S. FAUSTI - Gesù non è solo : c'è il "noi" dei discepoli con i quali si identifica.Sono i suoi fratelli, generati dalla Parola di verità che fa liberi(8,32), figli capaci di compiere, come lui, le opere del Padre a favore dei fratelli.A questo "noi" si contrappone il "noi" finale dei farisei ciechi che compiono le opere del padre loro, menzognero e omicida dall'inizio. Il termine "bisogna " è connesso con l'opera per eccellenza , quando il Figlio dell'uomo, innalzato, donerà la vita al mondo (3,14). Il giorno è quello in cui è venuto Gesù, quello che Abramo vide ed esultò (8,56). Mentre vive, il Figlio compie le opere del Padre.Il tempo della sua vita terrena è il giorno che ha illuminato e illumina ogni uomo, mostrandogli la sua realtà. La notte rappresenta la fine del suo giorno, quando la tenebra catturerà la luce. La notte è la condizione del mondo senza di lui, sua luce ;è la condizione stessa da cui sarà liberato il cieco. La vita di Gesù sulla terra, dalla sua nascita alla sua glorificazione, è luce del mondo, per tutti e per sempre. Con queste Parole Gesù si presenta come il servo di YHWH, luce delle nazioni, che apre gli occhi ai ciechi.( Is 42,6... 49,6...). Fino a che è nel mondo,egli manifesta ai fratelli l'amore del Padre. Il miracolo che segue è il "segno" di Gesù come luce del mondo.Fece del fango con lo sputo. Il gesto richiama la creazione dell'uomo, fatto dalla terra (Gen. 2,7). Ma è una creazione nuova quella che Gesù pone davanti agli occhi del cieco : il fango non è più impastato con acqua , ma con lo Spirito. Questo è il progetto originario di Dio, che fece Adamo con la terra animata dal suo soffio : lo fece suo figlio. L'uomo è un animale singolare : è imparentato con la terra e con il cielo, partecipe delle caratteristiche del creato e insieme del Creatore.Questa condizione lo rende essenzialmente "eccentrico": il suo corpo è terra, ma il suo cuore sta altrove. Dio stesso, l'Altro da tutto, è la sua vita ; per questo si rende estraneo a tutto e, pur essendo nel mondo, non è del mondo. Il fango però richiama anche la perdizione , affondare nel fango, come Geremia nella cisterna, è l'esperienza peggiore ( Ger.38,6). Ma chi può togliere dal fango della morte l'uomo che è fango e in essa sprofonda , se non quel fango che è impastato di Spirito e Vita? Il suo fango, quello di Gesù è la sua umanità, simile alla nostra, ma anche divina. Egli è insieme uomo e Dio, il Figlio che vive dello stesso Spirito del Padre. La sua carne è l'unzione messianica che restituisce ad ogni carne la sua umanità piena . il "suo" fango è l'umanità di Dio, che ci salva dal fango in cui affoghiamo.Gesù non guarisce il cieco.Gli ordina, come Eliseo al lebbroso, di andare a lavarsi (2Re, 5,10). Gli ha messo sopra gli occhi il suo fango, gli ha posto davanti l'uomo nuovo. Sta ora al cieco dire sì o no alla proposta . La sua vita dipende dalla sua libertà di ascoltare o meno la Parola. La fede è risposta libera dell'uomo al progetto liberante di Dio.
