Antifona Ecco, Dio è il mio aiuto, il Signore sostiene la mia vita. A te con gioia offrirò sacrifici e loderò il tuo nome, o Signore, perché tu sei buono. ( Sal 53,6.8)
Gloria. Sii propizio a noi tuoi fedeli, o Signore, e donaci in abbondanza i tesori della tua grazia, perché, ardenti di speranza, fede e carità, restiamo sempre vigilanti nel custodire i tuoi comandamenti. Per il nostro Signore Gesù Cristo. Credo.
Prima Lettura Dopo i peccati, tu concedi il pentimento. Dal libro della Sapienza Sap 12,13.16-19
Non c'è Dio fuori di te, che abbia cura di tutte le cose, perché tu debba difenderti dall'accusa di giudice ingiusto. La tua forza infatti è il principio della giustizia, e il fatto che sei padrone di tutti, ti rende indulgente con tutti. Mostri la tua forza quando non si crede nella pienezza del tuo potere, e rigetti l'insolenza di coloro che pur la conoscono. Padrone della forza, tu giudichi con mitezza e ci governi con molta indulgenza, perché, quando vuoi, tu eserciti il potere. Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo che il giusto deve amare gli uomini, e hai dato ai tuoi figli la buona speranza che, dopo i peccati, tu concedi il pentimento.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 85 (86) R. Tu sei buono, Signore, e perdoni. Tu sei buono, Signore, e perdoni, sei pieno di misericordia con chi t'invoca. Porgi l'orecchio, Signore, alla mia preghiera e sii attento alla voce delle mie suppliche. R.
Tutte le genti che hai creato verranno e si prostreranno davanti a te, Signore, per dare gloria al tuo nome. Grande tu sei e compi meraviglie: tu solo sei Dio. R.
Ma tu, Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di amore e di fedeltà, volgiti a me e abbi pietà. R.
Seconda Lettura Lo Spirito intercede con gemiti inesprimibili. Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Rm 8,26-27
Fratelli, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio.
Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno. (Mt 11,25)
Alleluia.
Vangelo Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura. Dal Vangelo secondo Matteo Mt 13,24-43
In quel tempo, Gesù espose alla folla un'altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: "Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?". Ed egli rispose loro: "Un nemico ha fatto questo!". E i servi gli dissero: "Vuoi che andiamo a raccoglierla?". "No", rispose, "perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio"». Espose loro un'altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell'orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami». Disse loro un'altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo». Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».
ANGELUS 19 luglio 2020 Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Nel Vangelo di oggi ( Mt 13,24-43) incontriamo ancora Gesù intento a parlare alla folla in parabole del Regno dei cieli. Mi soffermo soltanto sulla prima, quella della zizzania, attraverso la quale Gesù ci fa conoscere la pazienza di Dio, aprendo il nostro cuore alla speranza.
Gesù racconta che, nel campo in cui è stato seminato il buon grano, spunta anche la zizzania, un termine che riassume tutte le erbe nocive, che infestano il terreno. Fra noi, possiamo anche dire che anche oggi il terreno è devastato da tanti diserbanti e pesticidi, che alla fine fanno pure male sia all’erba, che alla terra e alla salute. Ma questo, fra parentesi. I servi allora vanno dal padrone per sapere da dove viene la zizzania, e lui risponde: «Un nemico ha fatto questo!» (v. 28). Perché noi abbiamo seminato buon grano! Un nemico, uno che fa concorrenza, è venuto a fare questo. Loro vorrebbero andare subito a strappare via la zizzania che sta crescendo; invece il padrone dice di no, perché si rischierebbe di strappare insieme le erbacce – la zizzania – e il grano. Bisogna aspettare il momento della mietitura: solo allora si separeranno e la zizzania sarà bruciata. È anche un racconto di buon senso.
