venerdì 1 settembre 2023

A - 22 DOMENICA T.O.


 

5 commenti:

  1. Antifona
    Pietà di me, o Signore, a te grido tutto il giorno:
    tu sei buono, o Signore, e perdoni,
    sei pieno di misericordia con chi ti invoca. (Sal 85,3.5)
    Dio onnipotente,
    unica fonte di ogni dono perfetto,
    infondi nei nostri cuori l’amore per il tuo nome,
    accresci la nostra dedizione a te,
    fa’ maturare ogni germe di bene
    e custodiscilo con vigile cura.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.



    O Padre, che guardi con amore ai tuoi figli,
    ispiraci pensieri secondo il tuo cuore,
    perché non ci conformiamo
    alla mentalità di questo mondo,
    ma, seguendo le orme di Cristo,
    scegliamo sempre le vie che accrescono la vita.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.




    Prima Lettura
    La parola del Signore è diventata per me causa di vergogna.
    Dal libro del profeta Geremìa
    Ger 20,7-9

    Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre;
    mi hai fatto violenza e hai prevalso.
    Sono diventato oggetto di derisione ogni giorno;
    ognuno si beffa di me.

    Quando parlo, devo gridare,
    devo urlare: «Violenza! Oppressione!».
    Così la parola del Signore è diventata per me
    causa di vergogna e di scherno tutto il giorno.
    Mi dicevo: «Non penserò più a lui,
    non parlerò più nel suo nome!».
    Ma nel mio cuore c’era come un fuoco ardente,
    trattenuto nelle mie ossa;
    mi sforzavo di contenerlo,
    ma non potevo.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 62 (63)
    R. Ha sete di te, Signore, l'anima mia.
    O Dio, tu sei il mio Dio,
    dall’aurora io ti cerco,
    ha sete di te l’anima mia,
    desidera te la mia carne
    in terra arida, assetata, senz’acqua. R.

    Così nel santuario ti ho contemplato,
    guardando la tua potenza e la tua gloria.
    Poiché il tuo amore vale più della vita,
    le mie labbra canteranno la tua lode. R.

    Così ti benedirò per tutta la vita:
    nel tuo nome alzerò le mie mani.
    Come saziato dai cibi migliori,
    con labbra gioiose ti loderà la mia bocca. R.

    Quando penso a te che sei stato il mio aiuto,
    esulto di gioia all’ombra delle tue ali.
    A te si stringe l’anima mia:
    la tua destra mi sostiene. R.

    Seconda Lettura
    Offrite i vostri corpi come sacrificio vivente.
    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
    Rm 12,1-2

    Fratelli, vi esorto, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale.
    Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.

    Parola di Dio.
    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo
    illumini gli occhi del nostro cuore
    per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati. (Cf. Ef 1,17-18)

    Alleluia.

    Vangelo
    Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso.
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 16,21-27

    In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
    Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
    Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
    Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
    Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».

    Parola del Signore.

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    1. PAPA FRANCESCO
      ANGELUS 30 agosto 2020

      Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

      L’odierno brano evangelico ( Mt 16,21-27) è collegato a quello di domenica scorsa (Mt 16,13-20). Dopo che Pietro, a nome anche degli altri discepoli, ha professato la fede in Gesù come Messia e Figlio di Dio, Gesù stesso incomincia a parlare loro della sua passione. Lungo il cammino verso Gerusalemme, spiega apertamente ai suoi amici ciò che lo attende alla fine nella città santa: preannuncia il suo mistero di morte e di risurrezione, di umiliazione e di gloria. Dice che dovrà «soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno» (Mt 16,21). Ma le sue parole non sono comprese, perché i discepoli hanno una fede ancora immatura e troppo legata alla mentalità di questo mondo ( Rm 12,2). Loro pensano a una vittoria troppo terrena, e per questo non capiscono il linguaggio della croce.

