giovedì 21 maggio 2020

A - ASCENSIONE

3 commenti:

  1. Prima lettura

    Dagli Atti degli Apostoli
    At 1,1-11

    Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo. Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l'adempimento della promessa del Padre, «quella - disse - che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo». Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra». Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand'ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo».



    Seconda lettura

    Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
    Ef 1,17-23

    Fratelli, il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi, che crediamo, secondo l'efficacia della sua forza e del suo vigore. Egli la manifestò in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, al di sopra di ogni Principato e Potenza, al di sopra di ogni Forza e Dominazione e di ogni nome che viene nominato non solo nel tempo presente ma anche in quello futuro. Tutto infatti egli ha messo sotto i suoi piedi e lo ha dato alla Chiesa come capo su tutte le cose: essa è il corpo di lui, la pienezza di colui che è il perfetto compimento di tutte le cose.

    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 28,16-20

    In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Esorto tutti a vivere la gioia della missione testimoniando il Vangelo negli ambienti in cui ciascuno vive e opera. Al tempo stesso, siamo chiamati a sostenere con l’affetto, l’aiuto concreto e la preghiera i missionari partiti per annunciare Cristo a quanti ancora non lo conoscono.(Angelus, 22 ottobre 2017)

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  2. FAUSTI -Il brano offre una visione sintetica di tutto il libro di Matteo. Come il finale di una sinfonia, riprende e fonde in un'unica armonia i temi sviluppati nel suo Vangelo.
    Il testo è rivolto ai lettori perché facciano anche loro l'esperienza dei primi discepoli
    Devono recarsi in Galilea, “sul monte” indicato loro da Gesù. Lì Lo vedono e Lo adorano. Fa parte dell'incontro pure il dubbio , di cui la fede rappresenta il superamento. Chi si reca sul monte conosce “il Figlio” e gli è conferito il Suo stesso potere. E' quello di farsi fratello di tutti , perché ogni uomo sia immerso nell'unico Amore del Padre e del Figlio, che abilita a fare quanto Gesù ha ordinato. In questo modo Lui è il Dio-con -noi, per condurre il mondo al suo compimento. Il Suo essere con noi rende possibile il nostro essere con Lui. Il Nazoreo,, Crocifisso e Risorto, è presente tutti i giorni . Ci viene incontro ogni giorno e ogni ora in cui, con fedeltà e saggezza, ascoltiamo e facciamo quanto Lui ha fatto e detto. La sua Ascensione - esaltazione della sua umanità alla dignità del Figlio di Dio – è certezza di benedizione per ogni uomo. In Lui vediamo la speranza alla quale siamo stati chiamati , il tesoro di gloria che racchiude la nostra eredità. (Ef 1,18).
    In Gesù che ascende al cielo conosciamo compiutamente il mistero dell'uomo e del suo corpo.
    Sappiamo da dove viene perché vediamo dove va : viene dal Padre della luce , e a Lui ritorna.
    La nostra vita non è più sospesa nel nulla ; ha trovato il suo principio e il suo fine.
    Gesù non ci lascia orfani e senza patria. Proprio con il suo distare ci indica il Padre e la sua casa , dove Lui ci ha preceduto. La nostra patria è nei cieli e la nostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio. In Lui anche noi siamo già risorti , fatti sedere nei cieli e glorificati. (Fil.3,20).
    Dove è il nostro tesoro, lì è anche il nostro cuore, e dove è il nostro cuore, lì saremo anche noi.
    Il comandamento dell'amore è la via per raggiungerlo.
    Ora conosciamo finalmente chi cerchiamo e come trovarlo.
    Per questo i discepoli son colmi di gioia ! Il Signore, ascendendo in alto, ha compiuto i più grandi prodigi in nostro favore. Ha distrutto la schiavitù che ci separa dalla patria del desiderio, vincendo la nostra morte e dando se stesso come senso della nostra vita ; ha distribuito tutti i suoi doni, offrendoci il suo Spirito e la possibilità di vivere la sua vita.Ora siamo liberi, simili a Lui e vediamo in Lui chi siamo noi :figli nel Figlio, fatti finalmente adulti e responsabili, possiamo testimoniare e annunciare ai fratelli l'Amore del Padre, continuando a fare e insegnare fino agli estremi confini della terra quanto Lui cominciò a fare e insegnare dalla Galilea a Gerusalemme.
    “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli” dice Gesù agli undici. Terminata la Sua missione, quelli che L'hanno accolto cominciano il loro cammino. E' il Suo stesso di Figlio, che testimonia l'Amore del Padre ai fratelli che ancora non Lo conoscono. Chi, in Lui, ha scoperto il proprio nome di figlio, lo realizza, come Lui, andando verso i fratelli, fino a che il Nome del Padre sia santificato su tutta la terra .Il tempo è un cammino, la cui meta è essere con Colui che da sempre e per sempre è-con-noi. Ciò sarà quando, attraverso la testimonianza dei discepoli, tutti diventeremo figli e fratelli.
    “Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo”(Ef 1,3).
    Alla fine del Vangelo Gesù ci dà la sua benedizione.
    Ci benedice due volte : di continuo e per sempre.
    Il suo bene-dire è un bene-dare. E' infatti il Figlio, Parola perfetta del Padre, che adoriamo uguale a Lui nella santità e misericordia.
    In Lui possiamo finalmente lodare Dio.
    Raggiungiamo il fine per cui siamo stati creati :
    gioiamo della stessa gioia di Dio, di Dio stesso che è gioia.
    Gioiamo di Lui come Lui gioisce di noi.

