[Nel giorno di Pentecoste,] Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò così: «Sappia con certezza tutta la casa d'Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso». All'udire queste cose si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?». E Pietro disse loro: «Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e riceverete il dono dello Spirito Santo. Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro». Con molte altre parole rendeva testimonianza e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa!». Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno furono aggiunte circa tremila persone.
Seconda Lettura
Dalla prima lettera di san Pietro apostolo 1Pt 2,20b-25
Carissimi, se, facendo il bene, sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio. A questo infatti siete stati chiamati, perché anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca; insultato, non rispondeva con insulti, maltrattato, non minacciava vendetta, ma si affidava a colui che giudica con giustizia. Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti. Eravate erranti come pecore, ma ora siete stati ricondotti al pastore e custode delle vostre anime.
VANGELO DEL GIORNO Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 10,1-10
In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza».
PAROLE DEL SANTO PADRE Gesù, pastore buono e porta delle pecore, è un capo la cui autorità si esprime nel servizio, un capo che per comandare dona la vita e non chiede ad altri di sacrificarla. Di un capo così ci si può fidare, come le pecore che ascoltano la voce del loro pastore perché sanno che con lui si va a pascoli buoni e abbondanti. Basta un segnale, un richiamo ed esse seguono, obbediscono, si incamminano guidate dalla voce di colui che sentono come presenza amica, forte e dolce insieme, che indirizza, protegge, consola e medica. (Regina Caeli 7 maggio 2017)
FAUSTI - AMEN, AMEN - Sono parole di rivelazione, con autorità divina.Gesù si rivolge ai farisei, pastori ciechi per illuminarli. Gesù rimprovera i capi del popolo, che gli stanno dinanzi, di non essere pastori : non entrano dalla porta.I capi del popolo hanno rubato a Dio il suo gregge : sono ladri. E sono briganti : opprimono ed esercitano violenza. Il pastore, a differenza dei ladri e dei briganti, entra per la porta, perché è di casa. Ai capi Gesù oppone se stesso come pastore legittimo e unico . il pastore è il Signore stesso (EZ. 34,11) e il suo Messia (EZ. 34, 23) che prende il suo posto, usurpato dai falsi pastori. A Lui il portiere apre, le Sue pecore ascoltano la Sua voce. Il pastore è riconosciuto come tale. Ogni uomo riconosce ed apre il suo cuore alla libertà, all'amore e alla vita, che sa ben distinguere dalla schiavitù, dall'egoismo e dalla morte. Il popolo oppresso riconosce chi gli propone una via d'uscita. L'ex cieco, che ha ascoltato il pastore, è stato espulso dal tempio ed è venuto alla luce. Anche Lazzaro udrà la sua voce e uscirà dalla tomba. Il popolo, in quanto oppresso, è sensibile alla voce della libertà . Quando si fa udire, l'ascolta volentieri. Come YHWH nell'esodo, Gesù guida il suo popolo verso la terra promessa. Le pecore lo seguono .Infatti è Lui stesso la via che conduce alla vita . Vive in pienezza l'amore del Padre e dei fratelli. I falsi pastori ci opprimono con subdola menzogna e, all'occorrenza , con violenza, terrore e paura ; il vero pastore ci rende liberi, capaci di amare e di servire , di sperare e di osare. Ognuno è in grado di sentire la differenza tra le due voci. Le pecore,davanti al ladro e al brigante, hanno un atteggiamento opposto a quello che hanno davanti al pastore. Il giudizio sulla verità del pastore è compiuto dalle pecore stesse, non dai sondaggi o dalle pressioni dei capi. Se segue cattivi maestri o pastori – il ventesimo secolo ci offrì straordinari esempi,diversi dai precedenti solo per la maggior capacità di nuocere; cosa ci riserverà il nuovo? - lo fa solo perchè è mentalmente clonato da chi detiene il potere e lo configura a propria immagine e somiglianza. L'uomo è oggi così estraniato da sé, che Dio pare sia l'unico estraneo. Ascoltiamo tutte le voci più strane, ma non quella della coscienza, siamo sedotti da qualunque mercante ci voglia comprare, ma non da Colui che ci ama di Amore Eterno. Gesù diceva che il ladro / brigante non passa dalla porta , ora dice : Io-sono la porta , attraverso la quale le pecore possono uscire in libertà e raggiungere la vita. Lui stesso, Parola diventata carne, è la Porta tra terra e cielo. La porta è dove il muro della prigione è rotto. Chi è chiuso dentro può uscire ; se non vuol uscire, brilla comunque ai suoi occhi la luce del giorno. La salvezza non è entrare nel tempio come pecore da macello, ma uscire con Lui per entrare in Lui, il Figlio, che ci dà la vita e in abbondanza. Egli è infatti l'intelligenza amorosa del Padre , salva la nostra umanità , aprendola alla luce della sua verità. Lui stesso è infatti il pascolo del gregge, il vero Pane di Vita (6,33-35) che soddisfa ogni fame e sete Ora GESU' fa vedere il suo modo di essere Pastore : espone la sua vita a favore delle pecore. Più avanti dirà anche che dispone e depone per loro la sua vita. E' la bellezza dell'amore che si mostra in azione!