Si può leggere in questa parabola una visione della storia. Accanto a Dio – il padrone del campo – che sparge sempre e solo semente buona, c’è un avversario, che sparge la zizzania per ostacolare la crescita del grano. Il padrone agisce apertamente, alla luce del sole, e il suo scopo è un buon raccolto; l’altro, l’avversario, invece, approfitta dell’oscurità della notte e opera per invidia, per ostilità, per rovinare tutto. L’avversario al quale si riferisce Gesù ha un nome: è il diavolo, l’oppositore per antonomasia di Dio. Il suo intento è quello di intralciare l’opera della salvezza, far sì che il Regno di Dio sia ostacolato da operatori iniqui, seminatori di scandali. Infatti, il buon seme e la zizzania rappresentano non il bene e il male in astratto, ma noi esseri umani, che possiamo seguire Dio oppure il diavolo. Tante volte, abbiamo sentito che una famiglia che era in pace, poi sono cominciate le guerre, le invidie … un quartiere che era in pace, poi sono cominciate cose brutte … E noi siamo abituati a dire: “Qualcuno è venuto lì a seminare zizzania”, o “questa persona della famiglia, con le chiacchiere, semina zizzania”. È sempre seminare il male che distrugge. E questo lo fa sempre il diavolo o la nostra tentazione: quando cadiamo nella tentazione di chiacchierare per distruggere gli altri.
L’intenzione dei servi è quella di eliminare subito il male, cioè le persone malvagie, ma il padrone è più saggio, vede più lontano: essi devono sapere attendere, perché la sopportazione delle persecuzioni e delle ostilità fa parte della vocazione cristiana. Il male, certo, va rigettato, ma i malvagi sono persone con cui bisogna usare pazienza. Non si tratta di quella tolleranza ipocrita che nasconde ambiguità, ma della giustizia mitigata dalla misericordia. Se Gesù è venuto a cercare i peccatori più che i giusti, a curare i malati prima ancora che i sani (cfr Mt 9,12-13), anche l’azione di noi suoi discepoli dev’essere rivolta non a sopprimere i malvagi, ma a salvarli. E lì, la pazienza.
-->Il Vangelo di oggi presenta due modi di agire e di abitare la storia: da una parte, lo sguardo del padrone, che vede lontano; dall’altra, lo sguardo dei servi, che vedono il problema. Ai servi sta a cuore un campo senza erbacce, al padrone sta a cuore il buon grano. Il Signore ci invita ad assumere il suo stesso sguardo, quello che si fissa sul buon grano, che sa custodirlo anche tra le erbacce. Non collabora bene con Dio chi si mette a caccia dei limiti e dei difetti degli altri, ma piuttosto chi sa riconoscere il bene che cresce silenziosamente nel campo della Chiesa e della storia, coltivandolo fino alla maturazione. E allora sarà Dio, e solo Lui, a premiare i buoni e punire i malvagi. La Vergine Maria ci aiuti a comprendere e imitare la pazienza di Dio, il quale vuole che nessuno si perda dei suoi figli, che Egli ama con amore di Padre.
FAUSTI - “Lasciate che crescano ambedue, insieme”, dice il Signore a chi gli propone di sradicare le zizzanie. La zizzania è un'erba infestante e velenosa. All'inizio non si distingue da una pianticella di frumento , poi si radica così bene che, strappandola, si sradica lo stesso grano. Vorremmo che la comunità cristiana fosse perfetta, pura e senza difetti , ci angustiamo e ci diamo da fare per sradicare le zizzanie, in noi e intorno a noi. I maggiori disastri derivano proprio dal tentativo di eliminare il male. La violenza sacra è la peggiore . “a fin di bene” viola ogni libertà. Il trionfo del bene sarà solo alla fine , e per opera di Dio. Prima è il tempo della pazienza, nostra e Sua che vede il male nostro e altrui come luogo di misericordia., rispettivamente ricevuta e accordata. La chiesa non è una setta di puri ; in essa c'è posto per tutti. E noi saremo giudicati dal nostro stesso giudizio , misurati col nostro metro . la misericordia che avremo usata sarà la nostra misura di verità. Il giudizio di Dio è già dato sulla croce , dove il Figlio porta su di Sé il male del mondo : a Lui la nostra perdizione, a noi la Sua bellezza. Veramente la croce, legno verde, brucia al posto del legno secco. Il Regno dei cieli è paragonato a un chicco di senape, invisibile