martedì 29 novembre 2022

A - 2 DOMENICA AVVENTO


 

6 commenti:

  1. Antifona
    Popolo di Sion, il Signore verrà a salvare le genti
    e farà udire la sua voce maestosa
    nella letizia del vostro cuore. ( Is 30,19.30)


    Dio grande e misericordioso,
    fa’ che il nostro impegno nel mondo
    non ci ostacoli nel cammino verso il tuo Figlio,
    ma la sapienza che viene dal cielo
    ci guidi alla comunione
    con il Cristo, nostro Salvatore.
    Egli è Dio, e vive e regna con te.
    O Padre, che hai fatto germogliare
    sulla terra il Salvatore
    e su di lui hai posto il tuo Spirito,
    suscita in noi gli stessi sentimenti di Cristo,
    perché portiamo frutti di giustizia e di pace.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Giudicherà con giustizia i miseri.
    Dal libro del profeta Isaìa
    Is 11,1-10

    In quel giorno,
    un germoglio spunterà dal tronco di Iesse,
    un virgulto germoglierà dalle sue radici.
    Su di lui si poserà lo spirito del Signore,
    spirito di sapienza e d'intelligenza,
    spirito di consiglio e di fortezza,
    spirito di conoscenza e di timore del Signore.

    Si compiacerà del timore del Signore.
    Non giudicherà secondo le apparenze
    e non prenderà decisioni per sentito dire;
    ma giudicherà con giustizia i miseri
    e prenderà decisioni eque per gli umili della terra.
    Percuoterà il violento con la verga della sua bocca,
    con il soffio delle sue labbra ucciderà l'empio.
    La giustizia sarà fascia dei suoi lombi
    e la fedeltà cintura dei suoi fianchi.

    Il lupo dimorerà insieme con l'agnello;
    il leopardo si sdraierà accanto al capretto;
    il vitello e il leoncello pascoleranno insieme
    e un piccolo fanciullo li guiderà.
    La mucca e l'orsa pascoleranno insieme;
    i loro piccoli si sdraieranno insieme.
    Il leone si ciberà di paglia, come il bue.
    Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera;
    il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso.
    Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno
    in tutto il mio santo monte,
    perché la conoscenza del Signore riempirà la terra
    come le acque ricoprono il mare.

    In quel giorno avverrà
    che la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli.
    Le nazioni la cercheranno con ansia.
    La sua dimora sarà gloriosa.

    Parola di Dio.


    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 71 (72)
    Vieni, Signore, re di giustizia e di pace.
    O Dio, affida al re il tuo diritto,
    al figlio di re la tua giustizia;
    egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
    e i tuoi poveri secondo il diritto. R.

    Nei suoi giorni fiorisca il giusto
    e abbondi la pace,
    finché non si spenga la luna.
    E dòmini da mare a mare,
    dal fiume sino ai confini della terra. R.

    Perché egli libererà il misero che invoca
    e il povero che non trova aiuto.
    Abbia pietà del debole e del misero
    e salvi la vita dei miseri. R.

    Il suo nome duri in eterno,
    davanti al sole germogli il suo nome.
    In lui siano benedette tutte le stirpi della terra
    e tutte le genti lo dicano beato. R.

    Seconda Lettura
    Gesù Cristo salva tutti gli uomini.
    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
    Rm 15,4-9

    Fratelli, tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché, in virtù della perseveranza e della consolazione che provengono dalle Scritture, teniamo viva la speranza.
    E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull'esempio di Cristo Gesù, perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo.
    Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi, per la gloria di Dio. Dico infatti che Cristo è diventato servitore dei circoncisi per mostrare la fedeltà di Dio nel compiere le promesse dei padri; le genti invece glorificano Dio per la sua misericordia, come sta scritto:
    «Per questo ti loderò fra le genti e canterò inni al tuo nome».

    Parola di Dio.

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  2. Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Preparate la via del Signore,
    raddrizzate i suoi sentieri!
    Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! (Lc 3,4.6)

    Alleluia.