      Di fronte alla prospettiva che Gesù possa fallire e morire in croce, lo stesso Pietro si ribella e gli dice: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai!» (v. 22). Crede in Gesù – Pietro è così – ha fede, crede in Gesù, crede; lo vuole seguire, ma non accetta che la sua gloria passi attraverso la passione. Per Pietro e gli altri discepoli – ma anche per noi! – la croce è una cosa scomoda, la croce è uno “scandalo”, mentre Gesù considera “scandalo” il fuggire dalla croce, che vorrebbe dire sottrarsi alla volontà del Padre, alla missione che Lui gli ha affidato per la nostra salvezza. Per questo Gesù risponde a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!» (v. 23). Dieci minuti prima, Gesù ha lodato Pietro, gli ha promesso di essere la base della sua Chiesa, il fondamento; dieci minuti dopo gli dice “Satana”. Come mai si capisce questo? Succede a tutti noi! Nei momenti di devozione, di fervore, di buona volontà, di vicinanza al prossimo, guardiamo Gesù e andiamo avanti; ma nei momenti in cui viene incontro la croce, fuggiamo. Il diavolo, Satana – come dice Gesù a Pietro – ci tenta. È proprio del cattivo spirito, è proprio del diavolo allontanarci dalla croce, dalla croce di Gesù.

      Rivolgendosi poi a tutti, Gesù aggiunge: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua» (v. 24). In questo modo Egli indica la via del vero discepolo, mostrando due atteggiamenti. Il primo è «rinunciare a sé stessi», che non significa un cambiamento superficiale, ma una conversione, un capovolgimento di mentalità e di valori. L’altro atteggiamento è quello di prendere la propria croce. Non si tratta solo di sopportare con pazienza le tribolazioni quotidiane, ma di portare con fede e responsabilità quella parte di fatica, quella parte di sofferenza che la lotta contro il male comporta. La vita dei cristiani è sempre una lotta. La Bibbia dice che la vita del credente è una milizia: lottare contro il cattivo spirito, lottare contro il Male.

      Così l’impegno di “prendere la croce” diventa partecipazione con Cristo alla salvezza del mondo. Pensando a questo, facciamo in modo che la croce appesa alla parete di casa, o quella piccola che portiamo al collo, sia segno del nostro desiderio di unirci a Cristo nel servire con amore i fratelli, specialmente i più piccoli e fragili. La croce è segno santo dell’Amore di Dio, è segno del Sacrificio di Gesù, e non va ridotta a oggetto scaramantico oppure a monile ornamentale. Ogni volta che fissiamo lo sguardo sull’immagine di Cristo crocifisso, pensiamo che Lui, come vero Servo del Signore, ha realizzato la sua missione dando la vita, versando il suo sangue per la remissione dei peccati. E non lasciamoci portare dall’altra parte, nella tentazione del Maligno. Di conseguenza, se vogliamo essere suoi discepoli, siamo chiamati a imitarlo, spendendo senza riserve la nostra vita per amore di Dio e del prossimo.

