venerdì 9 ottobre 2020

A - 27 DOMENICA T.O.





3 commenti:

  1. LETTURA DEL GIORNO
    Prima Lettura

    Dal libro del profeta Isaìa
    Is 5,1-7

    Voglio cantare per il mio diletto il mio cantico d'amore per la sua vigna. Il mio diletto possedeva una vigna sopra un fertile colle. Egli l'aveva dissodata e sgombrata dai sassi e vi aveva piantato viti pregiate; in mezzo vi aveva costruito una torre e scavato anche un tino. Egli aspettò che producesse uva; essa produsse, invece, acini acerbi. E ora, abitanti di Gerusalemme e uomini di Giuda, siate voi giudici fra me e la mia vigna.
    Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto? Perché, mentre attendevo che producesse uva, essa ha prodotto acini acerbi? Ora voglio farvi conoscere ciò che sto per fare alla mia vigna: toglierò la sua siepe e si trasformerà in pascolo; demolirò il suo muro di cinta e verrà calpestata. La renderò un deserto, non sarà potata né vangata e vi cresceranno rovi e pruni; alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia.
    Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti è la casa d'Israele; gli abitanti di Giuda sono la sua piantagione preferita. Egli si aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue, attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressi.



    Seconda Lettura

    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
    Fil 4,6-9

    Fratelli, non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù. In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri.
    Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica.
    E il Dio della pace sarà con voi!

    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 21,33-43

    In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un'altra parabola: c'era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto per mio figlio!.
    Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: Costui è l'erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!.
    Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
    E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d'angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi?
    Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Per far capire come Dio Padre risponde ai rifiuti opposti al suo amore e alla sua proposta di alleanza, il brano evangelico pone sulle labbra del padrone della vigna una domanda: «Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?» (v. 40). Questa domanda sottolinea che la delusione di Dio per il comportamento malvagio degli uomini non è l’ultima parola! È qui la grande novità del Cristianesimo: un Dio che, pur deluso dai nostri sbagli e dai nostri peccati, non viene meno alla sua parola, non si ferma e soprattutto non si vendica! Fratelli e sorelle, Dio non si vendica! Dio ama, non si vendica, ci aspetta per perdonarci, per abbracciarci. (Angelus, 8 ottobre 2017)

    RispondiElimina
  2. S. FAUSTI - “La pietra che i costruttori hanno scartato , questa è diventata testata d'angolo” dice Gesù ai capi del popolo. Dichiara così qual è il Suo potere e da dove gli viene .
    È quello della “pietra scartata “ che è diventata “testata d'angolo”, quello del Figlio Crocifisso e Risorto. La croce, stoltezza e debolezza per sapienti e potenti, è sapienza e potenza di Dio che salva l'uomo, distruggendo i suoi deliri di morte.
    Gesù è il Messia che viene nel nome del Signore, perché viene sull'asina. Ciò per cui è scartato , è il potere stesso di Dio che, alla fine sarà riconosciuto proprio da chi lo crocifigge.
    Questo potere, che da sempre il Figlio ha in cielo, gli viene conferito in terra da coloro che Lo rifiutano , dai signori del tempio e del popolo, che non conoscono il Signore della Gloria.
    Questi scatenano ciecamente contro di Lui la loro violenza di morte. E Lui si fa loro Salvatore e loro Signore, perché assorbe il loro male senza restituirlo, rivelando così chi è Dio e chi è l'uomo a Sua immagine.
    Il racconto narra l'intreccio tra la nostra infedeltà e la Sua fedeltà.
    Il Suo venirci incontro e il nostro rifiuto. Il braccio di ferro tra il potere dell'uomo , che è violenza distruttiva e autodistruttiva , e quello di Dio, che è Amore più forte della morte.
    Il racconto inizia descrivendo la cura che Dio ha per la Sua vigna . Manifesta il Suo amore con i fatti, perchè lo comprendiamo e possiamo fare quel frutto che ci rende simili a Lui.
    Al moltiplicarsi dei Suoi gesti di bontà corrisponde un crescendo della nostra cattiveria . Percuotiamo e uccidiamo sistematicamente i profeti che ci richiamano a produrre il frutto desiderato.
    All'ostinazione del Suo Amore , corrisponde il muro sempre più spesso del nostro rifiuto!.
    Alla fine il Padre manda il Figlio.
    Proprio davanti a Lui esce allo scoperto l'intenzione che covavamo nei Suoi confronti : ucciderlo per rapirne l'eredità.
    Gli ascoltatori, interpellati da Gesù, rispondono dicendo che il delitto è degno della più severa condanna.
    Ma il Signore dà un'altra interpretazione : il rifiuto dei capi sarà l'inizio di un nuovo popolo , e la pietra scartata sarà testata d'angolo del nuovo tempio.
    I capi del popolo capiscono finalmente che si parla di loro, e si accingono a fare ciò che Gesù ha appena detto.
    Gesù , il Figlio dell'uomo disprezzato e ucciso fuori le mura, è la pietra scartata che diventa pietra angolare . È il Figlio che ci dà l'eredità , è il Pontefice che unisce il Padre ai fratelli e questi tra di loro.
    La Sua Croce svela la distruttività della nostra violenza e la forza del suo Amore.
    Questa è l'opera meravigliosa di Dio :
    la nostra miseria fa uscire la Sua Misericordia.