    Vangelo
    Convertitevi: il regno dei cieli è vicino!
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 3,1-12

    In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!».
    E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
    Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all'ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: "Abbiamo Abramo per padre!". Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell'acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

    Parola del Signore.

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  3. FAUSTI – Quei giorni, o quel tempo, di cui il Vangelo racconta sono i giorni e il tempo in cui si immerge chi ascolta. La lettura “attualizza” il lettore : lo rende “attualmente” presente a ciò che accade, perché accada anche a lui.
    L'ascolto introduce nell'oggi eterno di Dio .
    Fa rivivere in prima persona ciò che è narrato.
    “Affettiamoci dunque ad entrare “ in quest'oggi di Dio ( Eb 4,11).
    Il deserto, posto tra l'Egitto e “la terra “, è per Israele il luogo del già e non ancora .
    Già fuori dalla schiavitù , non ancora nella libertà.
    E' il luogo del cammino e del dubbio, dell'ascolto e della ribellione, della fiducia e della caduta.
    Nel deserto non c'è nulla e si va verso il tutto.
    La solitudine mette ognuno davanti a sé, agli altri e all'altro, senza via di scampo.
    Lì furono dati la Parola e la manna, l'acqua e il cibo, che formarono il popolo di Dio.
    Israele, una volta passato, ricorda il deserto come il tempo del fidanzamento, in cui Dio e popolo si parlavano.
    E attende un nuovo deserto, un rifiorire del primo amore (Os 2,16).
    Giovanni prepara ad accogliere il Signore che viene.
    I profeti in Israele mantengono viva la promessa. Non solo richiamano all'obbedienza ma, soprattutto, impediscono che la religiosità si riduca a sola legge, senza cuore, senza uomo e infine senza Dio. Dietro la Parola c'è Colui che parla.
    Non c'è solo un'idea da capire o un ordine da eseguire, ma da stabilire comunione con Colui che nella Sua Parola comunica se stesso.
    Per questo il profeta chiama a “guardare in alto” (Os 11,7), a levare lo sguardo dalle cose alla mano e al volto di chi le porge.
    Dimenticare questo è cadere nel feticismo : ci si innamora dell'anello e si dimentica il fidanzato.
    Il pericolo di una religione della Parola è ridurre questa a feticcio, come nelle vane forme di fondamentalismo, dottrinarismo e legalismo.
    Con la Scrittura si può fare ciò che i pagani fanno con gli altri doni di Dio .
    Dimenticare il rimando a Lui.
    Giovanni è il profeta che sta sulla soglia tra passato e futuro.
    Per lui la promessa non è la tomba , ma il grembo della novità.Icona dell'Antico testamento che passa al suo compimento, è l'Elia che deve venire (ml 3,23) che, anzi , è già venuto, anche se non riconosciuto, anticipando il destino di Colui che vuol far riconoscere.
    Punto d'arrivo della paziente fatica di Dio durata millenni, il Battista è l'uomo pronto ad accogliere , oltre ogni promessa, il Signore che ha promesso.
    Non è solo l'asceta o il mistico che incontra Dio nella solitudine del deserto : è l'apostolo, che vuol aprire tutti ad accogliere Colui che sempre viene,
    ed attende solo di essere accolto.
    Gesù è il Figlio che il Padre manda ai fratelli per ricondurli dall'esilio a casa.
    E' Colui che deve venire. E viene per chi lo attende, come il Battista.
    La Chiesa, seguendo il suo esempio, entra nella promessa di Dio.

