sabato 15 febbraio 2020

A - 6 DOMENICA T.O.


4 commenti:

  1. Prima Lettura

    Dal libro del Siracide
    Sir 15, 15-20, NV 15, 16-21

    Se vuoi osservare i suoi comandamenti, essi ti custodiranno;
    se hai fiducia in lui, anche tu vivrai.
    Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua:
    là dove vuoi tendi la tua mano.
    Davanti agli uomini stanno la vita e la morte, il bene e il male:
    a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.
    Grande infatti è la sapienza del Signore;
    forte e Vpotente, egli vede ogni cosa.
    I suoi occhi sono su coloro che lo temono,
    egli conosce ogni opera degli uomini.
    A nessuno ha comandato di essere empio
    e a nessuno ha dato il permesso di peccare.



    Seconda Lettura
    1 Cor 2,6-10

    Fratelli, tra coloro che sono perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo, che vengono ridotti al nulla. Parliamo invece della sapienza di Dio, che è nel mistero, che è rimasta nascosta e che Dio ha stabilito prima dei secoli per la nostra gloria.
    Nessuno dei dominatori di questo mondo l’ha conosciuta; se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria.
    Ma, come sta scritto:
    «Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano». Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio.

    RispondiElimina
  2. VANGELO Mt 5, 17-37

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
    Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
    Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
    Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
    Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!
    Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
    Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
    Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
    Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».

    RispondiElimina

  3. FAUSTI - Gesù è venuto a liberarci dalla schiavitù della legge, non abolendola - sarebbe stravolgere il bene in male e viceversa – bensì compiendola, e in modo superiore, divino.
    Gesù non è la fine, bensì il fine della legge e dei profeti : non l'abolizione, ma il compimento.
    Vive infatti la parola data a Mosè e richiamata dai profeti : è il Figlio che compie la volontà del Padre.
    “Io però vi dico” , dice Gesù dichiarando la giustizia “eccessiva” del Figlio che fa entrare nel Regno del Padre. Norma del Suo agire è diventare come il Padre.
    Sii ciò che sei : sei figlio, sii dunque figlio, uguale al Padre che ama tutti.
    Il discorso sulla montagna rilegge, sotto questa luce, le nostre relazioni con i fratelli.
    .“Se la vostra giustizia non sarà eccessiva più degli scribi e dei farisei” Gli scribi insegnano la giustizia della legge , i farisei la fanno.
    Gesù dice che per entrare nel Regno non basta conoscere ed eseguire la legge. 
    E' necessaria una giustizia che ecceda i limiti della legge .
    È quella del Padre, che ama, perdona e salva gratuitamente i Suoi figli. 
    E' una giustizia “eccessiva”, perché l'amore che la muove non conosce misura.
    Il Regno dei cieli è quello di Dio Padre: vi entrano i figli, quelli che amano gli altri come fratelli, al di là di ogni bontà o qualità. Se la nostra salvezza consiste nell'essere perfetti come Dio , la Sua perfezione è quella del Padre che ama tutti.
    Gesù parla con autorità pari a Colui che diede le 10 Parole.
    “Io però vi dico” : non contraddice quanto è stato detto, ma lo chiarisce, lo modifica in ciò che suona
    concessione, e passa dalle semplici azioni ai desideri del cuore, da cui tutto promana.
    Ma ciò che dice non è un'imposizione legalistica, ancor più severa della precedente, che giudica non solo le azioni,ma addirittura le intenzioni.
    E' invece la “buona notizia” di ciò che Dio opera in noi mediante queste stesse Parole , che hanno l'autorità di compiere ciò per cui sono mandate.
    Vanno quindi intese non come “un codice” di leggi bellissime, ma disumane, divinamente impossibili, bensì come “rivelazione” e dono della vita stessa di Dio per noi.
    Alla luce del Regno del Padre, proclamato nelle beatitudini, si rivedono ora i rapporti com gli altri e con l'Altro.
    Le due tavole del Decalogo vanno rivisitate con il cuore nuovo del Figlio.
    “Voi” che avete la sapienza delle Beatitudini, siete sale della terra e luce del mondo proprio perchè vivete con gli altri da fratelli, che conoscono il Padre comune.
    Negando la fraternità, uccido la mia identità di figlio.
    Per questo l'ira dell'uomo non compie la giustizia di Dio.
    Il disprezzo è l'uccisione interiore , che permette quella esteriore.
    La stima che devo aggiudicare all'altro è la stessa di Dio, che non ha esitato a dare la Sua vita per lui.
    Gesù per 4 volte parla dell'altro come “fratello” . Negargli la fraternità è perdere la propria filialità.
    L'accordo fraterno è così importante che la riconciliazione ha la precedenza su ogni culto religioso.
    Prima di rivolgerti al Padre devi non solo perdonare il fratello contro il quale hai qualcosa, ma addirittura riconciliarti con il fratello che ha qualcosa contro di te , anche se tu non hai nulla contro di lui.
    Non puoi celebrare la paternità se prima non cerchi di ristabilire la fraternità.
    “Va' prima a riconciliarti con tuo fratello” Se non ti riconcili con il fratello che ha qualcosa contro di te, sei in colpa tu, anche se non hai nulla contro di lui.
    Non puoi dire che hai ragione o non ti importa.
    Il non essere d'accordo è già “il male” ; e se non t'importa di lui , hai già ucciso lui come fratello e te stesso come figlio.