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  3. P. E. Ronchi - I discepoli sono tornati in Galilea, su quel monte che conoscevano bene. Quando lo videro, si prostrarono. Gesù lascia la terra con un bilancio deficitario: gli sono rimasti soltanto undici uomini impauriti e confusi, e un piccolo nucleo di donne coraggiose e fedeli. Lo hanno seguito per tre anni sulle strade di Palestina, non hanno capito molto ma lo hanno amato molto.
    E ci sono tutti all’appuntamento sull’ultima montagna. Questa è la sola garanzia di cui Gesù ha bisogno. Ora può tornare al Padre, rassicurato di essere amato, anche se non del tutto capito. Adesso sa che nessuno di quegli uomini e di quelle donne lo dimenticherà. Essi però dubitarono…
    Gesù compie un atto di enorme, illogica fiducia in persone che dubitano ancora. Non rimane ancora un po’, per spiegare meglio, per chiarire i punti oscuri. Ma affida il suo messaggio a gente che dubita ancora. Non esiste fede vera senza dubbi. I dubbi sono come i poveri, li avremo sempre con noi. Ma se li interroghi con coraggio, da apparenti nemici diverranno dei difensori della fede, la proteggeranno dall’assalto delle risposte superficiali e delle frasi fatte.
    Gesù affida il mondo sognato alla fragilità degli Undici, e non all’intelligenza di primi della classe; affida la verità ai dubitanti, chiama i claudicanti ad andare fino agli estremi della terra, ha fede in noi che non abbiamo fede salda in lui.
    A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra…
    Andate dunque. Quel dunque è bellissimo: dunque il mio potere è vostro; dunque ogni cosa mia e anche vostra: dunque sono io quello che vive in voi e vi incalza. Dunque, andate. Fate discepoli tutti i popoli…
    Con quale scopo? Arruolare devoti, rinforzare le fila?
    No, ma per un contagio, un’epidemia di vita e di nascite.
    E poi le ultime parole, il testamento: Io sono con voi, tutti i giorni, fino alla fine del mondo. Con voi, sempre, mai soli.
    Cosa sia l’Ascensione lo capiamo da queste parole.
    Gesù non è andato lontano o in alto, in qualche angolo remoto del cosmo, ma si è fatto più vicino di prima. Se prima era insieme con i discepoli, ora sarà dentro di loro. Non è andato al di là delle nubi, ma al di là delle forme.
    È asceso nel profondo delle cose, nell’intimo del creato e delle creature, e da dentro preme verso l’alto come forza ascensionale verso più luminosa vita:
    «Il Risorto avvolge misteriosamente le creature e le orienta a un destino di pienezza.
    Gli stessi fiori del campo e gli uccelli che egli contemplò ammirato con i suoi occhi umani, ora sono pieni della sua presenza luminosa» ( Papa Francesco -Laudato si’, 100).
    Chi sa sentire e godere questo mistero,
    cammina sulla terra come dentro un tabernacolo,
    dentro un battesimo infinito.

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