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  4. S. S.BENEDETTO XVI - ANGELUS - 9-12-2007
    ...Mentre prosegue il cammino dell’Avvento, mentre ci prepariamo a celebrare il Natale di Cristo, risuona nelle nostre comunità questo richiamo di Giovanni Battista alla conversione. E’ un invito pressante ad aprire il cuore e ad accogliere il Figlio di Dio che viene in mezzo a noi per rendere manifesto il giudizio divino. Il Padre – scrive l’evangelista Giovanni – non giudica nessuno, ma ha affidato al Figlio il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo (cfr Gv 5,22.27). Ed è oggi, nel presente, che si gioca il nostro destino futuro; è con il concreto comportamento che teniamo in questa vita che decidiamo della nostra sorte eterna. Al tramonto dei nostri giorni sulla terra, al momento della morte, saremo valutati in base alla nostra somiglianza o meno con il Bambino che sta per nascere nella povera grotta di Betlemme, poiché è Lui il criterio di misura che Dio ha dato all’umanità. Il Padre celeste, che nella nascita del suo Unigenito Figlio ci ha manifestato il suo amore misericordioso, ci chiama a seguirne le orme facendo, come Lui, delle nostre esistenze un dono di amore. E i frutti dell’amore sono quei "degni frutti di conversione" a cui fa riferimento san Giovanni Battista, mentre con parole sferzanti si rivolge ai farisei e ai sadducei accorsi, tra la folla, al suo battesimo.

    Mediante il Vangelo, Giovanni Battista continua a parlare attraverso i secoli, ad ogni generazione. Le sue chiare e dure parole risultano quanto mai salutari per noi, uomini e le donne del nostro tempo, in cui anche il modo di vivere e percepire il Natale risente purtroppo, assai spesso, di una mentalità materialistica. La "voce" del grande profeta ci chiede di preparare la via al Signore che viene, nei deserti di oggi, deserti esteriori ed interiori, assetati dell’acqua viva che è Cristo. Ci guidi la Vergine Maria ad una vera conversione del cuore, perché possiamo compiere le scelte necessarie per sintonizzare le nostre mentalità con il Vangelo.

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  5. S. S. PAPA FRANCESCO ANGELUS
    4 dicembre 2016
    Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

    Nel Vangelo di questa seconda domenica di Avvento risuona l’invito di Giovanni Battista: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!» (Mt 3,2). Con queste stesse parole Gesù darà inizio alla sua missione in Galilea (cfr Mt 4,17); e tale sarà anche l’annuncio che dovranno portare i discepoli nella loro prima esperienza missionaria (cfr Mt 10,7). L’evangelista Matteo vuole così presentare Giovanni come colui che prepara la strada al Cristo che viene, e i discepoli come i continuatori della predicazione di Gesù. Si tratta dello stesso gioioso annuncio: viene il regno di Dio, anzi, è vicino, è in mezzo a noi! Questa parola è molto importante: “Il regno di Dio è in mezzo a voi”, dice Gesù. E Giovanni annuncia quello che Gesù dopo dirà: “Il regno di Dio è venuto, è arrivato, è in mezzo a voi”. Questo è il messaggio centrale di ogni missione cristiana. Quando un missionario va, un cristiano va ad annunciare Gesù, non va a fare proselitismo, come se fosse un tifoso che cerca per la sua squadra più aderenti. No, va semplicemente ad annunciare: “Il regno di Dio è in mezzo a voi!”. E così il missionario prepara la strada a Gesù, che incontra il suo popolo.

    Ma che cos’è questo regno di Dio, questo regno dei cieli? Sono sinonimi. Noi pensiamo subito a qualcosa che riguarda l’aldilà: la vita eterna. Certo, questo è vero, il regno di Dio si estenderà senza fine oltre la vita terrena, ma la bella notizia che Gesù ci porta – e che Giovanni anticipa – è che il regno di Dio non dobbiamo attenderlo nel futuro: si è avvicinato, in qualche modo è già presente e possiamo sperimentarne fin da ora la potenza spirituale. “Il regno di Dio è in mezzo a voi!”, dirà Gesù. Dio viene a stabilire la sua signoria nella nostra storia, nell’oggi di ogni giorno, nella nostra vita; e là dove essa viene accolta con fede e umiltà germogliano l’amore, la gioia e la pace.

