Antifona I miei occhi sono sempre rivolti al Signore: egli libera dal laccio i miei piedi. Volgiti a me e abbi misericordia, perché sono povero e solo. (Sal 24,15-1
Quando mostrerò la mia santità in voi, vi radunerò da ogni terra; vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati da tutte le vostre impurità e metterò dentro di voi uno spirito nuovo. ( Ez 36,23-26) O Dio, fonte di misericordia e di ogni bene, che hai proposto a rimedio dei peccati il digiuno, la preghiera e le opere di carità fraterna, accogli la confessione della nostra miseria perché, oppressi dal peso della colpa, siamo sempre sollevati dalla tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo. O Dio, sorgente della vita, che offri all’umanità l’acqua viva della tua grazia, concedi al tuo popolo di confessare che Gesù è il salvatore del mondo e di adorarti in spirito e verità. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Credo.
Prima Lettura Dacci acqua da bere. Dal libro dell'Èsodo Es 17,3-7
In quei giorni, il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: «Perché ci hai fatto salire dall'Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?». Allora Mosè gridò al Signore, dicendo: «Che cosa farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!». Il Signore disse a Mosè: «Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani d'Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e va'! Ecco, io starò davanti a te là sulla roccia, sull'Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà». Mosè fece così, sotto gli occhi degli anziani d'Israele. E chiamò quel luogo Massa e Merìba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: «Il Signore è in mezzo a noi sì o no?».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 94 (95) R. Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore. Venite, cantiamo al Signore, acclamiamo la roccia della nostra salvezza. Accostiamoci a lui per rendergli grazie, a lui acclamiamo con canti di gioia. R.
Entrate: prostràti, adoriamo, in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti. È lui il nostro Dio e noi il popolo del suo pascolo, il gregge che egli conduce. R.
Se ascoltaste oggi la sua voce! «Non indurite il cuore come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri: mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere». R.
Seconda Lettura L'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito che ci è stato dato. Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Rm 5,1-2.5-8
Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l'accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio. La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
Parola di Dio.
Vangelo Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria! Signore, tu sei veramente il salvatore del mondo; dammi dell’acqua viva, perché io non abbia più sete. ( Gv 4,42.15) Sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna.
In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore - gli dice la donna -, dammi quest'acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va' a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: "Io non ho marito". Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l'ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l'ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te». In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui. Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l'un l'altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l'altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica». Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo». Parola del Signore.
FAUSTI - “Se conoscessi il dono di Dio” , dice Gesù alla Samaritana. Le chiede :”Dammi da bere” , perché lei stessa gli chieda . “Dammi quest'acqua”. Si tratta dell'acqua viva, l'amore del Padre e del Figlio, che Gesù ha sete di donare a ogni sua sorella e fratello. Dopo il prologo, dove si fa l'elogio della Parola (Gv 1,1-18), protagonista di fondo del racconto evangelico è l'acqua, origine della vita. Ma c'è acqua e acqua, come c'è vita e vita. C'è infatti un'acqua stagnante, morta, e un'altra mossa dal respiro dell'amore che zampilla in vita eterna. Nel cap. 1 c'è l'acqua del battesimo di Giovanni e quella del Battesimo di Gesù, nello Spirito; nel cap. 2 si parla dell'acqua delle purificazioni e del vino bello; nel cap. 3 c'è la nascita dall'acqua e quella dallo Spirito; ora, al cap.4 vediamo Gesù e la donna che parlano di sete e di acqua; nel cap.5 , alla piscina di Bethzathà, abbiamo la guarigione di uno della moltitudine di “essicati” , in attesa dell'acqua prodigiosa che tornerà in scena al cap. 7 , dopo il dono del Pane (c.6). Insieme all'acqua si parla anche di acqua e di fuoco , di spirito e di luce. Cos'è l'uomo se non terra impastata di acqua e vivificata dal soffio di Dio , che l'ha voluto simile a sé, partecipe della Sua gioia? Qual è la sete dell'uomo , se non la felicità e la pienezza di essere con Colui del quale è l'altra parte? L'incontro tra Gesù e la donna avviene nella solitudine . Che Gesù le parli, suscita meraviglia a lei stessa, oltre che ai discepoli. Al pozzo si va nelle ore fresche dell'alba e del tramonto. Perché questa donna viene a mezzogiorno, quando è sicura di non incontrare altre donne? Che acqua desidera nell'ora del caldo e della sete? La domanda che Gesù le rivolge pare strana alla Samaritana. Suona come l'avance di uno che vuole abbordarla . Ha capito bene. E' proprio l'inizio di un corteggiamento. Stanco e abbandonato sul pozzo, manifesta la propria debolezza. Ha sete anche Lui, come la donna che viene ad attingere. Oltre il pozzo con l'acqua materiale, c'è quello della legge, la cui acqua è la Parola di vita. Ma c'è anche quel pozzo profondo che è la donna e il suo cuore, che , a sua volta, rimanda a un mistero ancora più abissale, da cui scaturisce ogni esistenza.
