venerdì 20 ottobre 2023

A - 29 DOMENICA T.O.




 

3 commenti:

  1. Antifona
    Io t’invoco, o Dio, poiché tu mi rispondi;
    tendi a me l’orecchio, ascolta le mie parole.
    Custodiscimi come pupilla degli occhi,
    all’ombra delle tue ali nascondimi. (Sal 16,6.8)

    Gloria.

    Dio onnipotente ed eterno,
    donaci di orientare sempre a te la nostra volontà
    e di servirti con cuore sincero.
    O Padre, sul palmo della tua mano
    sta scritto il nome di ogni tuo figlio:
    fa’ che nel misterioso intrecciarsi
    delle libere volontà degli uomini
    nessuna autorità abusi della propria forza
    e ogni potere si ponga sempre
    a servizio del bene di tutti.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Credo.

    Prima Lettura
    Ho preso Ciro per la destra per abbattere davanti a lui le nazioni.
    Dal libro del profeta Isaìa
    Is 45,1.4-6

    Dice il Signore del suo eletto, di Ciro:
    «Io l'ho preso per la destra,
    per abbattere davanti a lui le nazioni,
    per sciogliere le cinture ai fianchi dei re,
    per aprire davanti a lui i battenti delle porte
    e nessun portone rimarrà chiuso.
    Per amore di Giacobbe, mio servo,
    e d'Israele, mio eletto,
    io ti ho chiamato per nome,
    ti ho dato un titolo, sebbene tu non mi conosca.
    Io sono il Signore e non c'è alcun altro,
    fuori di me non c'è dio;
    ti renderò pronto all'azione, anche se tu non mi conosci,
    perché sappiano dall'oriente e dall'occidente
    che non c'è nulla fuori di me.
    Io sono il Signore, non ce n'è altri».

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 95 (96)
    R. Grande è il Signore e degno di ogni lode.
    Cantate al Signore un canto nuovo,
    cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
    In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
    a tutti i popoli dite le sue meraviglie. R.

    Grande è il Signore e degno di ogni lode,
    terribile sopra tutti gli dèi.
    Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla,
    il Signore invece ha fatto i cieli. R.

    Date al Signore, o famiglie dei popoli,
    date al Signore gloria e potenza,
    date al Signore la gloria del suo nome.
    Portate offerte ed entrate nei suoi atri. R.

    Prostratevi al Signore nel suo atrio santo.
    Tremi davanti a lui tutta la terra.
    Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
    Egli giudica i popoli con rettitudine. R.

    Seconda Lettura
    Mémori della vostra fede, della carità e della speranza.
    Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
    1Ts 1,1-5b

    Paolo e Silvano e Timòteo alla Chiesa dei Tessalonicési che è in Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo: a voi, grazia e pace.
    Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presenti l'operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, davanti a Dio e Padre nostro.
    Sappiamo bene, fratelli amati da Dio, che siete stati scelti da lui. Il nostro Vangelo, infatti, non si diffuse fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con la potenza dello Spirito Santo e con profonda convinzione.

    Parola di Dio.
    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Risplendete come astri nel mondo,
    tenendo salda la parola di vita. (Fil 2,15d.16a)

    Alleluia.

    Vangelo
    Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio.
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 22,15-21

    In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di' a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?».
    Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l'iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare».
    Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».

    Parola del Signore.

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  2. PAPA FRANCESCO

    ANGELUS18 ottobre 2020
    Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

    Il Vangelo di questa domenica ( Mt 22,15-21) ci mostra Gesù alle prese con l’ipocrisia dei suoi avversari. Essi gli fanno tanti complimenti – all’inizio, tanti complimenti – ma poi pongono una domanda insidiosa per metterlo in difficoltà e screditarlo davanti al popolo. Gli chiedono: «È lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?» (v. 17), cioè pagare le tasse a Cesare. A quel tempo, in Palestina, la dominazione dell’impero romano era mal tollerata – e si capisce, erano degli invasori – anche per motivi religiosi. Per la popolazione, il culto dell’imperatore, sottolineato anche dalla sua immagine sulle monete, era un’ingiuria al Dio d’Israele. Gli interlocutori di Gesù sono convinti che non ci sia un’alternativa alla loro interrogazione: o un “sì” o un “no”. Stavano aspettando, proprio perché con questa domanda erano sicuri di mettere Gesù all’angolo e farlo cadere nel tranello. Ma Egli conosce la loro malizia e si svincola dal trabocchetto. Chiede loro di mostrargli la moneta, la moneta delle tasse, del tributo, la prende tra le mani e domanda di chi sia l’immagine impressa. Quelli rispondono che è di Cesare, cioè dell’imperatore. Allora Gesù replica: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio» (v. 21).

    Con questa risposta, Gesù si pone al di sopra della polemica. Gesù, sempre al di sopra. Da una parte, riconosce che il tributo a Cesare va pagato – anche per tutti noi, le tasse vanno pagate – perché l’immagine sulla moneta è la sua; ma soprattutto ricorda che ogni persona porta in sé un’altra immagine – la portiamo nel cuore, nell’anima –: quella di Dio, e pertanto è a Lui, e a Lui solo, che ognuno è debitore della propria esistenza, della propria vita.

