giovedì 20 aprile 2023

A - 3 DOMENICA DI PASQUA




 

4 commenti:

  1. Antifona
    Acclamate Dio, voi tutti della terra,
    cantate la gloria del suo nome,
    dategli gloria con la lode. Alleluia. (Sal 65,1-2)
    GLORIA
    O Dio, che in questo giorno santo
    raduni la tua Chiesa pellegrina nel mondo,
    donaci di riconoscere il Cristo crocifisso e risorto
    che apre il nostro cuore all’intelligenza delle Scritture
    e si rivela a noi nello spezzare il pane.
    Egli è Dio, e vive e regna con te.

    CREDO

    Prima Lettura
    Non era possibile che la morte lo tenesse in suo potere.
    Dagli Atti degli Apostoli
    At 2,14a.22-33

    [Nel giorno di Pentecoste,] Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò così:
    «Uomini d'Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nàzaret - uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene -, consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, voi, per mano di pagani, l'avete crocifisso e l'avete ucciso. Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. Dice infatti Davide a suo riguardo: "Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; egli sta alla mia destra, perché io non vacilli. Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua, e anche la mia carne riposerà nella speranza, perché tu non abbandonerai la mia vita negli inferi né permetterai che il tuo Santo subisca la corruzione. Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza".
    Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e il suo sepolcro è ancora oggi fra noi. Ma poiché era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente, previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: "questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne subì la corruzione".
    Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire».

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 15 (16)
    R. Mostraci, Signore, il sentiero della vita.

    Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
    Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu».
    Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
    nelle tue mani è la mia vita. R.

    Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
    anche di notte il mio animo mi istruisce.
    Io pongo sempre davanti a me il Signore,
    sta alla mia destra, non potrò vacillare. R.

    Per questo gioisce il mio cuore
    ed esulta la mia anima;
    anche il mio corpo riposa al sicuro,
    perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
    né lascerai che il tuo fedele veda la fossa. R.

    Mi indicherai il sentiero della vita,
    gioia piena alla tua presenza,
    dolcezza senza fine alla tua destra. R.

    Seconda Lettura
    Foste liberati con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia.
    Dalla prima lettera di san Pietro apostolo
    1Pt 1,17-21

    Carissimi, se chiamate Padre colui che, senza fare preferenze, giudica ciascuno secondo le proprie opere, comportatevi con timore di Dio nel tempo in cui vivete quaggiù come stranieri.
    Voi sapete che non a prezzo di cose effimere, come argento e oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta, ereditata dai padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia.
    Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma negli ultimi tempi si è manifestato per voi; e voi per opera sua credete in Dio, che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria, in modo che la vostra fede e la vostra speranza siano rivolte a Dio.

    Parola di Dio.

    RispondiElimina
  2. Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Signore Gesù, facci comprendere le Scritture;
    arde il nostro cuore mentre ci parli. (Cf. Lc 24,32)

    Alleluia.

    Vangelo
    Lo riconobbero nello spezzare il pane.
    Dal Vangelo secondo Luca
    Lc 24,13-35

    Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
    Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l'hanno visto».
    Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
    Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l'un l'altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
    Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

    Parola del Signore.

    RispondiElimina
  3. OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO
    "Gesù è il nostro compagno di pellegrinaggio" Domenica, 26 aprile 2020

    Tante volte abbiamo sentito che il cristianesimo non è solo una dottrina, non è un modo di comportarsi, non è una cultura. Sì, è tutto questo, ma più importante e per primo, è un incontro. Una persona è cristiana perché ha incontrato Gesù Cristo, si è lasciata incontrare da Lui.

    Questo passo del Vangelo di Luca, ci racconta un incontro, in modo da far capire bene come agisce il Signore e come è il modo nostro di agire. Noi siamo nati con un seme di inquietudine. Dio ha voluto così: inquietudine di trovare pienezza, inquietudine di trovare Dio, tante volte anche senza sapere che noi abbiamo questa inquietudine. Il nostro cuore è inquieto, il nostro cuore ha sete: sete dell’incontro con Dio. Lo cerca, tante volte per strade sbagliate: si perde, poi torna, lo cerca… Dall’altra parte, Dio ha sete dell’incontro, a tal punto che ha inviato Gesù per incontrarci, per venire incontro a questa inquietudine.