La scena è un incontro tra uomo e donna : stanno di fonte due desideri , ognuno dei quali è sete dell'altro e acqua per l'altro. Le figure e i simboli che entrano in gioco sono suggestivi e di per sé eloquenti : la sete e l'acqua, l'uomo e la donna, lo Sposo e i vari mariti, il tempio in Spirito e verità e i vari templi, il cibo e la volontà di Dio, la fatica della semina e la gioia del raccolto. Sono realtà fondamentali che ognuno conosce e sulle quali ci si fraintende . Ognuno infatti ne ha un'esperienza limitata e propria , diversa da quella dell'altro. Il racconto è una storia d'amore , un dialogo nel quale Gesù vuol portare la donna a conoscere il suo dono. Lo Sposo è in viaggio, viene da lontano , in cerca della sposa. Questa , finalmente, che l'aveva abbandonato al crepuscolo del primo giorno, lo ritrova a mezzogiorno, all'ora sesta, l'”ora” quando tutto è compiuto.
Il racconto è un dialogo tra la parola e l'ascoltatore, raffigurato dalla donna, questa ha cambiato vari mariti, ma non ha ancora incontrato lo Sposo, di cui pure ha sete. E lo Sposo, sorgente d'acqua viva, la incontra al pozzo. Gesù inizia il dialogo con lei : la Sua sete è dissetata quando la donna ha sete di quell'acqua che lui ha sete di dare. Le parole di Gesù sono un garbato accenno alle sue delusioni amorose : L'intento non è denunciare, ma evidenziare una sete che niente può soddisfare se non il dono che Gesù vuol farle. La donna allora lo riconosce profeta e gli chiede come incontrare Dio , lo Sposo, dove Lo si adora? . Gesù le annuncia che è giunta l'ora, ed è “adesso” , in cui il Messia è presente - è Lui stesso che le parla!- e inizia con Lui il nuovo culto del padre , in Spirito e verità. La donna, ricevuta la rivelazione di Gesù, abbandona pozzo e brocca, per correre in città ad annunziare la sua scoperta. Nel frattempo giungono i discepoli che si erano assentati per comprare cibo, Gesù parla loro del Suo cibo di figlio , che è l'amore del Padre da portare ai fratelli. La messe abbondante di samaritani che accorrono a lui, è il frutto della sua missione, Infatti le folle escono dalla città verso il pozzo e trovano il dono . Attingono alla sorgente di acqua viva e credono in Lui, Salvatore del mondo.