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  2. FAUSTI – E' l'inizio dell'istruzione ai discepoli non più in parabole, ma mediante la Parola della Croce. Ora che hanno riposto in Lui la loro speranza e il loro affetto, può mostrarsi loro così com'é. Il Figlio dell'uomo ha un solo dovere , lo stesso di Dio, che è tutto e solo Amore : deve patire molto, l'amore è passione, fa patire, sentire come proprio il bene e il male dell'amato, deve essere con lui nella buona e nella cattiva sorte.
    Gli anziani, i sommi sacerdoti e gli scribi sono i ricchi, i potenti e i sapienti che puntano la propria esistenza sulla brama di avere, di potere, di apparire. Sono le tre maschere del male, sul quale si struttura l'ordinamento del mondo.Rappresentano l'aspirazione di ciascuno di noi , che riteniamo bene ciò che in realtà è egoismo e morte.
    Gesù deve entrare in questo male in cui ci troviamo , per salvarci e mostrarci il vero volto dell'uomo che è lo stesso di Dio
    Gesù comincia a rivelarsi apertamente, e Pietro a ribellarsi duramente.
    “Rimproverare “ in greco è la stessa parola che Gesù fa con i demoni, ed è quanto Pietro fa con Gesù.
    Chi evita questo scontro , non capirà mai il pensiero di Dio.Lo scontro può essere evitato in buona o in malafede, per dabbenaggine o per astuzia, per inavvertenza e cecità.
    Pietro prende Gesù in disparte per rimproverarlo, gli vuole bene e non vuole umiliarlo davanti agli altri !.Si sente comunque in dovere , per il suo affetto, di riprenderlo.
    Che ne è del Cristo e del Dio vivente, se è un perdente? E'bestemmiare (ciò che Pietro pensa essere ) la Gloria!
    Per lui Dio è la realizzazione suprema delle aspirazioni dell'uomo : il sommamente ricco, onnipotente e glorioso. Se Dio fosse la proiezione dei nostri desideri, sarebbe il sommo male, più che il sommo bene! La falsa immagine che abbiamo di Lui corrisponde al falso ideale che abbiamo dell'uomo, Sua immagine. E proprio per questo facciamo il male, con cecità ostinata.
    Gesù si gira e gli mostra il Suo volto.
    In Lui c 'è affetto per l'amico, ma durezza contro il nemico che si cela in lui.
    Gesù non lo respinge lontano, lo rimette nella sua posizione giusta “dietro di Lui”.
    La salvezza non è che Lui segua noi – cosa che ha già fatto, a costo della Sua Vita!- ma che noi seguiamo Lui , fin al dono della vita.
    Pietro presenta in buona fede le stesse tentazioni di satana , che Gesù ha già incontrato nel deserto, qui è più difficile riconoscerle!
    A fin di bene, Pietro si fa pietra d'inciampo, che vuol far cadere il Figlio dell'uomo!

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  3. --> Dice il Signore :”I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie”
    (Is 55,8).
    Lui è Santo, diverso da noi : è Amore.
    Noi, anche quando Lo riconosciamo, proiettiamo sempre su di Lui i nostri desideri, per noi sono più sicuri di qualunque verità.la nostra conoscenza secondo lo Spirito è mescolata a tanta carne!
    Ce ne libera solo quell'incontro costante col Vangelo, che ha l'onestà di farsi scontro con Gesù.
    Pietro è pietra in quanto non solo riconosce Gesù, ma anche in quanto si misura drammaticamente con Lui, riconoscendosi pietra d'inciampo.
    La fede non è un pacchetto di certezze a buon mercato. E' un'acquisizione progressiva in un faticoso misurarsi con la Parola della Croce.
    Quelle certezze che non si sanno mettere in discussione ci allontanano dalla verità.
    Ciò che Gesù propone è un atto libero di volontà . La massima libertà dell'uomo è fare lo stesso cammino del Signore.
    Andare dietro a Lui è il cammino dell' esodo, la realizzazione piena dell' uomo, la vittoria sull'egoismo e sulla morte.
    Lui è la nube e il fuoco che ci guida verso la libertà.
    Bisogna rinnegare il falso io, deformato dalla menzogna e dalla paura, è far nascere il proprio vero io. La morte dell'egoismo è la nascita dell'amore.
    Uno, se vuole essere se stesso, deve smettere di pensare a se stesso. Solo allora ha il suo volto rivolto all'altro.
    La croce di ciascuno è lottare con il male che è in lui .
    È la lotta contro il proprio egoismo , che solo lui può fare. In questa lotta però non è solo, è in compagnia del suo Signore che ha preceduto e lo accompagna.
    Scampare alla minaccia incombente della morte è l'intento proprio di ogni pensare e agire.
    Per questo diventiamo egoisti e, invece di salvarci, ci perdiamo.
    Una vita ispirata all'egoismo, è già morta, perduta per sempre.
    La vita è amare fino a dare la vita per Colui che mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal 2,20)
    La vita è lo Spirito Santo, l'amore tra Padre e Figlio, dono reciproco dell'uno all'altro.
    Chi ama è passato dalla morte alla vita, ha già ora la vita che non muore (1 Gv 3,14)
    L'uomo vorrebbe possedere tutto per garantirsi la vita. Ma proprio così anticipa con l'affanno la morte fisica e con l'egoismo quella spirituale.
    La vita non si può comperare con denaro, né barattare con i beni .è dono, e solo in quanto donata essa resta viva.
    A chi la vuole pagare, non resta che restituirla, dandosi la morte.
    Il mondo è sotto il giudizio di Dio : la Croce del Figlio dell'uomo che dà la Vita per gli uomini.
    Ogni azione ha valore o meno secondo che sia conforme al Suo giudizio.
    La salvezza eterna è appesa alla mia decisione presente di vivere il giudizio di Dio.
    Non chi dice : “Signore, Signore”, ma chi fa la Parola entra nel Regno, diventa figlio e riceve la Gloria del Padre, costruisce la sua casa che resiste ad ogni intemperia.(7, 23-27).