    RispondiElimina
  3. PAPA FRANCESCO

    ANGELUS , 4 ottobre 2020
    Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

    Nel Vangelo di oggi ( Mt 21,33-43) Gesù, prevedendo la sua passione e morte, racconta la parabola dei vignaioli omicidi, per ammonire i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo che stanno per prendere una strada sbagliata. Questi, infatti, nutrono intenzioni cattive nei suoi confronti e cercano il modo di eliminarlo.

    Il racconto allegorico descrive un padrone che, dopo aver molto curato la sua vigna (v. 33), dovendo partire la affida a dei contadini. Poi, al tempo del raccolto, manda dei servi a ritirare i frutti; ma quei vignaioli accolgono i servi a bastonate e alcuni addirittura li uccidono. Il padrone invia altri servi, più numerosi, che però ricevono lo stesso trattamento ( vv. 34-36). Il colmo si raggiunge quando il padrone decide di mandare il suo figlio: i vignaioli non ne hanno alcun rispetto, anzi, pensano che eliminandolo potranno impadronirsi della vigna, e così uccidono anche lui ( 37-39).

    L’immagine della vigna è chiara: rappresenta il popolo che il Signore si è scelto e ha formato con tanta cura; i servi mandati dal padrone sono i profeti, inviati da Dio, mentre il figlio è figura di Gesù. E come furono rifiutati i profeti, così anche il Cristo è stato respinto e ucciso.

    Al termine del racconto, Gesù domanda ai capi del popolo: «Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a questi contadini?» (v. 40). Ed essi, presi dalla logica della narrazione, pronunciano da sé stessi la propria condanna: il padrone – dicono – punirà severamente quei malvagi e affiderà la vigna «ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo» (v. 41).

    Con questa parabola molto dura, Gesù mette i suoi interlocutori di fronte alla loro responsabilità, e lo fa con estrema chiarezza. Ma non pensiamo che questo ammonimento valga solo per quelli che rifiutarono Gesù in quel tempo. Vale per ogni tempo, anche per il nostro. Anche oggi Dio aspetta i frutti della sua vigna da coloro che ha inviato a lavorare in essa. Tutti noi.

    In ogni epoca, coloro che hanno un’autorità, qualsiasi autorità, anche nella Chiesa, nel popolo di Dio, possono essere tentati di fare i propri interessi, invece di quelli di Dio stesso. E Gesù dice che la vera autorità è quando si fa il servizio, è nel servire, non sfruttare gli altri. La vigna è del Signore, non nostra. L’autorità è un servizio, e come tale va esercitata, per il bene di tutti e per la diffusione del Vangelo. È brutto vedere quando nella Chiesa le persone che hanno autorità cercano i propri interessi.

    San Paolo, nella seconda Lettura della liturgia odierna, ci dice come essere buoni operai della vigna del Signore: quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato; ciò che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto quotidiano del nostro impegno (cfr Fil 4,8). Ripeto: quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato; ciò che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto quotidiano del nostro impegno. È l’atteggiamento dell’autorità e anche di ognuno di noi, perché ognuno di noi, nel suo piccolo, ha una certa autorità. Diventeremo così una Chiesa sempre più ricca di frutti di santità, daremo gloria al Padre che ci ama con infinita tenerezza, al Figlio che continua a donarci la salvezza, allo Spirito che ci apre il cuore e ci spinge verso la pienezza del bene.

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.