come la capocchia di uno spillo. La sua piccolezza estrema è scandalosamente associata alla grandezza del Regno. La Sua grandezza non è quella dei più alti cedri . È quella del legno della croce , dove gli uccelli trovano nido. Così tutti gli alberi della foresta conoscono “chi “ è il Signore , colui che umilia l'albero alto e innalza l'albero basso, fa seccare l'albero verde e fa germogliare l'albero secco (EZ 17,22-23) Lui stesso è il legno verde che si fa secco per bruciare le nostre iniquità e comunicare a noi la Sua linfa vitale. Se il piccolo seme gettato diventa il grande albero della croce, quel pugno di impasto andato a male, preso e nascosto in tre misure di farina, è il Cristo sepolto, nascosto per tre giorni nel cuore della terra, la lieviterà di vita nuova, libera dal vecchio lievito di malizia e perversità. “Così sarà al compimento del mondo” , dice Gesù . Brilleranno due fuochi : quello delle zizzanie che bruciano come immondizie , e quello dei giusti che splenderanno come il sole. Il compimento del mondo è paragonato alla mietitura , il tempo in cui il seme diventa pane e gioia. Sarà quando Dio avrà compiuto nel mondo l'opera Sua, il Suo Capolavoro : il Volto del Figlio. Solo allora, non prima, ci sarà il giudizio. Già ora ha mandato gli Apostoli a seminare la Parola , in base al cui ascolto siamo giudicati. Il tempo, vita che abbiamo a nostra disposizione , è finito : ha un inizio, uno svolgimento e un termine. Alla fine resterà solo l'Amore, che mai ha fine. Il fuoco di Dio renderà allora manifesta l'opera di ciascuno . La paglia del nostro egoismo sarà bruciata e ciò che è prezioso resisterà. Il sole è simbolo di Dio. Chi ascolta la Parola diventa come il Padre (5,48) riluce della Sua Gloria , come il Figlio trasfigurato. Ciò che in noi non sarà filiale e fraterno scomparirà. Allora ci copriremo di rossore bruciante per tutto ciò di cui ora spesso ci vantiamo. A chi ascolta sarà dato conoscere i misteri del Regno ; e a chi più ha, più gli sarà dato .
Antifona
RispondiEliminaEcco, Dio è il mio aiuto,
il Signore sostiene la mia vita.
A te con gioia offrirò sacrifici
e loderò il tuo nome, o Signore, perché tu sei buono. ( Sal 53,6.8)
Gloria.
Sii propizio a noi tuoi fedeli, o Signore,
e donaci in abbondanza i tesori della tua grazia,
perché, ardenti di speranza, fede e carità,
restiamo sempre vigilanti nel custodire i tuoi comandamenti.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Credo.
Prima Lettura
Dopo i peccati, tu concedi il pentimento.
Dal libro della Sapienza
Sap 12,13.16-19
Non c'è Dio fuori di te, che abbia cura di tutte le cose, perché tu debba difenderti dall'accusa di giudice ingiusto.
La tua forza infatti è il principio della giustizia,
e il fatto che sei padrone di tutti, ti rende indulgente con tutti.
Mostri la tua forza
quando non si crede nella pienezza del tuo potere,
e rigetti l'insolenza di coloro che pur la conoscono.
Padrone della forza, tu giudichi con mitezza
e ci governi con molta indulgenza,
perché, quando vuoi, tu eserciti il potere.
Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo
che il giusto deve amare gli uomini,
e hai dato ai tuoi figli la buona speranza
che, dopo i peccati, tu concedi il pentimento.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 85 (86)
R. Tu sei buono, Signore, e perdoni.
Tu sei buono, Signore, e perdoni,
sei pieno di misericordia con chi t'invoca.
Porgi l'orecchio, Signore, alla mia preghiera
e sii attento alla voce delle mie suppliche. R.
Tutte le genti che hai creato verranno
e si prostreranno davanti a te, Signore,
per dare gloria al tuo nome.
Grande tu sei e compi meraviglie:
tu solo sei Dio. R.
Ma tu, Signore, Dio misericordioso e pietoso,
lento all'ira e ricco di amore e di fedeltà,
volgiti a me e abbi pietà. R.
Seconda Lettura
Lo Spirito intercede con gemiti inesprimibili.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Rm 8,26-27
Fratelli, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio.
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
RispondiEliminaAlleluia, alleluia.
Ti rendo lode, Padre,
Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno. (Mt 11,25)
Alleluia.