---> La conoscenza che egli ha di Gesù come "Quell'uomo"diventa sempre più chiara e profonda...Gesù infatti è la luce del mondo : il suo fango, terra impastata con lo sputo, è la sua umanità di Figlio dell'uomo e Figlio di Dio, che, posta davanti ai nostri occhi, ci illumina sulla verità dell'uomo e di Dio; la fede che salva è proprio l'ascolto della Parola che ci immerge nel Figlio, inviato dal Padre ai fratelli. La guarigione esteriore è segno di quella interiore.Questa avviene attraverso il dialogo che spiega e fa accadere, sia nel cieco che in chi legge con i suoi occhi, la realtà senza pregiudizi. Nel dialogo che segue, la Parola, luce degli uomini, appena brilla agli occhi del cieco che se ne fa testimone, si confronta con le voci delle tenebre. Ora cominciano gli interrogatori dell'ex cieco,iniziando dai vicini e conoscenti ai quali era ben nota la sua condizione precedente. Per chi è abituato a vederlo seduto a mendicare, la nuova situazione pone un problema . E' lui o un altro? La sua condizione precedente è descritta con le parole "sedere" e "mendicare": era immobile e dipendente dagli altri. Ora invece cammina ed è libero. Qual è la sua identità? E' importante come l'altro mi vede : sono come sono visto. L'uomo è relazione , e la relazione cambia quando anche l'altro mi vede altro da come mi vedeva prima, altrimenti resto inchiodato al suo giudizio precedente, al suo pre-giudizio, appunto. Ogni identità vera è dinamica e vitale ; diversamente è falsa e mortale. L'ex cieco ora può dire ."Io sono", usando l'espressione di Gesù per indicare se stesso.(4,26-6,20 -8,24...). La luce lo ha illuminato . E' lui stesso luce,perchè è venuta la sua luce (IS. 60,1) Ma l'opposizione e le difficoltà sono per l'ex cieco come “le doglie del parto” : lo espellono definitivamente dalle tenebre alla luce. Così egli nasce come discepolo, pronto all'incontro e capace di riconoscere in quell'uomo, che l'ha guarito il Signore stesso.L'opposizione dei capi sortisce l'effetto opposto e farà vedere meglio l'ex cieco : capira' che LA GLORIA DI DIO E' L'UOMO VIVENTE. Al"noi sappiamo " dei capi, oppone l'"io so" di un uomo che ci vede e non vuol rinunciare a dire ciò che sa.
23- 3 CANTO AL VANGELO (cf. Gv 6,63.68) Gloria e lode a te, o Cristo! Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore, perché sono misericordioso e pietoso. Gloria e lode a te, o Cristo!
VANGELO (Lc 11,14-23) Chi non è con me, è contro di me. + Dal Vangelo secondo Luca In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde». Parola del Signore.
S. FAUSTI - Gesù non è solo : c'è il "noi" dei discepoli con i quali si identifica.Sono i suoi fratelli, generati dalla Parola di verità che fa liberi(8,32), figli capaci di compiere, come lui, le opere del Padre a favore dei fratelli.A questo "noi" si contrappone il "noi" finale dei farisei ciechi che compiono le opere del padre loro, menzognero e omicida dall'inizio. Il termine "bisogna " è connesso con l'opera per eccellenza , quando il Figlio dell'uomo, innalzato, donerà la vita al mondo (3,14). Il giorno è quello in cui è venuto Gesù, quello che Abramo vide ed esultò (8,56). Mentre vive, il Figlio compie le opere del Padre.Il tempo della sua vita terrena è il giorno che ha illuminato e illumina ogni uomo, mostrandogli la sua realtà. La notte rappresenta la fine del suo giorno, quando la tenebra catturerà la luce. La notte è la condizione del mondo senza di lui, sua luce ;è la condizione stessa da cui sarà liberato il cieco. La vita di Gesù sulla terra, dalla sua nascita alla sua glorificazione, è luce del mondo, per tutti e per sempre. Con queste Parole Gesù si presenta come il servo di YHWH, luce delle nazioni, che apre gli occhi ai ciechi.( Is 42,6... 