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  4. BENEDETTO XVI – ANGELUS - Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo - Domenica, 28 agosto 2011
    … nel Vangelo di oggi, Gesù spiega ai suoi DISCEPOLI che dovrà «andare a GERUSALEMME e SOFFRIRE
    molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno»
    (Mt 16,21). Tutto sembra capovolgersi nel CUORE dei DISCEPOLI! Com’è possibile che «il Cristo, il Figlio del
    Dio vivente» (v. 16), possa patire fino alla MORTE? L’apostolo PIETRO si ribella, non accetta questa strada,
    prende la parola e dice al Maestro: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai» (v. 22). Appare
    evidente la divergenza tra il disegno d’AMORE del Padre, che giunge fino al dono del Figlio Unigenito sulla
    CROCE per salvare l’umanità, e le attese, i desideri, i progetti dei DISCEPOLI. E questo contrasto si ripete
    anche oggi: quando la realizzazione della propria VITA è orientata solamente al successo sociale, al
    benessere fisico ed economico, non si ragiona più secondo Dio, ma secondo gli uomini (v. 23). Pensare
    secondo il mondo è mettere da parte Dio, non accettare il suo progetto di AMORE, quasi impedirgli di
    compiere il suo sapiente volere. Per questo Gesù dice a PIETRO una parola particolarmente dura: «Va’
    dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo» (ibid.). Il Signore insegna che «il cammino dei DISCEPOLI è un
    seguire Lui, [andare dietro a Lui], il CROCIFISSO. In tutti e tre i Vangeli spiega tuttavia questo seguirlo nel
    segno della CROCE … come il cammino del “perdere se stesso”, che è necessario per l’uomo e senza il quale
    non gli è possibile trovare se stesso» (Gesù di Nazaret, Milano 2007, 333).
    Come ai DISCEPOLI, così anche a noi Gesù rivolge l’invito: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi
    se stesso, prenda la sua CROCE e mi segua» (Mt 16,24). Il cristiano segue il Signore quando accetta con
    AMORE la propria CROCE, che agli occhi del mondo appare una sconfitta e una “perdita della VITA” (cfr vv.
    25-26), sapendo di non portarla da solo, ma con Gesù, condividendo il suo stesso cammino di donazione.
    Scrive il Servo di Dio Paolo VI : “Misteriosamente, il Cristo stesso, per sradicare dal CUORE dell'uomo il
    peccato di presunzione e manifestare al Padre un'obbedienza integra e filiale, accetta … di MORIRE su di
    una CROCE” (Es. ap. Gaudete in Domino (9 maggio 1975), AAS 67, [1975], 300-301). Accettando
    volontariamente la MORTE, Gesù porta la CROCE di tutti gli uomini e diventa fonte di salvezza per tutta
    l’umanità. San Cirillo di GERUSALEMME commenta: «La CROCE vittoriosa ha illuminato chi era accecato
    dall’ignoranza, ha liberato chi era prigioniero del peccato, ha portato la redenzione all’intera umanità»
    (Catechesis Illuminandorum XIII,1: de Christo crucifixo et sepulto: PG 33, 772 B).

    22DTOAA Vat - 7
    Cari amici, affidiamo la nostra preghiera alla Vergine Maria e anche a Sant’Agostino, di cui oggi ricorre la
    memoria, perché ciascuno di noi sappia seguire il Signore sulla strada della CROCE e si lasci trasformare
    dalla grazia divina, rinnovando – come dice San Paolo nella liturgia di oggi - il modo di pensare «per poter
    DISCERNERE la VOLONTÀ di DIO, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto» (Rm 12,2).

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