Vangelo
Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 13,24-43
In quel tempo, Gesù espose alla folla un'altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: "Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?". Ed egli rispose loro: "Un nemico ha fatto questo!". E i servi gli dissero: "Vuoi che andiamo a raccoglierla?". "No", rispose, "perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio"».
Espose loro un'altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell'orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».
Disse loro un'altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:
«Aprirò la mia bocca con parabole,
proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».
Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».
Parola del Signore.
PAPA FRANCESCO
RispondiEliminaANGELUS 19 luglio 2020
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Nel Vangelo di oggi ( Mt 13,24-43) incontriamo ancora Gesù intento a parlare alla folla in parabole del Regno dei cieli. Mi soffermo soltanto sulla prima, quella della zizzania, attraverso la quale Gesù ci fa conoscere la pazienza di Dio, aprendo il nostro cuore alla speranza.
Gesù racconta che, nel campo in cui è stato seminato il buon grano, spunta anche la zizzania, un termine che riassume tutte le erbe nocive, che infestano il terreno. Fra noi, possiamo anche dire che anche oggi il terreno è devastato da tanti diserbanti e pesticidi, che alla fine fanno pure male sia all’erba, che alla terra e alla salute. Ma questo, fra parentesi. I servi allora vanno dal padrone per sapere da dove viene la zizzania, e lui risponde: «Un nemico ha fatto questo!» (v. 28). Perché noi abbiamo seminato buon grano! Un nemico, uno che fa concorrenza, è venuto a fare questo. Loro vorrebbero andare subito a strappare via la zizzania che sta crescendo; invece il padrone dice di no, perché si rischierebbe di strappare insieme le erbacce – la zizzania – e il grano. Bisogna aspettare il momento della mietitura: solo allora si separeranno e la zizzania sarà bruciata. È anche un racconto di buon senso.
Si può leggere in questa parabola una visione della storia. Accanto a Dio – il padrone del campo – che sparge sempre e solo semente buona, c’è un avversario, che sparge la zizzania per ostacolare la crescita del grano. Il padrone agisce apertamente, alla luce del sole, e il suo scopo è un buon raccolto; l’altro, l’avversario, invece, approfitta dell’oscurità della notte e opera per invidia, per ostilità, per rovinare tutto. L’avversario al quale si riferisce Gesù ha un nome: è il diavolo, l’oppositore per antonomasia di Dio. Il suo intento è quello di intralciare l’opera della salvezza, far sì che il Regno di Dio sia ostacolato da operatori iniqui, seminatori di scandali. Infatti, il buon seme e la zizzania rappresentano non il bene e il male in astratto, ma noi esseri umani, che possiamo seguire Dio oppure il diavolo. Tante volte, abbiamo sentito che una famiglia che era in pace, poi sono cominciate le guerre, le invidie … un quartiere che era in pace, poi sono cominciate cose brutte … E noi siamo abituati a dire: “Qualcuno è venuto lì a seminare zizzania”, o “questa persona della famiglia, con le chiacchiere, semina zizzania”. È sempre seminare il male che distrugge. E questo lo fa sempre il diavolo o la nostra tentazione: quando cadiamo nella tentazione di chiacchierare per distruggere gli altri.
L’intenzione dei servi è quella di eliminare subito il male, cioè le persone malvagie, ma il padrone è più saggio, vede più lontano: essi devono sapere attendere, perché la sopportazione delle persecuzioni e delle ostilità fa parte della vocazione cristiana. Il male, certo, va rigettato, ma i malvagi sono persone con cui bisogna usare pazienza. Non si tratta di quella tolleranza ipocrita che nasconde ambiguità, ma della giustizia mitigata dalla misericordia. Se Gesù è venuto a cercare i peccatori più che i giusti, a curare i malati prima ancora che i sani (cfr Mt 9,12-13), anche l’azione di noi suoi discepoli dev’essere rivolta non a sopprimere i malvagi, ma a salvarli. E lì, la pazienza.