KAROL WOJTYLA – Trittico Romano “In principio era il Verbo... e per mezzo di Lui tutto è stato fatto”, il tutto in cui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo - Il Verbo, lo stupendo Verbo – il Verbo Eterno, come un'invisibile soglia di tutto ciò che ha iniziato ad esistere, esiste ed esisterà. Come se il Verbo fosse la soglia.
La soglia del Verbo, in cui tutto era in modo invisibile, eterno e divino – dietro questa soglia iniziano gli eventi!
BENEDETTO XVI – IL PASTORE ( DA GESU' DI NAZARET) L'immagine del pastore, con cui Gesù presenta la Sua missione sia nei Sinottici che nel Vangelo di Giovanni, reca in sé una lunga storia. L'antefatto immediato del discorso figurato di Gesù si trova naturalmente nell'Antico testamento, in cui Dio stesso compare come Pastore d'Israele. Quest'immagine ha plasmato profondamente la pietà di Israele ed è diventata un messaggio di consolazione e di fiducia soprattutto nei periodi di calamità. Forse nel Salmo 23 è riassunta nel modo più bello questa pietà fiduciale : Il Signore è il mio pastore - “Se dovessi camminare in una valle oscura non temerei alcun male, perché Tu sei con me”. L'immagine di Dio Pastore viene sviluppata più estesamente in Ezechiele (Cap 34-37), la cui visione, recuperata con concretezza al presente, viene accolta nelle parabole sinottiche del pastore e nel discorso Giovanneo del pastore come profezia dell'attività di Gesù. Di fronte ai pastori egoisti, che Ezechiele incontra e denuncia nel suo tempo,il profeta annuncia la promessa che Dio stesso cercherà le Sue pecore e si occuperà di loro (34,13.15.16). Di fronte alla mormorazione dei farisei e degli scribi riguardo alla Sua convivialità con i peccatori, il Signore racconta la parabola delle 99 pecore rimaste nell'ovile e dell'unica smarrita, alla ricerca della quale si mette il pastore per poi caricarsela sulle spalle tutto contento e riportarla a casa. Con questa parabola Gesù dice ai Suoi avversari : non avete letto la Parola di Dio in Ezechiele ? Io faccio solo ciò che Dio come vero pastore ha annunciato : “Andrò in cerca delle pecore perdute e ricondurrò all'ovile quelle smarrite”... Possiamo qui ascoltare come risonanza , le Parole del Salmo 23 “Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce...Davanti a me tu prepari una mensa.. felicità e Grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita” . In modo ancora più immediato vi risuona il discorso del pastore di Ezechiele :”Le condurrò in ottime pasture e il loro ovile sarà sui monti alti d'Israele” (34,14). I Padri hanno scorto nei monti d'Israele e nelle pasture sulle loro vette, dove vi sono ombra ed acqua, un'immagine delle alture della Sacra Scrittura, del nutrimento dispensatore di Vita della Parola di Dio. L'uomo vive della verità e dell'essere amato, dell'essere amato dalla Verità. Ha bisogno di Dio, del Dio che gli si avvicina e gli spiega il senso della vita. Certo, l'uomo ha bisogno di pane, ha bisogno del nutrimento del corpo,ma nel più profondo ha bisogno soprattutto della Parola , dell'Amore, di Dio Stesso. Chi gli dà questo, gli dà “Vita in abbondanza”. E così libera anche le forze mediante le quali l'uomo può sensatamente plasmare la terra, può trovare per sé e per gli altri i beni che possiamo avere solo nella reciprocità.
