S. FAUSTI - “Ma voi, chi dite che io sia'” Io-sono chiede con umiltà ai discepoli : “ Chi sono io?” per introdurli nel Suo mistero. Non è una crisi d'identità Sua : è in gioco l'identità loro. Gesù rivolge loro la domanda con trepida attesa : essere riconosciuto è il desiderio fondamentale dell'Amore che si rivela. La risposta personale a questa Sua domanda costituisce il discepolo. Il cristianesimo non è un'ideologia, una dottrina o una morale, ma il mio rapporto con Gesù, il “mio” Signore che amo come Lui mi ama. (Gal 2,20). Ai discepoli si chiede prima cosa dicono gli uomini e poi cosa dicono loro, per suggerire che la loro risposta non deve essere come quella degli altri. Nè la carne né il sangue , ma solo il Padre può rivelare chi è il Figlio. Siamo alla svolta decisiva del Vangelo . Finalmente Pietro e quelli con lui Lo riconoscono come il Messia e il Figlio di Dio. Avvinti a Lui, d'ora in poi potranno ricevere il dono di quella conoscenza di Lui che può essere fatta solo da chi Lo ama. Il brano è un dialogo tra Gesù e i discepoli , con le due domanda sull'identità Sua e le due risposte dei discepoli, la seconda delle quali è riservata a Pietro. Gesù lo proclama beato perchè ha accolto la rivelazione , e per questo gli dà la funzione di “pietra” per la chiesa, insieme al Suo stesso potere di legare e sciogliere e conclude con l'ordine di tacere. Il brano presenta il riconoscimento di Gesù e il conferimento del primato a Pietro. Riconoscere Gesù come il Cristo e il Figlio di Dio è il centro della fede. Il ruolo di Pietro è quello di “pietra” su cui si edifica la comunità che professa tale fede. Il primato di Pietro fu occasione di tante separazioni, antiche e recenti, prima in oriente e poi in occidente. Nel corso dei secoli è stato variamente esercitato e inteso, frainteso e malinteso, con o senza colpa. L'autorità nella Chiesa non è certo come quella dei capi delle nazioni, ma la stessa del Signore, che è venuto per servire e dare la vita. Si tratta di un servizio nella fede e nell'amore, principio di unione e di vita. Il servizio di Pietro, come ogni altro, deve cambiare secondo le diverse situazioni storiche. Fa parte della legge dell'incarnazione assumere responsabilmente i condizionamente della propria epoca. Occorre sempre chiedersi quale sia il modo più adatto di esercitare “ oggi “ tale servizio. Non bisogna dare nulla per scontato, ma tutto esaminare e ritenere ciò che è buono (1Ts 5,21). Si discute tra gli esperti il senso originale del testo , cosa intendesse Matteo e cosa intendesse Gesù. Non basta però riprodurre “il senso originale del testo”. Occorre anche vedere la “produzione di senso” che il testo ha originato nella vita dei discepoli, ai quali il Signore ha promesso di essere sempre vicino, sino alla fine del mondo (28,20). in situazioni nuove e inedite, lo stesso testo produce sensi nuovi e inediti. La Parola di Dio … vive e opera nella storia per la potenza dello Spirito.
PRIMA LETTURA Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide. Dal libro del profeta Isaia (Is 22,19-23) Così dice il Signore a Sebna, maggiordomo del palazzo: "Ti toglierò la carica, ti rovescerò dal tuo posto. In quel giorno avverrà che io chiamerò il mio servo Eliakìm, figlio di Chelkia; lo rivestirò con la tua tunica, lo cingerò della tua cintura e metterò il tuo potere nelle sue mani. Sarà un padre per gli abitanti di Gerusalemme e per il casato di Giuda. Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide: se egli apre, nessuno chiuderà; se egli chiude, nessuno potrà aprire. Lo conficcherò come un piolo in luogo solido e sarà un trono di gloria per la casa di suo padre". Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 137) R. Signore, il tuo amore è per sempre. Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore: hai ascoltato le parole della mia bocca. Non agli dèi, ma a te voglio cantare, mi prostro verso il tuo tempio santo. R. Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà: hai reso la tua promessa più grande del tuo nome. Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto, hai accresciuto in me la forza. R. Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l'umile; il superbo invece lo riconosce da lontano. Signore, il tuo amore è per sempre: non abbandonare l'opera delle tue mani. R.
SECONDA LETTURA Da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (Rm 11,33-36) O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! Infatti, chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi mai è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo tanto da riceverne il contraccambio? Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen. Parola di Dio.
CANTO AL VANGELO (Mt 16,18) R. Alleluia, alleluia. Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno contro di essa. R. Alleluia.