-->Il Vangelo di oggi presenta due modi di agire e di abitare la storia: da una parte, lo sguardo del padrone, che vede lontano; dall’altra, lo sguardo dei servi, che vedono il problema. Ai servi sta a cuore un campo senza erbacce, al padrone sta a cuore il buon grano. Il Signore ci invita ad assumere il suo stesso sguardo, quello che si fissa sul buon grano, che sa custodirlo anche tra le erbacce. Non collabora bene con Dio chi si mette a caccia dei limiti e dei difetti degli altri, ma piuttosto chi sa riconoscere il bene che cresce silenziosamente nel campo della Chiesa e della storia, coltivandolo fino alla maturazione. E allora sarà Dio, e solo Lui, a premiare i buoni e punire i malvagi. La Vergine Maria ci aiuti a comprendere e imitare la pazienza di Dio, il quale vuole che nessuno si perda dei suoi figli, che Egli ama con amore di Padre.
RispondiEliminaFAUSTI - “Lasciate che crescano ambedue, insieme”, dice il Signore a chi gli propone di sradicare le zizzanie. La zizzania è un'erba infestante e velenosa. All'inizio non si distingue da una pianticella di frumento , poi si radica così bene che, strappandola, si sradica lo stesso grano.
RispondiEliminaVorremmo che la comunità cristiana fosse perfetta, pura e senza difetti , ci angustiamo e ci diamo da fare per sradicare le zizzanie, in noi e intorno a noi. I maggiori disastri derivano proprio dal tentativo di eliminare il male.
La violenza sacra è la peggiore . “a fin di bene” viola ogni libertà.
Il trionfo del bene sarà solo alla fine , e per opera di Dio. Prima è il tempo della pazienza, nostra e Sua che vede il male nostro e altrui come luogo di misericordia., rispettivamente ricevuta e accordata. La chiesa non è una setta di puri ; in essa c'è posto per tutti.
E noi saremo giudicati dal nostro stesso giudizio , misurati col nostro metro . la misericordia che avremo usata sarà la nostra misura di verità.
Il giudizio di Dio è già dato sulla croce , dove il Figlio porta su di Sé il male del mondo : a Lui la nostra perdizione, a noi la Sua bellezza.
Veramente la croce, legno verde, brucia al posto del legno secco.
Il Regno dei cieli è paragonato a un chicco di senape, invisibile come la capocchia di uno spillo.
La sua piccolezza estrema è scandalosamente associata alla grandezza del Regno.
La Sua grandezza non è quella dei più alti cedri . È quella del legno della croce , dove gli uccelli trovano nido. Così tutti gli alberi della foresta conoscono “chi “ è il Signore , colui che umilia l'albero alto e innalza l'albero basso, fa seccare l'albero verde e fa germogliare l'albero secco
(EZ 17,22-23) Lui stesso è il legno verde che si fa secco per bruciare le nostre iniquità e comunicare a noi la Sua linfa vitale.
Se il piccolo seme gettato diventa il grande albero della croce, quel pugno di impasto andato a male, preso e nascosto in tre misure di farina, è il Cristo sepolto, nascosto per tre giorni nel cuore della terra, la lieviterà di vita nuova, libera dal vecchio lievito di malizia e perversità.
“Così sarà al compimento del mondo” , dice Gesù .
Brilleranno due fuochi : quello delle zizzanie che bruciano come immondizie , e quello dei giusti che splenderanno come il sole.
Il compimento del mondo è paragonato alla mietitura , il tempo in cui il seme diventa pane e gioia.
Sarà quando Dio avrà compiuto nel mondo l'opera Sua, il Suo Capolavoro : il Volto del Figlio.
Solo allora, non prima, ci sarà il giudizio.
Già ora ha mandato gli Apostoli a seminare la Parola , in base al cui ascolto siamo giudicati.
Il tempo, vita che abbiamo a nostra disposizione , è finito : ha un inizio, uno svolgimento e un termine. Alla fine resterà solo l'Amore, che mai ha fine. Il fuoco di Dio renderà allora manifesta l'opera di ciascuno . La paglia del nostro egoismo sarà bruciata e ciò che è prezioso resisterà.
Il sole è simbolo di Dio.
Chi ascolta la Parola diventa come il Padre (5,48) riluce della Sua Gloria , come il Figlio trasfigurato. Ciò che in noi non sarà filiale e fraterno scomparirà.
Allora ci copriremo di rossore bruciante per tutto ciò di cui ora spesso ci vantiamo.
A chi ascolta sarà dato conoscere i misteri del Regno ; e a chi più ha, più gli sarà dato .