BENEDETTO XVI - ANGELUS - 27 marzo 2011 Questa III Domenica di Quaresima è caratterizzata dal celebre dialogo di GESÙ con la DONNA SAMARITANA, raccontato dall’evangelista Giovanni. La DONNA si recava tutti i giorni ad attingere ACQUA ad un antico pozzo, risalente al patriarca Giacobbe, e quel giorno vi trovò GESÙ, seduto, “affaticato per il viaggio” (Gv 4,6). Sant’Agostino commenta: “Non per nulla GESÙ si stanca … La forza di CRISTO ti ha creato, la debolezza di CRISTO ti ha ricreato … Con la sua forza ci ha creati, con la sua debolezza è venuto a cercarci” (In Ioh. Ev., 15, 2). La stanchezza di GESÙ, segno della sua vera UMANITÀ, può essere vista come un preludio della passione, con la quale Egli ha portato a compimento l’opera della nostra REDENZIONE. In particolare, nell’incontro con la SAMARITANA al pozzo, emerge il tema della “SETE” di CRISTO, che culmina nel grido sulla croce: “Ho SETE” (Gv 19,28). Certamente questa SETE, come la stanchezza, ha una base fisica. Ma GESÙ, come dice ancora Agostino, “aveva SETE della fede di quella DONNA” (In Ioh. Ev. 15, 11), come della fede di tutti noi. Dio Padre lo ha mandato a saziare la nostra SETE di VITA ETERNA, donandoci il suo AMORE, ma per farci questo DONO GESÙ chiede la nostra fede. L’onnipotenza dell’AMORE rispetta sempre la libertà dell’UOMO; bussa al suo cuore e attende con pazienza la sua risposta. Nell’incontro con la SAMARITANA risalta in primo piano il simbolo dell’ACQUA, che allude chiaramente al sacramento del Battesimo, SORGENTE di vita nuova per la fede nella GRAZIA di Dio. Questo Vangelo, infatti, - come ho ricordato nella Catechesi del Mercoledì delle Ceneri - fa parte dell’antico itinerario di preparazione dei catecumeni all’iniziazione cristiana, che avveniva nella grande Veglia della notte di Pasqua. “Chi berrà dell’ACQUA che io gli darò – dice GESÙ – non avrà più SETE in eterno. Anzi, l’ACQUA che io gli darò diventerà in lui SORGENTE d’ACQUA che zampilla per la VITA ETERNA” (Gv 4,14). Quest’ACQUA rappresenta lo SPIRITO SANTO, il “dono” per eccellenza che GESÙ è venuto a portare da parte di Dio Padre. Chi rinasce dall’ACQUA e dallo SPIRITO SANTO, cioè nel Battesimo, entra in una relazione reale con Dio, una relazione filiale, e può ADORARLO “in spirito e VERITÀ” (Gv 4,23.24), come RIVELA ancora GESÙ alla DONNA SAMARITANA. Grazie all’incontro con GESù CRISTO e al DONO dello SPIRITO SANTO, la fede dell’UOMO giunge al suo compimento, come risposta alla pienezza della RIVELAZIONE di Dio. Ognuno di noi può immedesimarsi con la DONNA SAMARITANA: GESÙ ci aspetta, specialmente in questo tempo di Quaresima, per parlare al nostro, al mio cuore. Fermiamoci un momento in silenzio, nella nostra stanza, o in una CHIESA, o in un luogo appartato. Ascoltiamo la sua voce che ci dice: “Se tu conoscessi il DONO di Dio…”. Ci aiuti la Vergine Maria a non mancare a questo appuntamento, da cui dipende la nostra vera felicità.
PAPA FRANCESCO – ANGELUS - III Domenica di Quaresima, 15 marzo 2020 […] Il brano evangelico di questa domenica, terza di Quaresima, presenta l’incontro di GESÙ con una DONNA SAMARITANA ( Gv 4,5-42). Egli è in cammino con i suoi DISCEPOLI e fanno sosta presso un pozzo, in Samaria. I samaritani erano considerati eretici dai Giudei, e molto disprezzati, come cittadini di seconda classe. GESÙ è stanco, ha SETE. Arriva una DONNA a prendere ACQUA e lui le chiede: «Dammi da bere» (v. 7). Così, rompendo ogni barriera, comincia un dialogo in cui svela a quella DONNA il mistero dell’ACQUA VIVA, cioè dello SPIRITO SANTO, DONO di Dio. Infatti, alla reazione di sorpresa della DONNA, GESÙ risponde: «Se tu conoscessi il DONO di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato ACQUA VIVA» (v. 10). Al centro di questo dialogo c’è l’ACQUA. Da una parte, l’ACQUA come elemento essenziale per vivere, che appaga la SETE del corpo e sostiene la vita. Dall’altra, l’ACQUA come simbolo della GRAZIA divina, che dà la VITA ETERNA. Nella tradizione biblica DIO è la fonte dell’ACQUA VIVA – così si dice nei salmi, nei profeti –: allontanarsi da Dio, fonte di ACQUA VIVA, e dalla sua Legge comporta la peggiore siccità. È l’esperienza del popolo d’Israele nel DESERTO. Nel lungo cammino verso la libertà, esso, arso dalla SETE, protesta contro MOSÈ e contro Dio perché non c’è ACQUA. Allora, per volere di Dio, MOSÈ fa scaturire l’ACQUA da una ROCCIA, come segno della provvidenza di Dio che accompagna il suo popolo e gli dà la vita (Es 17,1-7). E l’apostolo PAOLO interpreta quella ROCCIA come simbolo di CRISTO. Dirà così: “E