LETTURA DEL GIORNO
RispondiEliminaPrima Lettura
Dagli Atti degli Apostoli
At 2,14.36-41
[Nel giorno di Pentecoste,] Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò così: «Sappia con certezza tutta la casa d'Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso». All'udire queste cose si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?». E Pietro disse loro: «Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e riceverete il dono dello Spirito Santo. Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro». Con molte altre parole rendeva testimonianza e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa!». Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno furono aggiunte circa tremila persone.
Seconda Lettura
Dalla prima lettera di san Pietro apostolo
1Pt 2,20b-25
Carissimi, se, facendo il bene, sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio. A questo infatti siete stati chiamati, perché anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca; insultato, non rispondeva con insulti, maltrattato, non minacciava vendetta, ma si affidava a colui che giudica con giustizia. Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti. Eravate erranti come pecore, ma ora siete stati ricondotti al pastore e custode delle vostre anime.
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 10,1-10
In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza».
PAROLE DEL SANTO PADRE
Gesù, pastore buono e porta delle pecore, è un capo la cui autorità si esprime nel servizio, un capo che per comandare dona la vita e non chiede ad altri di sacrificarla. Di un capo così ci si può fidare, come le pecore che ascoltano la voce del loro pastore perché sanno che con lui si va a pascoli buoni e abbondanti. Basta un segnale, un richiamo ed esse seguono, obbediscono, si incamminano guidate dalla voce di colui che sentono come presenza amica, forte e dolce insieme, che indirizza, protegge, consola e medica. (Regina Caeli 7 maggio 2017)
FAUSTI - AMEN, AMEN - Sono parole di rivelazione, con autorità divina.Gesù si rivolge ai farisei, pastori ciechi per illuminarli.
RispondiEliminaGesù rimprovera i capi del popolo, che gli stanno dinanzi, di non essere pastori : non entrano dalla porta.I capi del popolo hanno rubato a Dio il suo gregge : sono ladri.
E sono briganti : opprimono ed esercitano violenza.
Il pastore, a differenza dei ladri e dei briganti, entra per la porta, perché è di casa.
Ai capi Gesù oppone se stesso come pastore legittimo e unico . il pastore è il Signore stesso (EZ. 34,11)
e il suo Messia (EZ. 34, 23) che prende il suo posto, usurpato dai falsi pastori.
A Lui il portiere apre, le Sue pecore ascoltano la Sua voce.
Il pastore è riconosciuto come tale. Ogni uomo riconosce ed apre il suo cuore alla libertà, all'amore e alla vita, che sa ben distinguere dalla schiavitù, dall'egoismo e dalla morte.
Il popolo oppresso riconosce chi gli propone una via d'uscita.
L'ex cieco, che ha ascoltato il pastore, è stato espulso dal tempio ed è venuto alla luce.
Anche Lazzaro udrà la sua voce e uscirà dalla tomba.
Il popolo, in quanto oppresso, è sensibile alla voce della libertà .
Quando si fa udire, l'ascolta volentieri.
Come YHWH nell'esodo, Gesù guida il suo popolo verso la terra promessa.
Le pecore lo seguono .Infatti è Lui stesso la via che conduce alla vita .
Vive in pienezza l'amore del Padre e dei fratelli. I falsi pastori ci opprimono con subdola menzogna e, all'occorrenza , con violenza, terrore e paura ; il vero pastore ci rende liberi, capaci di amare e di servire , di sperare e di osare.
Ognuno è in grado di sentire la differenza tra le due voci.
Le pecore,davanti al ladro e al brigante, hanno un atteggiamento opposto a quello che hanno davanti al pastore. Il giudizio sulla verità del pastore è compiuto dalle pecore stesse, non dai sondaggi o dalle pressioni dei capi. Se segue cattivi maestri o pastori – il ventesimo secolo ci offrì straordinari esempi,diversi dai precedenti solo per la maggior capacità di nuocere; cosa ci riserverà il nuovo? - lo fa solo perchè è mentalmente clonato da chi detiene il potere e lo configura a propria immagine e somiglianza.
L'uomo è oggi così estraniato da sé, che Dio pare sia l'unico estraneo.
Ascoltiamo tutte le voci più strane, ma non quella della coscienza, siamo sedotti da qualunque mercante ci voglia comprare, ma non da Colui che ci ama di Amore Eterno.
Gesù diceva che il ladro / brigante non passa dalla porta , ora dice : Io-sono la porta , attraverso la quale le pecore possono uscire in libertà e raggiungere la vita.
Lui stesso, Parola diventata carne, è la Porta tra terra e cielo.