VANGELO Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli. + Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 16,13-20) In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. Parola del Signore.
S. FAUSTI - “Ma voi, chi dite che io sia'” Io-sono chiede con umiltà ai discepoli : “ Chi sono io?” per introdurli nel Suo mistero. Non è una crisi d'identità Sua : è in gioco l'identità loro.
RispondiEliminaGesù rivolge loro la domanda con trepida attesa : essere riconosciuto è il desiderio fondamentale dell'Amore che si rivela. La risposta personale a questa Sua domanda costituisce il discepolo.
Il cristianesimo non è un'ideologia, una dottrina o una morale, ma il mio rapporto con Gesù, il “mio” Signore che amo come Lui mi ama. (Gal 2,20).
Ai discepoli si chiede prima cosa dicono gli uomini e poi cosa dicono loro, per suggerire che la loro risposta non deve essere come quella degli altri.
Nè la carne né il sangue , ma solo il Padre può rivelare chi è il Figlio.
Siamo alla svolta decisiva del Vangelo . Finalmente Pietro e quelli con lui Lo riconoscono come il Messia e il Figlio di Dio. Avvinti a Lui, d'ora in poi potranno ricevere il dono di quella conoscenza di Lui che può essere fatta solo da chi Lo ama.
Il brano è un dialogo tra Gesù e i discepoli , con le due domanda sull'identità Sua e le due risposte dei discepoli, la seconda delle quali è riservata a Pietro. Gesù lo proclama beato perchè ha accolto la rivelazione , e per questo gli dà la funzione di “pietra” per la chiesa, insieme al Suo stesso potere di legare e sciogliere e conclude con l'ordine di tacere.
Il brano presenta il riconoscimento di Gesù e il conferimento del primato a Pietro. Riconoscere Gesù come il Cristo e il Figlio di Dio è il centro della fede.
Il ruolo di Pietro è quello di “pietra” su cui si edifica la comunità che professa tale fede.
Il primato di Pietro fu occasione di tante separazioni, antiche e recenti, prima in oriente e poi in occidente. Nel corso dei secoli è stato variamente esercitato e inteso, frainteso e malinteso, con o senza colpa. L'autorità nella Chiesa non è certo come quella dei capi delle nazioni, ma la stessa del Signore, che è venuto per servire e dare la vita. Si tratta di un servizio nella fede e nell'amore, principio di unione e di vita.
Il servizio di Pietro, come ogni altro, deve cambiare secondo le diverse situazioni storiche. Fa parte della legge dell'incarnazione assumere responsabilmente i condizionamente della propria epoca.
Occorre sempre chiedersi quale sia il modo più adatto di esercitare “ oggi “ tale servizio.
Non bisogna dare nulla per scontato, ma tutto esaminare e ritenere ciò che è buono (1Ts 5,21).
Si discute tra gli esperti il senso originale del testo , cosa intendesse Matteo e cosa intendesse Gesù.
Non basta però riprodurre “il senso originale del testo”. Occorre anche vedere la “produzione di senso” che il testo ha originato nella vita dei discepoli, ai quali il Signore ha promesso di essere sempre vicino, sino alla fine del mondo (28,20). in situazioni nuove e inedite, lo stesso testo produce sensi nuovi e inediti.
La Parola di Dio … vive e opera nella storia per la potenza dello Spirito.
PRIMA LETTURA
RispondiEliminaGli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide.
Dal libro del profeta Isaia (Is 22,19-23)
Così dice il Signore a Sebna, maggiordomo del palazzo: "Ti toglierò la carica, ti rovescerò dal tuo posto. In quel giorno avverrà che io chiamerò il mio servo Eliakìm, figlio di Chelkia; lo rivestirò con la tua tunica, lo cingerò della tua cintura e metterò il tuo potere nelle sue mani. Sarà un padre per gli abitanti di Gerusalemme e per il casato di Giuda. Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide: se egli apre, nessuno chiuderà; se egli chiude, nessuno potrà aprire. Lo conficcherò come un piolo in luogo solido e sarà un trono di gloria per la casa di suo padre".
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 137)
R. Signore, il tuo amore è per sempre.
Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo. R.
Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza. R.
Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l'umile;
il superbo invece lo riconosce da lontano.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l'opera delle tue mani. R.
SECONDA LETTURA
Da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (Rm 11,33-36)
O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! Infatti, chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi mai è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo tanto da riceverne il contraccambio? Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen.
Parola di Dio.
CANTO AL VANGELO (Mt 16,18)
R. Alleluia, alleluia.
Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa
e le potenze degli inferi non prevarranno contro di essa.
R. Alleluia.
VANGELO
Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli.
+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 16,13-20)
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
Parola del Signore.