di cantare al Signore , con la bocca, con il cuore, con le opere!
Gesù è colui che mi ha amato e ha dato se stesso per me (Gal 2,20) . è lo Sposo (Ef 5,25-27).
La Chiesa invoca : “Maranà tha . Vieni, o Signore” (1 Cor 16,22) , e ogni singolo discepolo dice con Paolo . “Vivo, però non più io, ma vive in me Cristo. La vita che ora vivo nella carne,la vivo nella fede del Figlio di Dio che mi ha amato e ha dato se stesso per me”. Rispondere all'amore con l'amore è la vita dell'uomo.
Ed è la vita stessa di Dio, Padre e Figlio.
GESÙ parla per i battezzati, per coloro che hanno ricevuto la lampada della fede e l'hanno alimentata con le opere di carità, con la speranza e con il dono dello Spirito Santo.
RispondiEliminaEssi annunciano la morte del Signore per la nostra salvezza, proclamano la sua risurrezione, attendono la sua venuta. Non conosciamo il giorno né l'ora, ma Lui ci ha ripetutamente ammonito ad attenderlo pronti ad incontrarlo, vestiti a festa, con il cuore nella gioia e nella speranza, che non delude,
"Perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato" (Rm 5,5), nei Sacramenti della Chiesa, nell'Eucaristia e nell'ascolto della Parola "Le parole che vi ho detto sono Spirito e Vita" (Rm 5,5). Perché "è lo Spirito che dà la Vita" (Gv 6,63), nella carità e nelle opere che essa segna, affinché l'amore e la fraternità crescano sempre più nei cuori.
L'unzione spirituale, il Dono dello Spirito, si alimenta dunque nella vita cristiana con la frequenza dei Sacramenti, con l'amore per Cristo, con la Parola e il Pane che ci vengono donati.
Se non prestiamo attenzione al Dono, se lo lasciamo e non lo accogliamo come una perla preziosa, inevitabilmente impoveriamo la Sua presenza, e nessuno può darci del suo essere con Lui.
Ascoltiamo il dialogo tra chi è saggio e riceve, e chi è stolto e perde e disperde la ricchezza del dono: "Dacci un po' del tuo olio": No, perché noi e voi non lo perdiamo, andate invece a comprarlo".
E inevitabilmente arriva lo Sposo, ma le ultime vergini non sono presenti per aspettare e lo Sposo entra nelle nozze e la porta della festa è stata chiusa.
"Vegliate, dunque!".
Quindi è necessario riscoprire l'eredità ricevuta con il Battesimo: "E il fatto che siete figli è la prova che Dio ha mandato lo Spirito del Figlio che grida nei nostri cuori. Abba, Padre! Non sei più schiavo, ma figlio e, se sei figlio, sei anche erede per volontà di Dio" (Gal 4,6-7).
Infatti, non siete più stranieri o ospiti, ma siete concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio (Ef 2,19).
Amare il Datore e il suo Dono ci tiene svegli con il cuore pieno di gratitudine!