La porta è dove il muro della prigione è rotto. Chi è chiuso dentro può uscire ; se non vuol uscire,
brilla comunque ai suoi occhi la luce del giorno.
La salvezza non è entrare nel tempio come pecore da macello, ma uscire con Lui per entrare in Lui, il Figlio, che ci dà la vita e in abbondanza.
Egli è infatti l'intelligenza amorosa del Padre , salva la nostra umanità , aprendola alla luce della sua verità.
Lui stesso è infatti il pascolo del gregge, il vero Pane di Vita (6,33-35) che soddisfa ogni fame e sete
Ora GESU' fa vedere il suo modo di essere Pastore : espone la sua vita a favore delle pecore.
Più avanti dirà anche che dispone e depone per loro la sua vita.
E' la bellezza dell'amore che si mostra in azione!
KAROL WOJTYLA – Trittico Romano
RispondiElimina“In principio era il Verbo...
e per mezzo di Lui tutto è stato fatto”,
il tutto in cui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo -
Il Verbo, lo stupendo Verbo – il Verbo Eterno,
come un'invisibile soglia
di tutto ciò che ha iniziato ad esistere, esiste ed esisterà.
Come se il Verbo fosse la soglia.
La soglia del Verbo, in cui tutto era in modo invisibile,
eterno e divino – dietro questa soglia
iniziano gli eventi!
BENEDETTO XVI – IL PASTORE ( DA GESU' DI NAZARET)
RispondiEliminaL'immagine del pastore, con cui Gesù presenta la Sua missione sia nei Sinottici che nel Vangelo di Giovanni, reca in sé una lunga storia. L'antefatto immediato del discorso figurato di Gesù si trova naturalmente nell'Antico testamento, in cui Dio stesso compare come Pastore d'Israele.
Quest'immagine ha plasmato profondamente la pietà di Israele ed è diventata un messaggio di consolazione e di fiducia soprattutto nei periodi di calamità.
Forse nel Salmo 23 è riassunta nel modo più bello questa pietà fiduciale : Il Signore è il mio pastore - “Se dovessi camminare in una valle oscura non temerei alcun male, perché Tu sei con me”.
L'immagine di Dio Pastore viene sviluppata più estesamente in Ezechiele (Cap 34-37), la cui visione, recuperata con concretezza al presente, viene accolta nelle parabole sinottiche del pastore e nel discorso Giovanneo del pastore come profezia dell'attività di Gesù.
Di fronte ai pastori egoisti, che Ezechiele incontra e denuncia nel suo tempo,il profeta annuncia la promessa che Dio stesso cercherà le Sue pecore e si occuperà di loro (34,13.15.16).
Di fronte alla mormorazione dei farisei e degli scribi riguardo alla Sua convivialità con i peccatori, il Signore racconta la parabola delle 99 pecore rimaste nell'ovile e dell'unica smarrita, alla ricerca della quale si mette il pastore per poi caricarsela sulle spalle tutto contento e riportarla a casa.
Con questa parabola Gesù dice ai Suoi avversari : non avete letto la Parola di Dio in Ezechiele ? Io faccio solo ciò che Dio come vero pastore ha annunciato : “Andrò in cerca delle pecore perdute e ricondurrò all'ovile quelle smarrite”...
Possiamo qui ascoltare come risonanza , le Parole del Salmo 23 “Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce...Davanti a me tu prepari una mensa.. felicità e Grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita” . In modo ancora più immediato vi risuona il discorso del pastore di Ezechiele :”Le condurrò in ottime pasture e il loro ovile sarà sui monti alti d'Israele” (34,14). I Padri hanno scorto nei monti d'Israele e nelle pasture sulle loro vette, dove vi sono ombra ed acqua, un'immagine delle alture della Sacra Scrittura, del nutrimento dispensatore di Vita della Parola di Dio.
L'uomo vive della verità e dell'essere amato, dell'essere amato dalla Verità. Ha bisogno di Dio, del Dio che gli si avvicina e gli spiega il senso della vita. Certo, l'uomo ha bisogno di pane, ha bisogno del nutrimento del corpo,ma nel più profondo ha bisogno soprattutto della Parola , dell'Amore, di Dio Stesso. Chi gli dà questo, gli dà “Vita in abbondanza”. E così libera anche le forze mediante le quali l'uomo può sensatamente plasmare la terra, può trovare per sé e per gli altri i beni che possiamo avere solo nella reciprocità.