49,6...). Fino a che è nel mondo,egli manifesta ai fratelli l'amore del Padre. Il miracolo che segue è il "segno" di Gesù come luce del mondo.Fece del fango con lo sputo. Il gesto richiama la creazione dell'uomo, fatto dalla terra (Gen. 2,7). Ma è una creazione nuova quella che Gesù pone davanti agli occhi del cieco : il fango non è più impastato con acqua , ma con lo Spirito. Questo è il progetto originario di Dio, che fece Adamo con la terra animata dal suo soffio : lo fece suo figlio. L'uomo è un animale singolare : è imparentato con la terra e con il cielo, partecipe delle caratteristiche del creato e insieme del Creatore.Questa condizione lo rende essenzialmente "eccentrico": il suo corpo è terra, ma il suo cuore sta altrove. Dio stesso, l'Altro da tutto, è la sua vita ; per questo si rende estraneo a tutto e, pur essendo nel mondo, non è del mondo. Il fango però richiama anche la perdizione , affondare nel fango, come Geremia nella cisterna, è l'esperienza peggiore ( Ger.38,6). Ma chi può togliere dal fango della morte l'uomo che è fango e in essa sprofonda , se non quel fango che è impastato di Spirito e Vita? Il suo fango, quello di Gesù è la sua umanità, simile alla nostra, ma anche divina. Egli è insieme uomo e Dio, il Figlio che vive dello stesso Spirito del Padre. La sua carne è l'unzione messianica che restituisce ad ogni carne la sua umanità piena . il "suo" fango è l'umanità di Dio, che ci salva dal fango in cui affoghiamo.Gesù non guarisce il cieco.Gli ordina, come Eliseo al lebbroso, di andare a lavarsi (2Re, 5,10). Gli ha messo sopra gli occhi il suo fango, gli ha posto davanti l'uomo nuovo. Sta ora al cieco dire sì o no alla proposta . La sua vita dipende dalla sua libertà di ascoltare o meno la Parola. La fede è risposta libera dell'uomo al progetto liberante di Dio.
RispondiElimina---> La conoscenza che egli ha di Gesù come "Quell'uomo"diventa sempre più chiara e profonda...Gesù infatti è la luce del mondo : il suo fango, terra impastata con lo sputo, è la sua umanità di Figlio dell'uomo e Figlio di Dio, che, posta davanti ai nostri occhi, ci illumina sulla verità dell'uomo e di Dio; la fede che salva è proprio l'ascolto della Parola che ci immerge nel Figlio, inviato dal Padre ai fratelli. La guarigione esteriore è segno di quella interiore.Questa avviene attraverso il dialogo che spiega e fa accadere, sia nel cieco che in chi legge con i suoi occhi, la realtà senza pregiudizi. Nel dialogo che segue, la Parola, luce degli uomini, appena brilla agli occhi del cieco che se ne fa testimone, si confronta con le voci delle tenebre. Ora cominciano gli interrogatori dell'ex cieco,iniziando dai vicini e conoscenti ai quali era ben nota la sua condizione precedente. Per chi è abituato a vederlo seduto a mendicare, la nuova situazione pone un problema . E' lui o un altro? La sua condizione precedente è descritta con le parole "sedere" e "mendicare": era immobile e dipendente dagli altri. Ora invece cammina ed è libero. Qual è la sua identità? E' importante come l'altro mi vede : sono come sono visto. L'uomo è relazione , e la relazione cambia quando anche l'altro mi vede altro da come mi vedeva prima, altrimenti resto inchiodato al suo giudizio precedente, al suo pre-giudizio, appunto. Ogni identità vera è dinamica e vitale ; diversamente è falsa e mortale. L'ex cieco ora può dire ."Io sono", usando l'espressione di Gesù per indicare se stesso.(4,26-6,20 -8,24...). La luce lo ha illuminato . E' lui stesso luce,perchè è venuta la sua luce (IS. 60,1) Ma l'opposizione e le difficoltà sono per l'ex cieco come “le doglie del parto” : lo espellono definitivamente dalle tenebre alla luce. Così egli nasce come discepolo, pronto all'incontro e capace di riconoscere in quell'uomo, che l'ha guarito il Signore stesso.L'opposizione dei capi sortisce l'effetto opposto e farà vedere meglio l'ex cieco : capira' che LA GLORIA DI DIO E' L'UOMO VIVENTE. Al"noi sappiamo " dei capi, oppone l'"io so" di un uomo che ci vede e non vuol rinunciare a dire ciò che sa.
RispondiElimina23- 3 CANTO AL VANGELO (cf. Gv 6,63.68)
RispondiEliminaGloria e lode a te, o Cristo!
Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore,
perché sono misericordioso e pietoso.
Gloria e lode a te, o Cristo!
VANGELO (Lc 11,14-23)
Chi non è con me, è contro di me.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.
Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde».
Parola del Signore.