    La condizione per entrare a far parte di questo regno è compiere un cambiamento nella nostra vita, cioè convertirci, convertirci ogni giorno, un passo avanti ogni giorno… Si tratta di lasciare le strade, comode ma fuorvianti, degli idoli di questo mondo: il successo a tutti i costi, il potere a scapito dei più deboli, la sete di ricchezze, il piacere a qualsiasi prezzo. E di aprire invece la strada al Signore che viene: Egli non toglie la nostra libertà, ma ci dona la vera felicità. Con la nascita di Gesù a Betlemme, è Dio stesso che prende dimora in mezzo a noi per liberarci dall’egoismo, dal peccato e dalla corruzione, da questi atteggiamenti che sono del diavolo: cercare il successo a tutti i costi; cercare il potere a scapito dei più deboli; avere la sete di ricchezze e cercare il piacere a qualsiasi prezzo.

    Il Natale è un giorno di grande gioia anche esteriore, ma è soprattutto un avvenimento religioso per cui è necessaria una preparazione spirituale. In questo tempo di Avvento, lasciamoci guidare dall’esortazione del Battista: «Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!», ci dice (v. 3). Noi prepariamo la via del Signore e raddrizziamo i suoi sentieri, quando esaminiamo la nostra coscienza, quando scrutiamo i nostri atteggiamenti, per cacciare via questi atteggiamenti peccaminosi che ho menzionato, che non sono da Dio: il successo a tutti i costi; il potere a scapito dei più deboli; la sete di ricchezze; il piacere a qualsiasi prezzo.

    Ci aiuti la Vergine Maria a prepararci all’incontro con questo Amore-sempre-più-grande, che è quello che porta Gesù, e che nella notte di Natale si è fatto piccolo piccolo, come un seme caduto nella terra. E Gesù è questo seme: il seme del Regno di Dio.

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  6. P. Cesare FALLETTI - “TOGLITI I CALZARI” le pecore avevano trovato uno spazio erboso e Mosè si guardava attorno e osservava con aria distratta quella montagna imponente verso cui l'aveva condotto la ricerca di un pascolo.
    La sua attenzione improvvisamente si porta su un cespuglio di spine e sterpaglie che sembra aver preso fuoco. Incidente banale, ma quel fuoco è diverso. Il cespuglio non sembra attaccato e il fuoco nasce da niente e non brucia nulla. Quel fuoco lo attira.
    Mosè si avvicina come per esaminare un fatto curioso... e si scopre aspettato da Qualcuno.
    “Mosè, Mosè” Chi può chiamarlo in quel deserto? “Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. Va' , ti mando da Faraone” (Es 3,6).
    Non è facile cogliere subito il significato di un incontro con Dio ! Mosè sa che i suoi antenati avevano avuto una relazione intima con un Dio che era loro apparso, li aveva coperti di benedizioni e consolati con misteriose promesse.
    ...Aveva una bella posizione a corte e ora è profugo, lontano dai suoi , pastore di un gregge non suo. Cosa sono dunque questa chiamata e questa missione? Diffidenza, paura, sorpresa, inquietudine, esaltazione, speranza si mescolano nel suo cuore. Piano piano si fa strada la certezza che non può tirarsi indietro, andarsene come se nulla fosse, rifiutare l'invito.
    “Perché proprio io ?” più Mosè cerca di tirarsi indietro e più il Signore precisa la Sua chiamata che sempre meglio si presenta come missione e invito all'intimità. Gli rivela il Suo Nome, si fa suo amico, illumina il suo volto, gli apre il Suo segreto e scopre il Suo progetto.
    E Mosè si mette a fare prodigi, cose mai fatte, con un coraggio nuovo, una fiducia che non conosceva, lui il povero profugo, pastore di pecore, cresciuto alla corte di Faraone.
    Dì solamente “Sì”, Mosè, e porterai un popolo immenso attraverso il deserto fino alla terra promessa, vedrai il Signore liberare Israele con mano potente e braccio teso.
    E ANCHE TU, CHIUNQUE TU SIA, DI' IL TUO “SI'”, ANCHE SE NON PUOI SAPERE OGGI QUANTO IL SIGNORE L'ASPETTA, NON PUOI CONOSCERE IL PESO CHE POTRA' AVERE PER TE , PER LA CHIESA E PER TUTTI I FRATELLI, PER IL MONDO E PER LA CREAZIONE CHE GEME NELL'ATTESA DELLA LIBERAZIONE!

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