venerdì 10 febbraio 2017

A - 6 DOM.T.O.



2 commenti:

  1. S. FAUSTI – Gesù è venuto a liberarci dalla schiavitù della legge, non abolendola - sarebbe stravolgere il bene in male e viceversa – bensì compiendola, e in modo superiore, divino.
    Gesù non è la fine, bensì il fine della legge e dei profeti : non l'abolizione, ma il compimento.
    Vive infatti la parola data a Mosè e richiamata dai profeti : è il Figlio che compie la volontà del Padre. La Chiesa non annuncia la legge, ma il Vangelo.
    Essa annuncia la buona notizia della “giustizia eccessiva “ del Figlio, che ama come il Padre.
    Non per questo trasgredisce la legge. L'amore infatti non fa male a nessuno . Pieno compimento della legge è l'amore (Rom 13,10). E' la “legge di libertà” propria dei figli (Gc 2,12).
    “Io però vi dico” , dice Gesù dichiarando la giustizia “eccessiva” del Figlio che fa entrare nel Regno del Padre. Norma del Suo agire è diventare come il Padre..
    Sii ciò che sei : sei figlio, sii dunque figlio, uguale al Padre che ama tutti.
    Il discorso sulla montagna rilegge, sotto questa luce, le nostre relazioni con i fratelli.
    Seguiranno l'esposizione dei” tre pilastri del mondo” - l'elemosina, la preghiera, il digiuno – (c.6)
    e una sezione di lunghezza pari a questa , che esamina la nostra relazione col Padre., per terminare con il comando dell'amore, sintesi “della legge e dei profeti”, che fa da inclusione a tutto il discorso (5,17). Questo brano è strutturato su sei antitesi . “fu detto/io però vi dico”.
    In realtà non sono antitesi : Gesù non propone una legge diversa , “Non sono venuto ad abolire, ma a compiere la legge e i profeti”.
    La legge non è nuova, ma antica. Il compimento però è nuovo nessuno mai l'ha proposta e osservata mai in questo modo (che è quello del Figlio).
    Principio della giustizia infatti è l'amore del Padre.
    Gesù parla con autorità pari a Colui che diede le 10 Parole.
    “Io però vi dico”, non contraddice quanto è stato detto, ma lo chiarisce, lo modifica in ciò che suona concessione, e passa dalle semplici azioni ai desideri del cuore, da cui tutto promana.
    Ma ciò che dice non è un'imposizione legalistica, ancor più severa della precedente, che giudica non solo le azioni,ma addirittura le intenzioni.
    E' invece la “buona notizia” di ciò che Dio opera in noi mediante queste stesse Parole , che hanno l'autorità di compiere ciò per cui sono mandate.
    Vanno quindi intese non come “un codice” di leggi bellissime, ma disumane, divinamente impossibili, bensì come “rivelazione” e dono della vita stessa di Dio per noi.
    Alla luce del Regno del Padre, proclamato nelle beatitudini, si rivedono ora i rapporti com gli altri e con l'Altro.
    Le due tavole del Decalogo vanno rivisitate con il cuore nuovo del Figlio.
    “Voi” che avete la sapienza delle Beatitudini, siete sale della terra e luce del mondo proprio perchè vivete con gli altri da fratelli, che conoscono il Padre comune.

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  2. CANTO AL VANGELO
    Alleluia, alleluia.
    Apri, Signore, il nostro cuore
    e accoglieremo le parole del Figlio tuo.
    Alleluia.

    VANGELO (Mc 7,31-37)
    Fa udire i sordi e fa parlare i muti.
    + Dal Vangelo secondo Marco
    In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
    Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano.
    Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!».
    E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
    E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

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