    RispondiElimina
  4. L'altro è sempre colui che sta contro, l'avversario. Perché ha un bene che tu non hai e vuoi rapirglielo , o perché non ha ciò che vorresti da lui, o perchè ti prende ciò che vorresti prendere a lui, l'altro è comunque il tuo “contendente” . Accampa su di te gli stessi diritti che tu accampi su di lui. In questa “contesa” devi affrettarti a ristabilire l'accordo, pena il tuo essere condannato come non figlio.
    La vita è un cammino dI riconciliazione con l'altro .
    Ha come meta la tua verità di figlio nel tuo vivere da fratello.
    Se non fai così,perdi tempo e vita ; fallisci il senso della tua esistenza.
    Non importa se hai torto o ragione . se non vai d'accordo con il fratello, non sei figlio.
    Con la tua vita scrivi la sentenza che alla fine il giudice leggerà.
    Gesù te la legge già ora, perché cambi ciò che stai scrivendo!
    Se non passi dalla logica del debito a quella del dono e del perdono, perdi la vita di figlio del Padre.
    Gli sposi sono l'uno dell'altra e viceversa, nel dono reciproco di amore.
    Rompere quest'unione significa dimezzare la persona, infrangere l'immagine di Dio che è Comunione d'Amore.
    L'occhio che desidera per possedere è già adulterio. Gesù sposta l'attenzione dall'occhio al cuore.
    Una fedeltà che non sia dell'occhio e del cuore è un sepolcro imbiancato.
    L'occhio per desiderare e la mano per prendere sono all'origine di ogni bene e ogni male, non solo dell'adulterio.
    Perché l'occhio e la mano non siano per la morte, bisogna de-cidere ( tagliare) ciò che non porta alla vita.
    “Chi ripudia” Si tratta del divorzio, fallimento di un'unione.Il ripudio non è adulterio. Adulterio è cambiare partner.
    La legge suppone il male e pone rimedio al peggio.Gesù invece propone il “vangelo”, la buona Notizia della vittoria sul male e della possibilità del meglio.
    “Sia la vostra parola “ Il nostro parlare non chiami a testimone Dio, ma testimoni Dio.
    Sia come il Suo : sempre vero, trasparenza del cuore.
    Il nostro parlare sia sì, se è sì, no se è no.
    In mezzo ci può essere solo il “non so” , ma non come furbizia o pigrizia, bensì come impegno di ricerca della verità o silenzio di carità.
    La parola, origine di ogni bene se è sì al sì e no al no, è principio di ogni male se è no al sì e sì al no.
    Dio, infinito, è tutto e solo “Sì” (2Cor1,19) ;
    l'uomo, finito, conosce anche il no , ed è vero quando è sì al sì e no al no.
    A ogni parola deve precedere e seguire il silenzio:
    la capacità di silenzio ci ridarà vita?






    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.