martedì 28 ottobre 2014

A - SANTI


3 commenti:

  1. Festeggiamo i santi e preghiamo per i nostri defunti, tutti i defunti, che noi crediamo vivi in Dio e quindi santi con i santi. Però credo che dobbiamo onestamente permettere a Gesù questa sera di porre a tutti noi, a me per primo e a voi, una semplice e concreta domanda :tu vuoi diventare santo?
    Ecco una domanda importante di fronte alla quale una risposta affermativa non è poi così scontata perchè potremmo subito collegare la santità con la straordinarietà. Noi facilmente siamo gente ordinaria, non straordinaria. Se colleghiamo la santità con la straordinarietà, pensiamo subito che la santità non faccia per noi.
    Alcuni santi hanno fatto cose grandi e non si sono mai arrestati di fronte ad alcun sacrificio. E qui compare un secondo motivo che ci può spaventare nel rispondere a quella domanda che Gesù ci pone : tu vuoi diventare santo? Noi possiamo collegare subito la parola santità con la parola sacrificio. E questo ci blocca un po', come sempre. . Allora di fronte a quella domanda molto semplice e concreta, ma tu vuoi diventare santo, noi potremmo restare un po' perplessi, perlomeno circospetti . ma..., sì...., dunque...., però..., noi immediatamente, torno a dire, colleghiamo subito la santità con la straordinarietà, oppure la santità con il sacrificio.
    Allora credo che dobbiamo riformulare la domanda , come se Gesù ci dicesse adesso : benissimo, lasciamo stare questa domanda se vuoi diventare santo,facciamone un'altra. Lo sai che sei santo? La cosa ti piace? Ne sei contento? Parliamo sempre al maschile, perchè non abbiamo parole inclusive, ma cerchiamo di capirci. ( 1)

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  2. Perchè sono santo ? Perchè siamo santi? Fratelli e sorelle, sarebbe veramente spiacevole se di fronte a questa domanda, a questa affermazione di Gesù, noi non sapessimo ancora rispondere.
    La risposta è molto semplice : perchè a Dio è piaciuto venir ad abitare in noi. Questo è il dono della salvezza. Questo è il dono che noi chiamiamo santità.
    Fratello, sorella, a Dio è piaciuto venir ad abitare in te. E' per questo che stasera Gesù mi chiede : lo sai che sei santo ? Ne sei contento ? Vedete, possiamo accorgerci della presenza di questo coinquilino con la C maiuscola, oppure restarne indifferenti. Ma Dio c'è ed è per questo che noi siamo santi. Lo sai che sei santo? Lo sai che Dio abita in te? Ne sei contento ? Dio appartiene a te e tu appartieni a Lui. Lui abita in te e tu abiti in Lui. La santità null'altro è se non un dono di appartenenza reciproca. Tu sei santo perchè Dio appartiene a te. La cosa ti rende felice? Se la santità è un dono di appartenenza reciproca, , dobbiamo subito dire che le appartenenze reciproche non sono mai scontate, non sono mai realtà meccaniche. Le appartenenze reciproche, noi lo sappiamo, richiedono una vita in comune,richiedono immediatamente una condivisione, richiedono un programma, un progetto di vita comune. Ecco allora che la santità dono, diventa diventa santità compito. Se Gesù abita in me, è chiaro che mi chieda una condivisione di vita, una vita comune, e quindi un progetto di vita comune. Gesù lo presenta questo progetto, sono le beatitudini che abbiamo udito.

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  3. Le beatitudini sono proprio il programma di vita che Gesù ha vissuto e che Lui ancora una volta
    questa sera ci propone perchè la nostra appartenenza reciproca non sia soltanto fatto di parole, ma sia un fatto concreto.
    Le beatitudini come programma di vita che siamo chiamati a collocare nel concreto della nostra esistenza, mi fanno fare una triplice esperienza.
    La prima . Non siamo soli ad affrontare la vita perchè a Dio è piaciuto viverla questa vita con me e in me. Le beatitudini mi fanno fare questa prima esperienza : non siamo più soli a vivere la vita.
    La seconda esperienza che le beatitudini mi fanno sperimentare : veniamo sempre più a conoscere chi è Dio. Eh, già, le vere condivisioni, amici miei, le vere appartenenze, svelano sempre chi è l'altro. Più io condivido con Gesù lo stesso programma di vita, più io vengo a conoscere sempre di più chi è Gesù. I santi null'altro hanno fatto se non vivere in modo radicale il discorso delle beatitudini e hanno conosciuto a fondo Gesù. L'appartenenza a Gesù nel concreto delle beatitudini, ha permesso loro di conoscere il Signore e ha permesso loro di parlarne. I santi perchè sono importanti? Non soltanto perchè han fatto grandi cose, ma perchè i santi, qualcuno ha detto, sono creature che ci raccontano Dio.
    Se voi parlate con un cristiano che abbia una forte coscienza di appartenere a Gesù e voglia vivere le beatitudini, sia pur dentro alla sua fragilità e pochezza, voi vi troverete di fronte a qualcuno che vi racconta Dio, e attraverso questo qualcuno noi possiamo conoscere di più chi è Dio , chi è Gesù. I santi sono in qualche modo persone che ci raccontano Dio. Vivono una forte appartenenza, condividono un programma di vita che sono le beatitudini, c'è allora una conoscenza reciproca che si approfondisce, e questa conoscenza viene distribuita, regalata ad altri. E infine , le beatitudini contengono in loro il segreto della gioia e tutte sfociano nell'eternità. E' vero, quel coinquilino esistenziale che abbiamo chiamato Dio, non vi lascia quando la vita fisica finisce, ma ci fa traghettare altrove.
    Ed è ciò che noi chiamiamo Paradiso , eternità, risurrezione, vita eterna.
    E' quella realtà in cui noi crediamo, che adesso stanno vivendo i nostri cari che non ci sono più, più vivi e presenti a noi di prima, più capaci di aiutarci di quando erano vivi fisicamente tra noi.
    Festa importante, allora, illumina il presente, ma illumina anche il nostro futuro.
    Allora questa eucaristia, come sempre, sia un grande momento in cui la nostra grande famiglia si riunisce. Tanti di noi che venivano qui, alcuni perlomeno, sono già in Paradiso. E li ricuperiamo proprio adesso, quando nell'Eucaristia, questo forte momento di preghiera, la famiglia si ricompone e noi entriamo in comunione piena, non soltanto con l'Eterno padre, con Gesù e con lo Spirito, noi entriamo in rapporto vero e pieno con tutti quelli che noi non vediamo più. Il fatto di non vederli, non vuol dire che non li incontreremo proprio adesso più vivi e più veri che mai.
    ( Om. D. D. reg. M. )

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