venerdì 29 novembre 2019

A 1 DOM. AVVENTO


2 commenti:

  1. Prima lettura

    Dal libro del profeta Isaìa
    Is 2,1-5

    Alla fine dei giorni,
    il monte del tempio del Signore
    sarà saldo sulla cima dei monti
    e s’innalzerà sopra i colli,
    e ad esso affluiranno tutte le genti.
    Verranno molti popoli e diranno:
    «Venite, saliamo sul monte del Signore,
    al tempio del Dio di Giacobbe,
    perché ci insegni le sue vie
    e possiamo camminare per i suoi sentieri».
    Poiché da Sion uscirà la legge
    e da Gerusalemme la parola del Signore.

    Egli sarà giudice fra le genti
    e arbitro fra molti popoli.
    Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri,
    delle loro lance faranno falci;
    una nazione non alzerà più la spada
    contro un’altra nazione,
    non impareranno più l’arte della guerra.

    Casa di Giacobbe, venite,
    camminiamo nella luce del Signore.



    Seconda lettura

    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
    Rm 13,11-14a

    Fratelli, questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti.

    La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce.

    Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo.

    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 24,37-44)

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.

    Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    La nostra meta finale è l’incontro con il Signore risorto. E io vorrei domandarvi: quanti di voi pensano a questo? Ci sarà un giorno in cui io incontrerò faccia a faccia il Signore. Noi non attendiamo un tempo o un luogo, ma andiamo incontro a una persona: Gesù. E non si tratta nemmeno di sapere “come” avverranno queste cose, ma “come” dobbiamo comportarci, oggi, nell’attesa di esse. Il trionfo di Gesù alla fine dei tempi sarà il trionfo della Croce, la dimostrazione che il sacrificio di sé stessi per amore del prossimo, ad imitazione di Cristo, è l’unica potenza vittoriosa e l’unico punto fermo in mezzo agli sconvolgimenti e alle tragedie del mondo. (ANGELUS, 15 novembre 2015)

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  2. FAUSTI - "Allora rimani sveglio", dice Gesù ai discepoli che gli chiedono "quando" sarà la fine del mondo, e "i segni" che prevedono il giudizio di Dio.
    Possiamo dire che il "quando" è sempre la "semplice usanza quotidiana"; in esso opera il giudizio di Dio.
    Il cristianesimo non è un anestetico che ci fa dimenticare il male presente nell'illusione di un bene futuro. È invece un'illuminazione, che ci mostra la realtà e ci fa assumere a noi con intelligenza e responsabilità, in previsione di un obiettivo positivo.
    Consapevoli del tempo presente, ci svegliamo e viviamo come figli della luce.
    Colui che ha discernimento, nei travagli appena descritti,
    vede Colui che sta arrivando...
    In "questa generazione" come in ogni altra, si compie il mistero della sua croce e della sua gloria.
    La sua Parola si avvera con certezza, ma non dice il giorno e l'ora, perché ogni giorno e ogni ora viene, per chi ha gli occhi aperti.
    Bisogna essere vigili, perché la sua venuta (come giudizio di salvezza) avviene sempre nel momento presente: nello stesso tempo e facendo le stesse cose, possono, come Noè, costruire l'arca che salva o essere travolti dal diluvio che inghiotte.
    La salvezza o dannazione dipende da "come" vivono quotidianamente queste cose.
    L'illuminato vive tutto come figlio e come fratello nel ringraziamento: "Sia che mangiate o bevete, o qualsiasi altra cosa facciate, fate tutto per la gloria di Dio", dice Paolo (1 Cor 10,31).
    Il cieco vede invece queste cose non come un dono di Dio, ma come un oggetto da possedere.
    Alla fine c'è sempre il diluvio (7,24-27). Noi siamo mortali.
    Ciò che è costruito sulla Parola di Dio sopporta come l'arca, ciò che è costruito sulla nostra follia crolla, coperto da acque.
    Il discernimento e la vigilanza hanno bisogno di noi per vedere Emmanuele, che è sempre con noi.
    Colui che Lo attende e Lo riconosce, nei fatti e non solo a parole, Lo incontra come lo Sposo che viene.
    Altrimenti sarebbe come il ladro che irrompe in casa.
    Il discernimento e la vigilanza, a loro volta, diventano ogni giorno un'attività quotidiana fedele alla sua Parola, da cui dipende il futuro eterno.
    Gesù, invece di predire il futuro, ci rimanda indietro
    per leggere il presente alla luce della Sua storia.
    Con Lui il tempo è compiuto (Mc 1,15) e ci viene offerta la possibilità di viverlo pienamente.
    Infatti, il giudizio futuro giudizio di Dio su di me non è altro che il mio giudizio presente su di Lui: Lo faccio qui ed ora nel riconoscerlo o meno nel fratello.
    La Chiesa è "illuminata" non è come quelle della notte, ma rimane sempre vigile e sobria.
    Nel nostro lavoro quotidiano decidiamo la salvezza o la perdizione, stare con Lui o lontano da Lui, ricevere benedizione o maledizione.
    La vita o la morte dipende da se fare o meno la "Parola" che il Signore dona, Egli , ci sta guardando.
    Alla fine si raccoglie ciò che si è seminato prima.
    “Vegliate" è la conclusione a cui conduce tutto il discorso fatto finora, sviluppato in seguito sul "come" guardare. Chi si considera "padrone" e crede di possedere se stesso, la sua vita, il suo lavoro, i suoi beni, vive nell'inganno di un sogno che svanisce all'alba.
    Pronto è colui che non si conosce "padrone" ma "servo fedele e saggio" che sa e fa ciò che il Signore gli ha detto.

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