venerdì 14 luglio 2017

A - 15 DOM.T.O.


3 commenti:

  1. S. FAUSTI - “Il seminatore uscì a seminare” : Gesù spiega il mistero della Sua vita : è lo stesso del Regno, lo stesso della Sua Parola in noi. Egli getta il “seme della Parola del regno” con la certezza del contadino, che ne conosce la forza vitale . Sa che la morte non lo distrugge, ma anzi ne attiva la potenzialità. Che il seme non attecchisca , che se attecchisce non cresca, che se cresce sia soffocato, è la condizione normale di ogni semina, che poi sarà fruttuosa. Il seme, ora sacrificato, garantisce la vita per il futuro.
    Gesù, il Figlio di Dio, è il seminatore uscito dal Padre a seminare la fraternità tra gli uomini.
    Ed è pure il seme, il Verbo eterno ed incorruttibile che fa figlio chi lo ascolta.
    Ed è anche la terra, il Figlio dell'uomo in tutto simile a noi, che finirà nel sepolcro.
    Ed è il raccolto : in Lui la terra ha dato il suo frutto (Sl 67,7).
    Il frutto è dono di Dio, è Dio stesso che si dona.
    E sarà sempre seminatore, seme e terra fino a quando Dio sarà tutto in tutti (1 Cor15,28).
    Non è un seminatore stolto che butta il suo seme su strade, sassi e rovi, ma un seminatore saggio, che con generosità semina tutto il campo, sapendo per esperienza antica che questo ha garantito la vita ai suoi padri e la assicurerà anche ai suoi figli. Se dovesse controllare dove cade ogni seme, non mieterebbe che le proprie ansie.
    Così Gesù semina ovunque.
    Non sceglie terreni, non scarta persone, tutti siamo campo di Dio(1Cor 3,9). Il Figlio dell'uomo è gettato nel cuore della terra, di ogni uomo, segno e seme di vita per tutti.
    Un seme, anche dopo migliaia di anni, come quello ritrovato nelle piramidi d'Egitto, non perde la sua forza : è sempre in grado di germinare.
    Anche l'uomo non perde mai la sua identità di figlio ; al di là dei sentieri che lo attraversano, delle pietre che nasconde e dei rovi che lo dominano, è sempre terra bella, madre che accoglie il seme.
    Per mal che vada, la semina del Regno è feconda al di sopra di ogni attesa.
    Così Gesù, invece di scoraggiarsi per le difficoltà, esprime la speranza più assoluta nel Padre e nella Sua Parola. Seminare è sempre un atto di fede nel seme e nella terra, come vivere è sempre un atto di fede in Dio e nell'uomo. E ne vale la pena :”Le valli si ammantano di grano, tutto canta e grida di gioia” (Sl 65, 1- 4).
    Il Signore non ha predestinato alcuni alla comprensione, escludendone altri : vuole che tutti siano salvati e giungano alla conoscenza della verità (1Tim 2,4).
    Ma chi non Lo accetta, non è abbandonato a sé , perduto per sempre.
    Per lui la Parola è in parabole. Queste offrono il seme che germinerà quando chi non vuol capire capirà almeno di non capire e sarà disposto a mettersi in questione. La parabola è come un pacco chiuso : presto o tardi uno lo aprirà, se non altro per curiosità.
    Gesù è Colui che i profeti e i santi desiderarono ascoltare e vedere : il dono promesso di Dio, Dio stesso che ha promesso. La Chiesa ha la beatitudine di ascoltarlo e vederlo, nella misura in cui si avvicina a Lui, parla con Lui e Lo ascolta, riconoscendo le proprie durezze di cuore, sordità e cecità, chiedendo la guarigione. Senza questo atteggiamento, anche se fa parte dei Suoi secondo la carne, resta “fuori” come gli altri.
    I quattro tipi di terreno, più che quattro tipi di uomo, sono i quattro livelli di ascolto che in noi convivono. La comunità dei credenti è chiamata a guardare le proprie resistenze non per abbattersi, ma per conoscere qual è il suo campo di lotta e di vittoria. Siamo chiamati a riconoscere le nostre resistenze , per chiedere e ottenere libertà da esse, e così accogliere ciò che Lui ci vuole dare.

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  2. Canto al Vangelo (Mt 13,19.23)
    Alleluia, alleluia.
    Il seme è la parola di Dio,
    il seminatore è Cristo:
    chiunque trova lui, ha la vita eterna.
    Alleluia.


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    Vangelo

    Mt 13,1-23
    Il seminatore uscì a seminare.




    + Dal Vangelo secondo Matteo

    Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
    Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
    Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.
    Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice:
    “Udrete, sì, ma non comprenderete,
    guarderete, sì, ma non vedrete.
    Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,
    sono diventati duri di orecchi
    e hanno chiuso gli occhi,
    perché non vedano con gli occhi,
    non ascoltino con gli orecchi
    e non comprendano con il cuore
    e non si convertano e io li guarisca!”.
    Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!
    Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

    Parola del Signore.

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  3. Prima lettura

    Is 55,10-11
    La pioggia fa germogliare la terra.



    Dal libro del profeta Isaìa

    Così dice il Signore:
    «Come la pioggia e la neve scendono dal cielo
    e non vi ritornano senza avere irrigato la terra,
    senza averla fecondata e fatta germogliare,
    perché dia il seme a chi semina
    e il pane a chi mangia,
    così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca:
    non ritornerà a me senza effetto,
    senza aver operato ciò che desidero
    e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata».

    Parola di Dio


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    Salmo responsoriale

    Sal 64



    Tu visiti la terra, Signore, e benedici i suoi germogli.

    Tu visiti la terra e la disseti,
    la ricolmi di ricchezze.
    Il fiume di Dio è gonfio di acque;
    tu prepari il frumento per gli uomini.

    Così prepari la terra:
    ne irrìghi i solchi, ne spiani le zolle,
    la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli.

    Coroni l’anno con i tuoi benefici,
    i tuoi solchi stillano abbondanza.
    Stillano i pascoli del deserto
    e le colline si cingono di esultanza.

    I prati si coprono di greggi,
    le valli si ammantano di messi:
    gridano e cantano di gioia!


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    Seconda lettura

    Rm 8,18-23
    L’ardente aspettativa della creazione è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio.



    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

    Fratelli, ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi. L’ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio.
    La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità – non per sua volontà, ma per volontà di colui che l’ha sottoposta – nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio.
    Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo.

    Parola di Dio

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