    Come agisce Gesù? In questo passo del Vangelo (cfr Lc 24,13-35) vediamo bene che Lui rispetta, rispetta la nostra propria situazione, non va avanti. Soltanto, qualche volta, con i testardi, pensiamo a Paolo, quando lo butta giù dal cavallo. Ma di solito va lentamente, rispettoso dei nostri tempi. È il Signore della pazienza. Quanta pazienza ha il Signore con noi, con ognuno di noi!

    Il Signore cammina accanto a noi, come abbiamo visto qui con questi due discepoli. Ascolta le nostre inquietudini, le conosce, e a un certo punto ci dice qualcosa. Al Signore piace sentire come noi parliamo, per capirci bene e per dare la risposta giusta a quella inquietudine. Il Signore non accelera il passo, va sempre al nostro passo, tante volte lento, ma la sua pazienza è così.

    C’è un’antica regola dei pellegrini che dice che il vero pellegrino deve andare al passo della persona più lenta. E Gesù è capace di questo, lo fa, non accelera, aspetta che noi facciamo il primo passo. E quando è il momento, ci fa la domanda. In questo caso è chiaro: “Di cosa parlate voi?” (cfr v. 17). Si fa ignorante per farci parlare. A Lui piace che noi parliamo. Gli piace sentire questo, gli piace che noi parliamo così, per ascoltarci e rispondere, ci fa parlare. Come se facesse l’ignorante, ma con tanto rispetto. E poi risponde, spiega, fino al punto necessario. Qui ci dice: «“Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?”. E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a Lui» (v. 26). Spiega, fa chiarire. Io confesso che ho la curiosità di sapere come Gesù ha spiegato, per fare lo stesso. È stata una catechesi bellissima.

    E poi lo stesso Gesù che ci ha accompagnato, che ci ha avvicinato, fa finta di andare oltre, per vedere la misura della nostra inquietudine: “No, vieni, vieni, rimani un po’ con noi” (v. 29). E così si dà l’incontro. Ma l’incontro non è soltanto il momento dello spezzare il pane, qui, ma è tutto il cammino. Noi incontriamo Gesù nel buio dei nostri dubbi, anche nel dubbio brutto dei nostri peccati, Lui è lì per aiutarci, nelle nostre inquietudini… È sempre con noi.

    Il Signore ci accompagna perché ha voglia di incontrarci. Per questo diciamo che il nocciolo del cristianesimo è un incontro: è l’incontro con Gesù. “Perché tu sei cristiano? Perché tu sei cristiana?”. E tanta gente non sa dirlo. Alcuni, per tradizione. Altri non sanno dirlo, perché hanno incontrato Gesù, ma non si sono accorti che era un incontro con Gesù. Gesù sempre ci cerca. Sempre. E noi abbiamo la nostra inquietudine. Nel momento in cui la nostra inquietudine incontra Gesù, lì incomincia la vita della grazia, la vita della pienezza, la vita del cammino cristiano.
    Che il Signore dia a tutti noi questa grazia di incontrare Gesù tutti i giorni; di sapere, di conoscere proprio che Lui cammina con noi in tutti i nostri momenti. È il nostro compagno di pellegrinaggio

