venerdì 20 novembre 2020

A - CRISTO RE DELL'UNIVERSO




 

3 commenti:



  1. O Padre, che hai posto il tuo Figlio come unico re e pastore
    di tutti gli uomini, per costruire nelle tormentate vicende della storia
    il tuo regno d'amore, alimenta in noi la certezza di fede, che un giorno,
    annientato anche l'ultimo nemico, la morte,
    egli ti consegnerà l'opera della sua redenzione,
    perché tu sia tutto in tutti.
    Egli è Dio, e vive e regna con te!

    Prima Lettura
    Voi siete mio gregge, io giudicherò tra pecora e pecora.
    Dal libro del profeta Ezechièle
    Ez 34,11-12.15-17

    Così dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine. Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all'ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia.
    A te, mio gregge, così dice il Signore Dio: Ecco, io giudicherò fra pecora e pecora, fra montoni e capri.

    Parola di Dio

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 22 (23)
    R. Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
    Il Signore è il mio pastore:
    non manco di nulla.
    Su pascoli erbosi mi fa riposare.
    Ad acque tranquille mi conduce. R.

    Rinfranca l'anima mia,
    mi guida per il giusto cammino
    a motivo del suo nome. R.

    Davanti a me tu prepari una mensa
    sotto gli occhi dei miei nemici.
    Ungi di olio il mio capo;
    il mio calice trabocca. R.

    Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
    tutti i giorni della mia vita,
    abiterò ancora nella casa del Signore
    per lunghi giorni. R.

    Seconda Lettura
    Consegnerà il regno a Dio Padre, perché Dio sia tutto in tutti.
    Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
    1Cor 15,20-26.2

    Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti.
    Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza.
    È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L'ultimo nemico a essere annientato sarà la morte.
    E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch'egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.

    Parola di Dio

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  2. Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Benedetto colui che viene
    nel nome del Signore!
    Benedetto il Regno che viene,
    del nostro padre Davide! (Mc 11,9.10)

    Alleluia.

    Vangelo
    Siederà sul trono della sua gloria e separerà gli uni dagli altri.
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 25,31-46

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria.
    Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
    Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi.
    Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?.
    E il re risponderà loro: In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.
    Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?. Allora egli risponderà loro: In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l'avete fatto a me.
    E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

    Parola del Signore

    PAROLE DEL SANTO PADRE

    Io ricordo che da bambino, quando andavo al catechismo ci insegnavano quattro cose: morte, giudizio, inferno o gloria. Dopo il giudizio c’è questa possibilità. ‘Ma, Padre, questo è per spaventarci…’. – ‘No, è la verità! Perché se tu non curi il cuore, perché il Signore sia con te e tu vivi allontanato dal Signore sempre, forse c’è il pericolo, il pericolo di continuare così allontanato per l’eternità dal Signore’. E’ bruttissimo questo!”. (Santa Marta 22 novembre 2016)

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  3.  FAUSTI - “Quanto faceste a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, lo faceste a me”, risponderà il Signore a chi chiederà, alla fine, quando mai l'ha visto. E il segno della Sua venuta è quello dei “ più piccoli di questi miei fratelli” con i quali Lui è sempre presente in mezzo a noi.
    Il giudizio che il Re farà di noi “allora” è lo stesso che noi facciamo ora al povero. In realtà siamo noi a giudicarlo, accogliendolo o respingendolo.
    Lui non farà altro che constatare ciò che noi facciamo . Alla fine leggerà ciò che noi liberamente abbiamo scritto.ce lo dice in anticipo, con una rappresentazione efficace, per aprirci gli occhi su ciò che stiam facendo ora.
    Il brano,splendido e unico, è una sintesi della teologia di Matteo, siamo giudicati in base a ciò che facciamo all'altro. Ogni altro è sempre l'Altro! Infatti il primo comandamento è uguale al secondo,(22,39) perchè il Signore stesso si è fatto nostro prossimo ed è sempre con noi (28,20) sotto il segno del Figlio dell'uomo : quello del Crocifisso, che ha il volto di tutti i poveri della terra.
    Il racconto pone al centro il Figlio dell'uomo, che si identifica con gli ultimi.
    Accoglierlo o meno significa accogliere o meno la salvezza.
    Il messaggio universale che se ne può ricavare è che ogni uomo è giudicato in base al suo amore per il piccolo e per il debole.Isolare il comando dell'amore verso l'ultimo dall'esperienza dell'amore di Dio che si è fatto ultimo, è farne un principio senza senso, un'ideologia incapace di generare un comportamento positivo.
    Il comando di amare il più piccolo è certamente il fondamento più ampio possibile di un agire che porti alla comunione tra gli uomini. Gesù pone effettivamente un criterio di azione che va al di là di ogni steccato religioso /ideologico.
    L'amore di Madre Teresa per i diseredati della terra è stato il linguaggio più universale e comprensibile che abbia parlato al mondo di oggi del mistero di Dio e dell'uomo.
    Nei più piccoli dei fratelli, il lettore cristiano vede il suo Re.
    In loro infatti continua la Passione del Signore per la salvezza del mondo. (Col,24).
    I poveri sono “i banchieri “ che fanno fruttare il nostro talento (v 27).
    L'amore che abbiamo verso l'altro è verso Dio . Mi realizzo come figlio vivendo da fratello.
    Tutta la legge infatti si riduce ad amare il Signore e il prossimo con lo stesso atto di amore, perchè Lui si è fatto mio prossimo e fratello nel Figlio.
    Chi non ama Dio e la Sua Parola, non ama i figli di Dio (1Gv 5,2).
    In conclusione possiamo dire che il giudizio finale, come tutto il discorso escatologico, ci rimanda dal futuro al presente. L'etica si fonda sull'escatologia.
    L'uomo è tale perchè agisce ragionevolmente, per un fine che desidera.
    Il fine dell'uomo è diventare come Dio.
    L'errore di Adamo non è il voler diventare come Lui, ma il non sapere chi è Lui.
    Si diventa come Dio amando, perché Lui è Amore!
    Gesù è sempre con noi, come i poveri, come il più piccolo tra i fratelli.
    La Chiesa, nel suo amore per l'ultimo, ama il Suo Signore, e sa che non è Lei a salvare il povero, ma il povero a salvare Lei.

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