sabato 4 gennaio 2020

A - 2 DOMENICA DI NATALE


2 commenti:

  1. del Giorno

    Prima Lettura

    Dal libro del Siràcide
    Sir 24,1-4.12-16, NV 24,1-4.12-16

    La sapienza fa il proprio elogio,
    in Dio trova il proprio vanto,
    in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria.
    Nell'assemblea dell'Altissimo apre la bocca,
    dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria,
    in mezzo al suo popolo viene esaltata,
    nella santa assemblea viene ammirata,
    nella moltitudine degli eletti trova la sua lode
    e tra i benedetti è benedetta, mentre dice:
    «Allora il creatore dell'universo mi diede un ordine,
    colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda e mi disse:
    "Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele,
    affonda le tue radici tra i miei eletti" .
    Prima dei secoli, fin dal principio,
    egli mi ha creato, per tutta l'eternità non verrò meno.
    Nella tenda santa davanti a lui ho officiato
    e così mi sono stabilita in Sion.
    Nella città che egli ama mi ha fatto abitare
    e in Gerusalemme è il mio potere.
    Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso,
    nella porzione del Signore è la mia eredità,
    nell'assemblea dei santi ho preso dimora».



    Seconda Lettura

    Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini
    Ef 1,3-6.15-18

    Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
    che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
    In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
    per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
    predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo,
    secondo il disegno d'amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia,
    di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.

    Perciò anch'io [Paolo], avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell'amore che avete verso tutti i santi, continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi.
    Vangelo del Giorno

    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 1,1-18

    [ In principio era il Verbo,
    e il Verbo era presso Dio
    e il Verbo era Dio.
    Egli era, in principio, presso Dio:
    tutto è stato fatto per mezzo di lui
    e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
    In lui era la vita
    e la vita era la luce degli uomini;
    la luce splende nelle tenebre
    e le tenebre non l'hanno vinta. ]
    Venne un uomo mandato da Dio:
    il suo nome era Giovanni.
    Egli venne come testimone
    per dare testimonianza alla luce,
    perché tutti credessero per mezzo di lui.
    Non era lui la luce,
    ma doveva dare testimonianza alla luce.
    [ Veniva nel mondo la luce vera,
    quella che illumina ogni uomo.
    Era nel mondo
    e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
    eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
    Venne fra i suoi,
    e i suoi non lo hanno accolto.
    A quanti però lo hanno accolto
    ha dato potere di diventare figli di Dio:
    a quelli che credono nel suo nome,
    i quali, non da sangue
    né da volere di carne
    né da volere di uomo,
    ma da Dio sono stati generati.
    E il Verbo si fece carne
    e venne ad abitare in mezzo a noi;
    e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
    gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre,
    pieno di grazia e di verità. ]
    Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
    «Era di lui che io dissi:
    Colui che viene dopo di me
    è avanti a me,
    perché era prima di me».
    Dalla sua pienezza
    noi tutti abbiamo ricevuto:
    grazia su grazia.
    Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
    la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
    Dio, nessuno lo ha mai visto:
    il Figlio unigenito, che è Dio
    ed è nel seno del Padre,
    è lui che lo ha rivelato.
    Parole del Santo Padre

    È l’invito della santa Madre Chiesa ad accogliere questa Parola di salvezza, questo mistero di luce. Se lo accogliamo, se accogliamo Gesù, cresceremo nella conoscenza e nell’amore del Signore, impareremo ad essere misericordiosi come Lui. (Angelus, 3 gennaio 2016)


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  2. S. FAUSTI - “Dio nessuno l'ha mai visto : il Figlio Unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è Lui che lo ha rivelato”
    Nessuno L'ha mai visto, perchè, fin dall'inizio Adamo gli ha voltato le spalle. Non abbiamo di Lui nessuna immagine, perchè l'unica sua immagine e somiglianza siamo noi, se stiamo davanti a Lui. E' Lui il nostro 'luogo naturale' . Altrove siamo fuori posto, doloranti come un osso slogato, estranei a noi stessi e a tutto. Gesù Cristo, l'Unigenito Dio, che è verso il seno del Padre, con le Sue Opere e Parole, con la Sua Vita e Morte, ci ha mostrato Dio, sino a dire : “Chi ha visto me, ha visto il Padre” (14,9).
    E' infatti la Parola, che per questo è diventata “carne”.
    L'inizio del Vangelo di Giovanni ci porta, con un colpo d'ala, sopra lo spazio e oltre il tempo, al di là di ogni creatura, per mostrarci chi è Gesù, l'uomo abilitato a pieno titolo a narrarci l'invisibile.
    Con sorpresa scopriamo che Colui che amava chiamarsi Figlio dell'uomo e si proclamò Figlio di Dio, è la Parola che da sempre è presso il Padre ed è Dio.
    Essa, testimoniata da sapienti e profeti e mai conosciuta, divenne carne in Gesù, per rivelarci e donarci la sua stessa gloria di Unigenito dal Padre, in modo che , in Lui, possiamo scoprire di essere figli di Dio.
    Il prologo è come l'inizio di una sinfonia, in cui si preludono i motivi.

    ...Si tratta di un inno alla Parola , Luce e Vita di tutto, dove ciò che si dice apre alle armonie dell'indicibile.
    Le sue radici, più che nella tradizione greca, pur presente all'autore, affondano nell'Antico Testamento, in quei testi che cantano la Parola e la Sapienza creatrice, personificazioni di Dio all'opera nella natura e nella storia.
    Leggendo questo inno si ha l'impressione di essere trasportati a volo d'aquila verso un luogo elevatissimo eppure domestico, quasi fosse il nostro nido, dove ci sentiamo a nostro agio, come a casa.
    E' infatti nella Parola rivolta al Padre che troviamo la nostra patria : il Padre stesso...
    Ciò che il Prologo dice è sufficientemente chiaro. L'inizio parla del Logos presso Dio e del Suo ruolo nella creazione e nella redenzione ; il centro del Suo diventare Carne in Gesù , il finale del Suo narrarci il Padre.

    Accostandosi a questo testo, si ha l'impressione di aggirarsi ai piedi di un massiccio altissimo, che va oltre le nubi, oltre il cielo stesso.
    E' una montagna inaccessibile . È il Dio ignoto, la Gloria invisibile, il Nome ineffabile.
    Ci coglie un senso di stupore infinito, di vertigine abissale .
    Ma ci colma subito di gioia il fatto che il monte è sceso a noi, l'indicibile è la Parola, la Gloria ha il volto del Figlio dell'uomo,
    il Nome si chiama Gesù.
    Tutto il Vangelo esporrà e offrirà il dono di sé che Dio ci fa nella carne del Figlio, nella quale vediamo la Gloria di cui siamo il riflesso. Quando conosceremo come siamo da Lui conosciuti – allora Lo vedremo faccia a faccia ; il nostro volto risplenderà della Sua Luce e saremo simili a Lui, perchè Lo vedremo così come Egli è (1Gv 3,2).

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