    In questa sentenza di Gesù si trova non solo il criterio della distinzione tra sfera politica e sfera religiosa, ma emergono chiari orientamenti per la missione dei credenti di tutti i tempi, anche per noi oggi. Pagare le tasse è un dovere dei cittadini, come anche l’osservanza delle leggi giuste dello Stato. Al tempo stesso, è necessario affermare il primato di Dio nella vita umana e nella storia, rispettando il diritto di Dio su ciò che gli appartiene.

    Da qui deriva la missione della Chiesa e dei cristiani: parlare di Dio e testimoniarlo agli uomini e alle donne del proprio tempo. Ognuno di noi, per il Battesimo, è chiamato ad essere presenza viva nella società, animandola con il Vangelo e con la linfa vitale dello Spirito Santo. Si tratta di impegnarsi con umiltà, e al tempo stesso con coraggio, portando il proprio contributo all’edificazione della civiltà dell’amore, dove regnano la giustizia e la fraternità.

    Maria Santissima aiuti tutti a fuggire ogni ipocrisia e ad essere cittadini onesti e costruttivi. E sostenga noi discepoli di Cristo nella missione di testimoniare che Dio è il centro e il senso della vita.

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  3. FAUSTI - “Ciò che è di Cesare a Cesare e ciò che è di Dio a Dio”, risponde Gesù alla domanda trappola che gli hanno fatto. Qualunque risposta “scontata “avesse dato , si sarebbe tirato la zappa sui piedi. Se avesse detto che bisognava pagare il tributo agli oppressori romani, si sarebbe messo contro il popolo : se avesse detto di non pagare , si sarebbe messo contro l'autorità.
    La Sua risposta non è un modo elegante di eludere la domanda.
    Sposta invece il problema ad un altro livello.
    Che cosa significa dare a Cesare ciò che è suo e a Dio ciò che gli spetta?
    In che rapporto sta il potere dell' “asina” con quello dei “carri e dei cavalli” , il potere del Figlio dell'uomo con quello dei potenti del mondo? Cosa spetta a Cesare se tutto è di Dio?
    E' importante tenere presenti due cose.
    Primo : Dio non esautora l'uomo dalle sue responsabilità, ne è invece l'origine.
    Secondo : il Suo potere non entra in concorrenza con il nostro .
    È dono, amore, servizio, non appropriazione, violenza e dominio.
    Il Dio d'Israele è molto diverso dai re di questa terra, e così vuole che siano i Suoi figli.
    Già fin dall'inizio prende le difese di Abele :il più debole ha ragione, non il più forte . Ma anche Caino è suo figlio, e sarà protetto dalla sua stessa violenza, finchè durerà il potere della violenza.
    Il cristiano riconosce l'autorità civile, e la rispetta con lealtà in ciò che fa di bene, organizzando la convivenza degli uomini. Il suo servizio è da Dio,anche se il modo non lo è proprio.
    Ma non si faccia illusioni Cesare , il cristiano non è mai un alleato del potere, ma solo dell'uomo.
    Quando il potere si propone come assoluto e impone un gioco contro coscienza, troverà il rifiuto.
    Oggi questo si avvera, più che con persone, con un sistema di consenso che l'immagine sulla moneta, simulacro della bestia, ottiene da tutti, grazie alla tecnologia, che lo rende onninvasivo e onnidistruttivo ; soprattutto delle stesse coscienze, alle quali toglie avvertenza e libertà.
    Quando piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi devono avere il marchio della bestia sulla fronte e sulla mano per accedere al mercato, è il momento della resistenza e della testimonianza, della perseveranza e del martirio.
    “Ciò che è di Dio a Dio “ tutto è di Dio.
    Non nel senso che Lui se ne appropria, ma che lo dona a tutti. Per questo è Dio!
    Il Suo potere lo conosce il Figlio, Colui che ha verso i fratelli lo stesso atteggiamento di amore e di rispetto che il Padre ha verso di Lui. E' un potere di mitezza, dono e servizio . Convive con il potere di violenza , possesso e dominio, e lo vince senza combatterlo, come la luce vince la tenebra, il dono la rapina, l'amore l'egoismo.
    La trappola che hanno teso a Lui, è in realtà la trappola nella quale loro stessi si trovano.
    Alla fine si forgeranno le spade in vomeri e le lance in falci (Is2,4) .
    Non ci sarà più violenza e regnerà l'armonia con tutto e tra tutti (Is 11,6-9).
    La nostra storia, prima di giungere alla vittoria sul male, sarà sempre segnata dalla Croce del Giusto. Ma qui, già ora, sta la vita eterna : essere figlio che vive da fratello.
    Dare a Dio ciò che è di Dio significa vivere la libertà e la fraternità possibili qui e ora.
    Le condizioni più impossibili portano alla testimonianza più pura e assoluta : il martirio.
    Lo Spirito ci suggerirà, di volta in volta, cosa dire e fare.
    Allora sapremo cosa dare o non dare a Cesare.

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