la ROCCIA è CRISTO” ( 1 Cor 10,4). È la misteriosa figura della sua presenza in mezzo al popolo di Dio che cammina. CRISTO infatti è il Tempio dal quale, secondo la visione dei profeti, sgorga lo SPIRITO SANTO, cioè l’ACQUA VIVA che purifica e dà vita. Chi ha SETE di salvezza può attingere gratuitamente da GESÙ, e lo SPIRITO SANTO diventerà in lui o in lei una SORGENTE di vita piena ed eterna. La promessa dell’ACQUA VIVA che GESÙ ha fatto alla SAMARITANA è divenuta realtà nella sua Pasqua: dal suo costato trafitto sono usciti «sangue ed ACQUA» (Gv 19,34). CRISTO, Agnello immolato e risorto, è la SORGENTE da cui scaturisce lo SPIRITO SANTO, che rimette i peccati e rigenera a vita nuova. Questo DONO è anche la fonte della testimonianza. Come la SAMARITANA, chiunque incontra GESÙ vivo sente il bisogno di raccontarlo agli altri, così che tutti arrivino a confessare che GESÙ «è veramente il SALVATORE del MONDO» (Gv 4,42), come dissero poi i compaesani di quella DONNA. Anche noi, generati a vita nuova mediante il Battesimo, siamo chiamati a testimoniare la vita e la speranza che sono in noi. Se la nostra ricerca e la nostra SETE trovano in CRISTO pieno appagamento, manifesteremo che la salvezza non sta nelle “cose” di questo mondo, che alla fine producono siccità, ma in Colui che ci ha amati e sempre ci ama: GESÙ nostro SALVATORE, nell’ACQUA VIVA che Lui ci offre Maria Santissima ci aiuti a coltivare il desiderio del CRISTO, fonte di ACQUA VIVA, l’unico che può saziare la SETE di vita e di AMORE che portiamo nel cuore.
Antifona
RispondiEliminaI miei occhi sono sempre rivolti al Signore:
egli libera dal laccio i miei piedi.
Volgiti a me e abbi misericordia, perché sono povero e solo. (Sal 24,15-1
Quando mostrerò la mia santità in voi,
vi radunerò da ogni terra; vi aspergerò con acqua pura
e sarete purificati da tutte le vostre impurità
e metterò dentro di voi uno spirito nuovo. ( Ez 36,23-26)
O Dio, fonte di misericordia e di ogni bene,
che hai proposto a rimedio dei peccati
il digiuno, la preghiera e le opere di carità fraterna,
accogli la confessione della nostra miseria
perché, oppressi dal peso della colpa,
siamo sempre sollevati dalla tua misericordia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
O Dio, sorgente della vita,
che offri all’umanità l’acqua viva della tua grazia,
concedi al tuo popolo di confessare
che Gesù è il salvatore del mondo
e di adorarti in spirito e verità.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Credo.
Prima Lettura
Dacci acqua da bere.
Dal libro dell'Èsodo
Es 17,3-7
In quei giorni, il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: «Perché ci hai fatto salire dall'Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?».
Allora Mosè gridò al Signore, dicendo: «Che cosa farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!». Il Signore disse a Mosè: «Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani d'Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e va'! Ecco, io starò davanti a te là sulla roccia, sull'Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà».
Mosè fece così, sotto gli occhi degli anziani d'Israele. E chiamò quel luogo Massa e Merìba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: «Il Signore è in mezzo a noi sì o no?».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 94 (95)
R. Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore.
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia. R.
Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce. R.
Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere». R.
Seconda Lettura
L'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito che ci è stato dato.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Rm 5,1-2.5-8
Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l'accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio.
La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
Parola di Dio.
Vangelo
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Signore, tu sei veramente il salvatore del mondo;
dammi dell’acqua viva, perché io non abbia più sete. ( Gv 4,42.15)
Sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna.
Dal Vangelo di Giovanni
RispondiEliminaGv 4,5-42
In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani.
Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore - gli dice la donna -, dammi quest'acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va' a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: "Io non ho marito". Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero».
Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l'ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l'ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui.
Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l'un l'altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l'altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».
Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo». Parola del Signore.
Parola del Signore.
FAUSTI - “Se conoscessi il dono di Dio” , dice Gesù alla Samaritana. Le chiede :”Dammi da bere” , perché lei stessa gli chieda . “Dammi quest'acqua”. Si tratta dell'acqua viva, l'amore del Padre e del Figlio, che Gesù ha sete di donare a ogni sua sorella e fratello.
RispondiEliminaDopo il prologo, dove si fa l'elogio della Parola (Gv 1,1-18), protagonista di fondo del racconto evangelico è l'acqua, origine della vita.
Ma c'è acqua e acqua, come c'è vita e vita. C'è infatti un'acqua stagnante, morta, e un'altra mossa dal respiro dell'amore che zampilla in vita eterna.
Nel cap. 1 c'è l'acqua del battesimo di Giovanni e quella del Battesimo di Gesù, nello Spirito;
nel cap. 2 si parla dell'acqua delle purificazioni e del vino bello;
nel cap. 3 c'è la nascita dall'acqua e quella dallo Spirito;
ora, al cap.4 vediamo Gesù e la donna che parlano di sete e di acqua;
nel cap.5 , alla piscina di Bethzathà, abbiamo la guarigione di uno della moltitudine di “essicati” , in attesa dell'acqua prodigiosa che tornerà in scena al cap. 7 , dopo il dono del Pane (c.6).
Insieme all'acqua si parla anche di acqua e di fuoco , di spirito e di luce.
Cos'è l'uomo se non terra impastata di acqua e vivificata dal soffio di Dio , che l'ha voluto simile a sé, partecipe della Sua gioia?
Qual è la sete dell'uomo , se non la felicità e la pienezza di essere con Colui del quale è l'altra parte?
L'incontro tra Gesù e la donna avviene nella solitudine . Che Gesù le parli, suscita meraviglia a lei stessa, oltre che ai discepoli. Al pozzo si va nelle ore fresche dell'alba e del tramonto.
Perché questa donna viene a mezzogiorno, quando è sicura di non incontrare altre donne? Che acqua desidera nell'ora del caldo e della sete?
La domanda che Gesù le rivolge pare strana alla Samaritana. Suona come l'avance di uno che vuole abbordarla . Ha capito bene. E' proprio l'inizio di un corteggiamento.
Stanco e abbandonato sul pozzo, manifesta la propria debolezza. Ha sete anche Lui, come la donna che viene ad attingere.
Oltre il pozzo con l'acqua materiale, c'è quello della legge, la cui acqua è la Parola di vita. Ma c'è anche quel pozzo profondo che è la donna e il suo cuore, che , a sua volta, rimanda a un mistero ancora più abissale, da cui scaturisce ogni esistenza.
La scena è un incontro tra uomo e donna : stanno di fonte due desideri , ognuno dei quali è sete dell'altro e acqua per l'altro. Le figure e i simboli che entrano in gioco sono suggestivi e di per sé eloquenti : la sete e l'acqua, l'uomo e la donna, lo Sposo e i vari mariti, il tempio in Spirito e verità e i vari templi, il cibo e la volontà di Dio, la fatica della semina e la gioia del raccolto.
Sono realtà fondamentali che ognuno conosce e sulle quali ci si fraintende .
Ognuno infatti ne ha un'esperienza limitata e propria , diversa da quella dell'altro.
Il racconto è una storia d'amore , un dialogo nel quale Gesù vuol portare la donna a conoscere il suo dono. Lo Sposo è in viaggio, viene da lontano , in cerca della sposa.
Questa , finalmente, che l'aveva abbandonato al crepuscolo del primo giorno, lo ritrova a mezzogiorno, all'ora sesta, l'”ora” quando tutto è compiuto.
Il racconto è un dialogo tra la parola e l'ascoltatore, raffigurato dalla donna, questa ha cambiato vari mariti, ma non ha ancora incontrato lo Sposo, di cui pure ha sete. E lo Sposo, sorgente d'acqua viva, la incontra al pozzo. Gesù inizia il dialogo con lei : la Sua sete è dissetata quando la donna ha sete di quell'acqua che lui ha sete di dare. Le parole di Gesù sono un garbato accenno alle sue delusioni amorose : L'intento non è denunciare, ma evidenziare una sete che niente può soddisfare se non il dono che Gesù vuol farle. La donna allora lo riconosce profeta e gli chiede come incontrare Dio , lo Sposo, dove Lo si adora? .
