sabato 18 aprile 2020

A - 2 DOMENICA DI PASQUA - FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIA

3 commenti:

  1. Prima Lettura

    Dagli Atti degli Apostoli
    At 2,42-47

    [Quelli che erano stati battezzati] erano perseveranti nell'insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.



    Seconda Lettura

    Dalla prima lettera di san Pietro apostolo
    1Pt 1,3-9

    Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per un'eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell'ultimo tempo. Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po' di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell'oro - destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco - torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà. Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime.

    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 20,19-31

    La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

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  2. PAROLE DEL SANTO PADRE
    Gesù ci invita a guardare queste piaghe, ci invita a toccarle, come ha fatto con Tommaso, per guarire la nostra incredulità. Ci invita soprattutto ad entrare nel mistero di queste piaghe, che è il mistero del suo amore misericordioso. Di fronte agli eventi tragici della storia umana rimaniamo a volte come schiacciati, e ci domandiamo “perché?”. La malvagità umana può aprire nel mondo come delle voragini, dei grandi vuoti: vuoti di amore, vuoti di bene, vuoti di vita. E allora ci domandiamo: come possiamo colmare queste voragini? Per noi è impossibile; solo Dio può colmare questi vuoti che il male apre nei nostri cuori e nella nostra storia. È Gesù, fatto uomo e morto sulla croce, che colma l’abisso del peccato con l’abisso della sua misericordia. (Omelia Santa Messa per i fedeli di rito armeno – 12 aprile 2015)

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  3. FAUSTI - Dalla Maddalena che Lo cerca, Gesù si fa trovare . Dai discepoli invece viene di sua iniziativa, non cercato, anche se amato. Mentre il popolo è chiuso, ognuno nella sua stanza, il Signore esce dalla Sua dimora e viene a visitarlo (Is 26,20).
    Nessuna chiusura ferma il Risorto . La luce entra nelle tenebre dei discepoli.
    Il Signore non li salva dalla morte – non ha salvato neanche se stesso - ma nella morte in cui si trovano.
    E' Lui stesso la porta della vita (10, 7-10).
    Sta ritto in piedi, vittorioso sulla morte. E' nel mezzo, al centro dei discepoli e nel cuore di ciascuno . È luce che dissolve le tenebre, amore che scaccia ogni paura (1Gv 4,18).
    Dove prima regnava la morte, ora c'è il Vivente. Colui che ci ama fino all'estremo, mostra la Sua Gloria.
    Dio è in mezzo al Suo popolo.
    Il Signore vuole stare sempre con noi, addirittura in noi.
    Per questo è entrato là dove noi eravamo , nella morte e nel sepolcro.
    “Pace a voi” 'Pace ' non è semplicemente il saluto abituale degli Ebrei. Indica la pienezza di ogni benedizione messianica. E' il dono di Gesù che dice : “Vi lascio la pace, vi do la mia pace”, quella pace che il mondo non conosce. E' la pace dell'amore che vince l'odio . “Abbiate pace in me. Voi avrete tribolazioni nel mondo; ma abbiate fiducia : Io ho vinto il mondo”.
    Le mani forate e il fianco trafitto sono l'identità del Risorto .
    Le Sue ferite sono la sorgente di questa pace , riportano all'unità i figli di Dio dispersi. Sono le piaghe che ci guariscono (Is 53,5) , ostensione del Suo Amore estremo.
    “Quel giorno”, verso sera, la tenebra diventa luce (Zc 14,7), come il giorno “uno” della Creazione. I discepoli, contemplando le mani e il fianco, memoria perenne dell'amore di Dio, vedono la luce del mondo . Quel giorno è ormai l'oggi in cui viviamo pure noi : celebrando l'Eucaristia, facciamo memoria dell'amore del Signore, riceviamo il Suo Spirito e siamo inviati nel mondo a portare riconciliazione.
    Da questa contemplazione e comunione d'amore , propria dell'Eucarestia, viene il dono dello Spirito e scaturisce la missione.
    Il Risorto si presenta come datore di pace. La gioia e la pace, pace gioiosa e gioia pacificante, sono i modi propri della presenza del Signore, che ci assimila a Lui. Dopo aver gioito alla vista del Signore, i discepoli Lo ascoltano. Se l'occhio vede e il cuore gioisce , l'orecchio ascolta : la contemplazione si fa amore e obbedienza.
    Gesù parla di “Spirito Santo”, senza articolo , non perchè sia una realtà vaga e indeterminata.
    Lo Spirito Santo è il Suo Amore . Ce Lo dona in pienezza , non a misura (3,34).
    Ma noi ne abbiamo quanto ne accogliamo , e possiamo accoglierne sempre di più, senza determinare limiti a ciò che è infinito. Gesù ci chiede di accoglierlo.
    La forma imperativa “accogliete” è una supplica pressante del Figlio alla nostra libertà, perchè accogliamo il dono che ci fa essere ciò che siamo : fratelli Suoi e figli del Padre Suo e Padre nostro,Dio Suo e Dio nostro.

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