    RispondiElimina
  4. FAUSTI – Di questo episodio, preso da una tradizione secondaria, Luca fa una pagina esemplare per mostrarci come il Signore Risorto è presente ancora oggi nella nostra vita di credenti e come possiamo incontrarlo. I due pellegrini sono figura della Chiesa. Essa cambia cuore, volto e cammino
    quando, nella duplice mensa della Parola e del Pane , “sperimenta”il Vivente e si unisce alla proclamazione di fede di Pietro, dal quale “fu visto”.
    In questo racconto, in cui si passa dal “non riconoscere” al “riconoscere” il Signore Gesù, Luca rintraccia la sintesi di tutto il cammino proposto al suo lettore.
    Fin dall'inizio si era prefissato di far “riconoscere” a Teofilo la fondatezza della Parola in cui è stato istruito. E lo fa in due tappe successive , che corrispondono alle due parti del Vangelo : l'ascolto del Signore che annuncia la Parola e la visione del suo volto che culmina sulla croce.
    Centro della duplice catechesi è il mistero del Figlio dell'uomo morto e risorto, davanti al quale ogni uomo “è senza testa e lento di cuore nel credere”.
    Il senso di tutto il Vangelo , che Luca propone al credente, è quello di fargli “conoscere” bene Gesù, in modo che lo possa “riconoscere” senza scambiarlo per un altro! I due discepoli conoscono la Scrittura. Rifiutano però lo scandalo della Croce , ignorando che essa è la chiave per entrarvi e comprenderla. Il Signore morto e Risorto - di cui ci narra il Vangelo e facciamo memoria nell'Eucaristia – ci porta ad accogliere la storia di Gesù come realizzazione e spiegazione di tutto il disegno di salvezza.
    Possiamo anche noi, come le donne e come Pietro, andare in pellegrinaggio al sepolcro. Come loro, lo troviamo vuoto. Non è lì il Vivente. Ma non ci ha lasciati.
    Egli è per le strade del mondo , fin che il Suo Regno non sia compiuto.
    Lui, il Figlio unico, che dimora sempre presso il Padre, è uscito in cerca degli altri novantanove fratelli smarriti. Li segue, li incontra e si accompagna con loro, per trasformare il loro esilio da fuga in pellegrinaggio.
    La nostalgia – che pur rimane e si esprime nel desiderio . “Maranà tha” - da triste dolore per un presto ritorno sempre più improbabile, diventa corsa gioiosa verso la casa del Padre.
    Come ai due di Emmaus, Lui si fa vicino a tutti noi. Fa i nostri stessi passi sia di delusione che di speranza, sia di morte che di vita. Ci incontra nella nostra vicenda quotidiana di viandanti , associandosi al nostro cammino, ovunque andiamo. Non si allontana da noi , anche se noi ci stiamo allontanando da Lui. Il Figlio dell'uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto.
    Il nostro cuore è morto e raggelato. I nostri occhi, impossessati dalla paura, sono incapaci di riconoscerlo. Sono chiusi fin da quando, ai piedi dell'albero, la menzogna li aprì sulla nostra nudità. Ma ora Colui che fu appeso all'albero, ci scalda il cuore e ci schiarisce la vista.
    Lui in persona ci apre le Scritture e ci spalanca gli occhi. Anche se diventa invisibile, sappiamo che è entrato per rimanere con noi. Con la Sua forza compiamo il Santo viaggio, che ci mette in comunione di fede e di vita con i primi discepoli. Pure noi “riconosciamo” il Vivente.
    Da loro fu anche “visto”. Ma solo per un breve periodo, per fondare la fede loro e nostra. Questa è la sola differenza tra loro e noi. Per il resto identica è la via che porta a riconoscerlo e identica la forza che ne scaturisce. Sia coloro dai quali fu visto, sia tutti noi ai quali fu testimoniato, giungiamo a lui attraverso l'annuncio che Lo rivela Risorto, il ricordo della “Sua” parola e il “Suo” gesto di spezzare il Pane. La Parola e il Pane , con cui resta nel nostro spirito e nella nostra carne, sono il viatico della Chiesa, fino alla fine dei tempi.
    L'uomo diventa la Parola che ascolta, e vive del Pane che mangia.
    La Parola e il Corpo del Figlio ci assimilano a lui, donandoci il Suo stesso Spirito, che è la forza per vivere da figli del Padre e da fratelli tra di noi.

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.