RispondiEliminaGesù le annuncia che è giunta l'ora, ed è “adesso” , in cui il Messia è presente - è Lui stesso che le parla!- e inizia con Lui il nuovo culto del padre , in Spirito e verità.
La donna, ricevuta la rivelazione di Gesù, abbandona pozzo e brocca, per correre in città ad annunziare la sua scoperta. Nel frattempo giungono i discepoli che si erano assentati per comprare cibo, Gesù parla loro del Suo cibo di figlio , che è l'amore del Padre da portare ai fratelli. La messe abbondante di samaritani che accorrono a lui, è il frutto della sua missione, Infatti le folle escono dalla città verso il pozzo e trovano il dono . Attingono alla sorgente di acqua viva e credono in Lui, Salvatore del mondo.
BENEDETTO XVI - ANGELUS - 27 marzo 2011
RispondiEliminaQuesta III Domenica di Quaresima è caratterizzata dal celebre dialogo di GESÙ con la DONNA SAMARITANA, raccontato dall’evangelista Giovanni. La DONNA si recava tutti i giorni ad attingere ACQUA ad un antico pozzo, risalente al patriarca Giacobbe, e quel giorno vi trovò GESÙ, seduto, “affaticato per il viaggio” (Gv 4,6). Sant’Agostino commenta: “Non per nulla GESÙ si stanca … La forza di CRISTO ti ha creato, la debolezza di CRISTO ti ha ricreato … Con la sua forza ci ha creati, con la sua debolezza è venuto a cercarci” (In Ioh. Ev., 15, 2). La stanchezza di GESÙ, segno della sua vera UMANITÀ, può essere vista come un preludio della passione, con la quale Egli ha portato a compimento l’opera della nostra REDENZIONE. In particolare, nell’incontro con la SAMARITANA al pozzo, emerge il tema della “SETE” di CRISTO, che culmina nel grido sulla croce: “Ho SETE” (Gv 19,28). Certamente questa SETE, come la stanchezza, ha una base fisica. Ma GESÙ, come dice ancora Agostino, “aveva SETE della fede di quella DONNA” (In Ioh. Ev. 15, 11), come della fede di tutti noi. Dio Padre lo ha mandato a saziare la nostra SETE di VITA ETERNA, donandoci il suo AMORE, ma per farci questo DONO GESÙ chiede la nostra fede. L’onnipotenza dell’AMORE rispetta sempre la libertà dell’UOMO; bussa al suo cuore e attende con pazienza la sua risposta.
Nell’incontro con la SAMARITANA risalta in primo piano il simbolo dell’ACQUA, che allude chiaramente al sacramento del Battesimo, SORGENTE di vita nuova per la fede nella GRAZIA di Dio. Questo Vangelo, infatti, - come ho ricordato nella Catechesi del Mercoledì delle Ceneri - fa parte dell’antico itinerario di preparazione dei catecumeni all’iniziazione cristiana, che avveniva nella grande Veglia della notte di Pasqua. “Chi berrà dell’ACQUA che io gli darò – dice GESÙ – non avrà più SETE in eterno. Anzi, l’ACQUA che io gli darò diventerà in lui SORGENTE d’ACQUA che zampilla per la VITA ETERNA” (Gv 4,14). Quest’ACQUA rappresenta lo SPIRITO SANTO, il “dono” per eccellenza che GESÙ è venuto a portare da parte di Dio Padre. Chi rinasce dall’ACQUA e dallo SPIRITO SANTO, cioè nel Battesimo, entra in una relazione reale con Dio, una relazione filiale, e può ADORARLO “in spirito e VERITÀ” (Gv 4,23.24), come RIVELA ancora GESÙ alla DONNA SAMARITANA. Grazie all’incontro con GESù CRISTO e al DONO dello SPIRITO SANTO, la fede dell’UOMO giunge al suo compimento, come risposta alla pienezza della RIVELAZIONE di Dio.
Ognuno di noi può immedesimarsi con la DONNA SAMARITANA: GESÙ ci aspetta, specialmente in questo tempo di Quaresima, per parlare al nostro, al mio cuore. Fermiamoci un momento in silenzio, nella nostra stanza, o in una CHIESA, o in un luogo appartato. Ascoltiamo la sua voce che ci dice: “Se tu conoscessi il DONO di Dio…”. Ci aiuti la Vergine Maria a non mancare a questo appuntamento, da cui dipende la nostra vera felicità.
PAPA FRANCESCO – ANGELUS - III Domenica di Quaresima, 15 marzo 2020
RispondiElimina[…] Il brano evangelico di questa domenica, terza di Quaresima, presenta l’incontro di GESÙ con una DONNA SAMARITANA ( Gv 4,5-42). Egli è in cammino con i suoi DISCEPOLI e fanno sosta presso un pozzo, in Samaria. I samaritani erano considerati eretici dai Giudei, e molto disprezzati, come cittadini di seconda classe. GESÙ è stanco, ha SETE. Arriva una DONNA a prendere ACQUA e lui le chiede: «Dammi da bere» (v. 7). Così, rompendo ogni barriera, comincia un dialogo in cui svela a quella DONNA il mistero dell’ACQUA VIVA, cioè dello SPIRITO SANTO, DONO di Dio. Infatti, alla reazione di sorpresa della DONNA, GESÙ risponde: «Se tu conoscessi il DONO di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato ACQUA VIVA» (v. 10).
Al centro di questo dialogo c’è l’ACQUA. Da una parte, l’ACQUA come elemento essenziale per vivere, che appaga la SETE del corpo e sostiene la vita. Dall’altra, l’ACQUA come simbolo della GRAZIA divina, che dà la VITA ETERNA. Nella tradizione biblica DIO è la fonte dell’ACQUA VIVA – così si dice nei salmi, nei profeti –: allontanarsi da Dio, fonte di ACQUA VIVA, e dalla sua Legge comporta la peggiore siccità. È l’esperienza del popolo d’Israele nel DESERTO. Nel lungo cammino verso la libertà, esso, arso dalla SETE, protesta contro MOSÈ e contro Dio perché non c’è ACQUA. Allora, per volere di Dio, MOSÈ fa scaturire l’ACQUA da una ROCCIA, come segno della provvidenza di Dio che accompagna il suo popolo e gli dà la vita (Es 17,1-7).
E l’apostolo PAOLO interpreta quella ROCCIA come simbolo di CRISTO. Dirà così: “E la ROCCIA è CRISTO” ( 1 Cor 10,4). È la misteriosa figura della sua presenza in mezzo al popolo di Dio che cammina. CRISTO infatti è il Tempio dal quale, secondo la visione dei profeti, sgorga lo SPIRITO SANTO, cioè l’ACQUA VIVA che purifica e dà vita. Chi ha SETE di salvezza può attingere gratuitamente da GESÙ, e lo SPIRITO SANTO diventerà in lui o in lei una SORGENTE di vita piena ed eterna. La promessa dell’ACQUA VIVA che GESÙ ha fatto alla SAMARITANA è divenuta realtà nella sua Pasqua: dal suo costato trafitto sono usciti «sangue ed ACQUA» (Gv 19,34). CRISTO, Agnello immolato e risorto, è la SORGENTE da cui scaturisce lo SPIRITO SANTO, che rimette i peccati e rigenera a vita nuova.
Questo DONO è anche la fonte della testimonianza. Come la SAMARITANA, chiunque incontra GESÙ vivo sente il bisogno di raccontarlo agli altri, così che tutti arrivino a confessare che GESÙ «è veramente il SALVATORE del MONDO» (Gv 4,42), come dissero poi i compaesani di quella DONNA. Anche noi, generati a vita nuova mediante il Battesimo, siamo chiamati a testimoniare la vita e la speranza che sono in noi. Se la nostra ricerca e la nostra SETE trovano in CRISTO pieno appagamento, manifesteremo che la salvezza non sta nelle “cose” di questo mondo, che alla fine producono siccità, ma in Colui che ci ha amati e sempre ci ama: GESÙ nostro SALVATORE, nell’ACQUA VIVA che Lui ci offre
Maria Santissima ci aiuti a coltivare il desiderio del CRISTO, fonte di ACQUA VIVA, l’unico che può saziare la SETE di vita e di AMORE che portiamo nel cuore.